Anche questa estate il sito archeologico di Pompei ospiterà una nuova edizione del Napoli Teatro Festival Italia, portando avanti il progetto “Pompeii Theatrum Mundi”, organizzato dal “Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale”, realizzato in coproduzione tra Fondazione Campania dei Festival e Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale e diretto da Luca De Fusco.
Dal 20 giugno al 13 luglio, il programma prevederà quattro prime nazionali e, ancora una volta, concentrerà il fulcro dei suoi spettacoli sulla pietas e sul pathos umano, percorrendo i passi dei nostri padri greci e latini e delle nostre radici culturali, attraversando la profondità di Milton e di Shakespeare.
Pronti ad accogliere questo coacervo di humanitas saranno, ancora una volta, un paesaggio e un’atmosfera suggestivi, un perfetto sipario che permetterà allo spettatore di proiettarsi in un’altra epoca e in un’altra dimensione.
Questa edizione di Pompeii theatrum mundi avrà inizio con “La tempesta” che andrà in scena il 20, 21 e 22 giugno. A reinterpretare l’opera shakespeariana sarà il regista Luca De Fusco con protagonisti Eros Pagni e Gaia Aprea. Si tratta di una produzione dello Stabile di Napoli con il Teatro Nazionale di Genova e la Fondazione Campania dei Festival–Napoli Teatro Festival Italia. De Fusco ha riportato in auge la commedia più allusiva e magica del drammaturgo elisabettiano, letta come “un addio ad un tipo di teatro che spezza la bacchetta magica e rinuncia alle sue magie, ormai superate dal tempo.” Il suo compito sarà quindi quello di farne un atto di addio al Novecento, il secolo che “ci squarta e che ci incanta” (per dirla alla Ungaretti), una parentesi storica che dovrà subire l’arrivo del nuovo millennio, un’epoca di dinamismo e di metamorfosi che si sposerà perfettamente con il commento di Prospero “noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”, una citazione amara detta in un punto della trama in cui in realtà tutto sembrava andare secondo i suoi piani. L’inquietudine non nasce infatti dalla risoluzione della vicenda (per giunta felice), ma dalla consapevolezza ottenuta da Prospero della malvagità e della meschinità dell’uomo.
Dal 27 al 29 giugno sarà proposto “Edipo a Colono”, nella riscrittura di Ruggero Cappuccio dell’opera di Sofocle, per la regia di Rimas Tuminas. Il più alto paradigma del dolore viene ora veicolato nel tragico motivo dell’attesa e della memoria, in una traumatica rilettura novecentesca di quella violenza classica che racconta di ferite, al corpo e all’anima.
Dal 4 al 6 luglio il Pompeii theatrum mundi farà da sipario al “Satyricon”, diretto da Andrea De Rosa, realizzato in coproduzione anche con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Dopo il primo successo con le “Baccanti” dell’edizione del 2017, De Rosa riporta in scena il vizio e gli eccessi, specchio dell’animo umano, dilaniato e ambivalente. Quest’anno le tematiche saranno gestite sulla base del nostro proto-romanzo latino, sull’allegoria del percorso come vita ed evoluzione, sulla continua e amara risata verso la parodia della cultura antica e la disgrazia e la solitudine dell’uomo. “La decadenza di Roma, l’opulenza disperata, la corruzione, il mecenatismo un po’ burino. Le feste, le cene. Tutto questo è stato già raccontato da Petronio ed è però ancora tutto da raccontare”, rivela il regista.
Dall’11 al 13 luglio si potrà invece assistere a “Il Paradiso Perduto” realizzato in coproduzione con la Fondazione Matera Basilicata 2019. Si tratta di uno spettacolo di danza contemporanea pensato dalla coreografa Noa Wertheim e interpretato dalla compagnia israeliana Vertigo Dance Company. Ancora una volta dunque il passato e il presente entrano in connubio e offrono al Pompeii Theatrum mundi un progetto scandito ed animato da una profonda energia espressiva, dalle sfumature astratte, allusive e surreali. Su queste note l’episodio biblico della caduta dell’uomo entrerà in contatto con il peccato più inseguito da noi mortali: l’eros, leitmotiv della compagnia di ballo.
Alessia Sicuro