Si sono conclusi in tragedia gli scontri tra la polizia federale messicana e il sindacato degli insegnanti CNTE avvenuti domenica scorsa nei pressi di Asunción Nochixtlán, nello stato di Oaxaca, Messico del sud.
Le cifre ufficiali parlano di 6 morti e 53 feriti, sebbene fonti popolari riportino almeno quattro vittime in più, più di cento feriti e 25 arrestati, tutti appartenenti alla cosiddetta Sezione 22 del sindacato.
Gli scontri sono iniziati intorno alle 7 del mattino e si sono protratti fino alle 20 circa. Vere e proprie barricate sono state innalzate nel bel mezzo delle principali arterie periferiche del pueblo, presso cui i dimostranti hanno tentato di creare un blocco stradale per interrompere la circolazione dei veicoli delle forze dell’ordine da e verso la capitale dello stato Oaxaca de Juárez.
Secondo il commissario Enrique Galindo Cevallos, si sarebbe trattato di un’azione di difesa in risposta al fuoco aperto da alcuni individui estranei al sindacato che hanno agito a volto coperto. La polizia avrebbe, poi, impugnato armi di grosso calibro solo verso la fine degli scontri, versione dei fatti smentita da testimonianze fotografiche che mostrano la presenza di cecchini e spari sulla popolazione inerme già dalle prime ore dei tumulti.
La Secretaría de Gobernación, il ministero degli interni messicano, ha pubblicato un comunicato secondo cui le immagini pervenute sarebbero false. Il presidente municipale di Nochixtlán, Daniel Alberto Cuevas Chávez, ha fornito appoggio logistico alle truppe di polizia nel suo ranch di famiglia, che è stato successivamente dato alle fiamme.
Gli scioperi degli insegnanti, ai quali ha aderito il personale di oltre il 90% degli istituti educativi dello stato dai prescolari ai secondari, vanno avanti ormai dal 15 maggio scorso ed hanno interessato tanto la capitale del paese quanto svariati punti nevralgici dello stato sureño di Oaxaca: l’ultimo, prima della domenica di repressione a Nochixtlán, nella cittadina di Salina Cruz, dove nella giornata di sabato un presidio di 500 maestri della CNTE ha subito l’attacco di circa 800 agenti federali.
La CNTE (Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación) è un organo sindacale particolarmente attivo negli stati meridionali messicani (80.000 membri dei 200.000 totali sono oaxaqueños), nato alla fine degli anni ’70 come alternativa al ben più istituzionale SNTE (Sindicato Nacional de Trabajadores de la Educación), il quale con 1.4 milioni di iscritti è il più grande sindacato di tutta l’America Latina. La CNTE aveva inaugurato una massiccia azione antagonista in seguito alla promulgazione dell’ultima riforma dell’educazione varata dal governo Peña Nieto nel febbraio 2013.
Il principale risultato della riforma è stato la concessione di autonomia giuridica all’INEE (Instituto Nacional para la Evaluación de la Educación), il quale, nella direzione di un nuovo sistema nazionale di valutazione educativa, prevede test obbligatori per gli insegnanti e la ratifica di linee guida centralistiche nella valutazione degli studenti.
Dopo i tragici fatti di cronaca nera relativi alle sparizioni forzate dei 43 studenti di Ayotzinapa del settembre 2014, il sangue torna a macchiare il sistema educativo messicano. Intellettuali, giornalisti e movimenti sociali, sia in Messico che all’estero, hanno sottoscritto un appoggio formale alle richieste di dialogo degli insegnanti, le cui rivendicazioni restano per ora inascoltate e represse.
Cristiano Capuano