NAPOLI – I carabinieri hanno notificato dei decreti di fermo a quattro membri del clan Martinelli. A questo gruppo criminale, da tempo in lotta per il controllo del Centro Storico, è stato attribuito l’assassinio del pregiudicato, a calata Porta di Massa, davanti a centinaia di studenti.

Le indagini, capitanate dal colonello Francesco Rizzo, hanno portato all’arresto di Vincenzo Martinelli, 48 anni, al vertice del gruppo omonimo, e dei figli Salvatore, 23 anni, e Rosario, di 24 anni, oltre che di Mariano Porcino, con le accuse di estorsione, detenzione illegale di armi normali e da guerra, e di spari in luogo pubblico.
Tra gli indagati ritrovavamo anche Gennaro Fittipaldi, ucciso lunedì scorso, vicino la sede di Lettere, Giurisprudenza e Filosofia della Federico II, a via Porta di Massa.
Secondo gli inquirenti, i Martinelli starebbero cercando di conquistare l’egemonia del centro storico, disseminando terrore tra i negozianti e gli ambulanti della zona, ai quali vengono imposte forti tangenti.

Il pizzo si aggirerebbe attorno ai mille euro, con gravi minacce fisiche in caso di mancata volontà di pagarlo.
Un episodio registrato è quello del 15 aprile scorso, ai danni di un venditore ambulante, in via Sedile di Porto, che si era rifiutato di pagare il pizzo.

L’indagine dei carabinieri, coordinata dal pm Michele Del Prete, infatti, ha subito una notevole accelerazione dopo l’omicidio di Fittipaldi, che avrebbe fatto parte proprio di questo gruppo criminale.
Il clan Martinelli, inoltre, è ritenuto responsabile anche della sparatoria in via Duomo, quando in zona furono trovati circa 15 bossoli e molte macchine distrutte dai proiettili.

Chiara Esposito

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