A Melbourne la Formula Uno ha riaperto i battenti e, come da copione in uno sport basato così tanto sulla tecnica e sulle prestazioni, iniziamo a trarre le prime conclusioni. Il Gran Premio d’Australia, a Melbourne, è il punto da cui ripartire, su cui iniziare a ragionare, a formulare le prime congetture e decidere con quale occhio affrontare i prossimi appuntamenti (vedi: Verso Sepang 2015). Il circuito di Albert Park, a questo proposito, per le sue particolari caratteristiche tecniche, non è certo uno dei migliori scenari su cui misurare gli effettivi valori di ogni singola scuderia; al di là di questo, comunque, è stato possibile ricavare certamente qualche prima piccola certezza.

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I big three di Melbourne sul podio: Rosberg, Hamilton e Vettel.

Ad una settimana, ormai, dalla bandiera a scacchi che ha visto trionfare per la 34esima volta in carriera il britannico Lewis Hamilton, si può affermare, con ogni probabilità legata al caso, che la tanto bistrattata SF15-T, la Ferrari nata a metà tra la vecchia (Nick Tombazis) e la nuova componente tecnica (James Allison), potrà – anzi dovrà, per forza di cose – diventare la principale contendente della Mercedes. Sarà meglio prendere tali parole solo come un semplice incoraggiamento, dal momento che la superiorità del team iridato è al momento ancora tangibile; comunque non escludiamo che i progressi che la Ferrari apporterà alla sua PU, in corso d’opera, non potranno essere determinanti per mettersi al pari della W06 Hybrid.

Va ricordato, infatti, che a Maranello ci sono ancora 10 di quei 32 gettoni utilizzabili per portare migliorie e sostituzioni al reparto legato al motore, e che sono state prese seriamente in considerazione anche le ipotesi di creare un diverso profilo all’anteriore, e ridimensionare così l’alettone sul modello della protuberanza stile Williams, che ha permesso, tra le altre cose, proprio alle vetture di Massa e Bottas di confermarsi di nuovo ai primi posti per velocità di punta in qualifica e in gara.

Un dato affascinante, se si pensa a come, invece, le Mercedes di Hamilton e Rosberg abbiano sensibilmente diminuito la loro prestanza in rettilineo per puntare molto di più su quelli che, con le dovute esagerazioni del caso, potremmo definire i loro unici ‘talloni d’Achille’ (lo scorso anno costarono al team di Brackley alcuni punti nel mondiale costruttori). Parliamo, insomma, dell’affidabilità e della trazione in uscita di curva, a favore delle quali le due frecce d’Argento, a Melbourne, sono andate ben lontane addirittura dallo sfiorare i 300 km/h, velocità alla quale viaggiavano stabilmente, invece, Ferrari e Williams.Photo4srl_676303

Attenzione, però, perchè ci è voluto ben poco per capire che non è importante quanto sfiorino in rettilineo i gioielli di casa Mercedes, se poi in 58 giri Hamilton ha distanziato Vettel di ben 34 secondi. Numeri alla mano, va detto che si tratta dello stesso – o quasi – distacco con cui terminò la gara da Rosberg Fernando Alonso in Ferrari, poco più di un anno fa; lo stesso che al momento, però, acquista tutto un altro valore (l’anno scorso lo spagnolo ridusse i suoi iniziali venti secondi di ritardo grazie alla Safety Car), perché la Rossa ha dimostrato di avere le potenzialità per girare addirittura più forte dei primi della classe.

Scendendo giù dal podio le sorprese e belle rivelazioni di questa prima parte di stagione non mancano di certo. E così passiamo dal sostanzioso debutto di Felipe Massa, bruciato dalla strategia vincente di Vettel e tagliato così fuori per la lotta alla terza posizione, al fantastico gran premio di Felipe Nasr, che, con la quinta posizione conquistata a bordo della sua Sauber C34, ha fatto registrare il miglior piazzamento di sempre di un pilota brasiliano all’esordio in F1, addirittura facendo meglio di Ayrton Senna! Non male, insomma, considerato che nelle iniziali intenzioni della scuderia elvetica, probabilmente, il suo nome faceva scalpore più per questioni d’immagine che per altro. Diversa la sorte del compagno di squadre Ericcson, a cui il destino finalmente sorride un po’, con la vicenda Van der Garde che si è conclusa a suo vantaggio.

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Una delle rivelazioni più interessanti che ha preso il là a Melbourne: il brasiliano Felipe Nasr, su Sauber.

Salgono, intanto, le quotazioni degli altri due esordienti Sainz e Verstappen, con il messicano finito incolpevolmente nono e il baby Toro Rosso out in una giornata semplicemente “no”. Se dovessimo riempire un registro, la prestazione sottotono e insipida dell’olandese si meriterebbe un sonoro quattro, ben al di sotto dell’ampia sufficienza raggiunta, invece, dal suo compagno di squadra.

Sorti diverse, insomma, hanno accompagnato le prime uscite delle monoposto di F1 nella stagione 2015; una stagione che si prospetta interessante, perché i valori messi in campo possono variare come forse poche altre volte prima d’ora. Inoltre, sarà interessante capire al meglio, fra le altre cose, la posizione reale della McLaren, sulla quale, a Woking, alcuni sono ancora così ottimisti da mettersi addirittura a parlare di Mondiale costruttori.

F1 Testing Jerez de la Frontera, Spain 1 - 4 February 2015

Chissà, forse sarà la pista a dover parlare e forse sarà la pista a smentirci, ma il futuro della vettura su cui sarebbe dovuto rinascere il Fernando Alonso di un tempo sembra legato ad un palo. Troppi due secondi a giro, troppe le volte in cui un pilota della stazza di Jenson Button ha dovuto farsi doppiare da Hamilton; troppe le incertezze, troppi i misteri. Il Mondiale 2015 si apre calando sul tavolo un Gran Premio vispo, a tratti un dejavù, un frullato di sensazioni e delusioni già sentite, ma per certi versi anche il pretesto per ricominciare a sperare: ancor prima che in un mondiale colorato di rosso, in uno colorato di emozioni.

Nicola Puca

Fonte immagine in evidenza: f1grandprix.com

Fonte media: Italian F1 Fans Club (Facebook), f1grandprix.com

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