Innanzitutto, complimenti a Matteo Salvini.
No, non è pazzia. Ma la scelta di chiudere i porti ai migranti dimostra una coerenza forse inaspettata nella volontà di farsi sentire dall’Unione Europea sulla questione dei flussi migratori. I complimenti finiscono qui, perché poi c’è da commentare le sue azioni. E il giudizio su queste ultime è “irresponsabili” nel migliore dei casi, “disumane” nel peggiore.

Perché la decisione di Salvini di chiudere i porti ai migranti non solo non porta nulla a livello politico, ma rischia anche di complicare la situazione dell’Italia in Europa.

Salvini dimostra anche in questa occasione un’incapacità nell’andare oltre lo slogan, si dimostra cioè bravo nel capire cosa vuole, ma molto meno sul come ottenerlo.
La chiusura dei porti ai migranti, e il conseguente scontro con il governo di Malta sulla sorte della nave Aquarius, non è altro che una riproposizione scellerata delle frasi urlate in campagna elettorale, che però non possono rappresentare una soluzione a lungo termine per la questione migranti.

Andare oltre lo slogan, dicevamo. Già: perché il Salvini che chiude i porti è lo stesso che afferma “riformeremo l’Europa con Orbán”, che con la sua Ungheria è uno dei principali oppositori ad una riforma del trattato di Dublino che ripartisca in modo più equo la quota di migranti tra i paesi UE. Perché di migranti Orbán non vuol proprio sentir parlare, come il nostro Ministro degli Interni.

Il Salvini che chiude i porti è anche lo stesso che sostiene le politiche protezionistiche di Donald Trump, che hanno come principale obiettivo l’indebolimento dell’Europa. Obiettivo che lo accomuna con quel Vladimir Putin per cui Salvini nutre altrettante, e non sospette, simpatie.

Tutti uniti contro l’Europa, insomma. E poco importa se danneggiare l’Europa vuol dire anche danneggiare l’Italia (perchè l’Italia è nell’UE, lo sai, Matteo?) e rischiare di complicare ancora di più le trattative sul fronte migranti. In Europa la gran parte delle riforme che si occupano di politica estera vanno approvate all’unanimità, e la crisi diplomatica scatenatasi oggi rischia di complicare i rapporti con Malta  – altro interlocutore chiave nella questione – e minare la già precaria fiducia che ci è riservata da Bruxelles.

Ma la scelta di Salvini ha soprattutto un risvolto umano pesantissimo: giocare con le vite dei migranti per uno scopo puramente politico.

Sulla nave Aquarius sono presenti 629 migranti, di cui 123 minorenni non accompagnati, 11 bimbi e 7 donne incinte. Tutti i 629 hanno una cosa in comune: sono esseri umani, già indeboliti da un viaggio impervio e durissimo, che spesso inizia molti anni prima e di cui la traversata del Mediterraneo è solo l’ultima tappa. E che adesso vedono il loro futuro fare spola tra l’Italia e Malta senza che nessuna terra sia pronta ad accoglierli.

Chiudere i porti inoltre vuol dire impedire di entrare non solo ai clandestini – a meno che Salvini non abbia già esaminato 629 richieste d’asilo prima dello sbarco, e in tal caso sarebbe il Ministro più efficiente della storia d’Italia – ma anche alle persone con un regolare permesso o con le carte in regola per ottenere il diritto d’asilo, in barba all’articolo 10 della Costituzione che recita:

«Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge»
Art.10, Costituzione della Repubblica Italiana

E violando anche l’articolo 14 della Dichiarazione dei Diritti Umani:

«Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.»
Art.14, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Da Napoli è arrivata invece un’apertura del sindaco Luigi de Magistris, che in opposizione alle disposizioni del governo centrale ha proposto di utilizzare il porto di Napoli per far attraccare la nave della ONG Sos Méditerranée. Un gesto di lodevole disobbedienza civile; purtroppo, tralasciando l’apprezzabile offerta del sindaco di Napoli, è la stessa situazione che ci porta a discutere sul soccorrere o meno 629 persone che si trovano praticamente bloccate in mezzo al mare a dimostrare il livello di inumanità a cui si è spinto il dibattito pubblico sui migranti.

Ed è proprio questa la conseguenza più grave della giornata odierna: un popolo che plaude a Salvini come novello salvatore dell’italica Patria, difesa dall’attacco di 123 pericolosissimi minorenni e 7 temibili donne incinte pronte a sottomettere l’Italia ai loro pancioni.

Ma del resto, è il momento del “Prima gli Italiani”. Gli umani, forse, sono al secondo posto.

Simone Martuscelli

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