Partirà venerdì 26 gennaio una coinvolgente iniziativa nata dalla sinergia tra Napoli Città Libro – Salone del Libro e dell’Editoria e la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Si tratta di un’attività che proseguirà fino a maggio: con appuntamento di venerdì, ogni 15 giorni, è un’iniziativa che senza dubbio ben si inserisce in un complesso di eventi e manifestazioni che mirano alla valorizzazione del patrimonio letterario e culturale di Napoli e allo stesso tempo al coinvolgimento diretto di lettori e cittadini.
“Il viaggio nel Laboratorio di Restauro” è, dunque, una proposta in qualche modo propedeutica a quel che sarà poi il Salone del Libro di Napoli, un grande evento culturale e una grande opportunità per la città che, sulla scia del Salone del Libro di Torino, animerà il complesso Monumentale di San Domenico Maggiore dal 24 al 27 maggio tra libri, presentazioni ed incontri.
Per quanto concerne l’iniziativa, che partirà proprio questa settimana, si tratta di un viaggio a porte aperte in quella che è una delle attività più interessanti che si attuano nella Biblioteca Nazionale di Napoli; il Laboratorio di restauro fu istituito nel 1977 ed è intitolato ad Alberto Guarino, che per primo ne volle la costituzione.
Con il termine “restauro” facciamo riferimento a qualsiasi intervento o azione che mira a rimettere in buono stato un edificio o un manufatto. Il libro in quanto manufatto è soggetto a tutti gli attacchi ambientali di usura e del tempo. Pertanto anche il libro merita la stessa attenzione e tutela riservata ad altre opere, a cui si attribuisce un dato valore culturale; in primis ci si arma per la conservazione ottimale, step iniziale per la salvaguardia dei beni librari ed, allo stesso tempo, processo preventivo. Un punto di partenza, dunque, per quel che è il futuro restauro del libro stesso.
Quella del “restauratore dei libri” è un’arte che richiede passione e dedizione, un mestiere secolare che purtroppo attualmente è in via d’estinzione. I rovinosi tagli della crisi hanno interessato anche tal figura e si sono fatti sentire anche tra le mura del Laboratorio di Restauro della Biblioteca di Napoli.
Il laboratorio ad oggi è diretto da Valeria Stanziano, che ci spiega qual è la vera forza di tale iniziativa: «principalmente si opera per far conoscere l’importanza del materiale cartaceo, come va conservato e come va tutelato un volume, che possa essere una stampa, un manoscritto di pregio, incisioni o giornali, perché operiamo su tutto.»
Diventa fondamentale, dunque, un processo di consapevolezza dell’importanza di tale arte, di questi professionisti che spesso operano in sordina ma che, attraverso l’utilizzo di materiali, strumenti e attrezzature, facendo sfoggio di tecnica e precisione (a tratti chirurgica), riescono a dar nuova linfa vitale ai libri, a ridonare antico splendore a volumi spesso di inestimabile valore ma che il tempo ha deteriorato.
Oltre a svolgere le consuete attività di restauro dei volumi e dei documenti, appartenenti alla BNN, il Laboratorio fornisce allo stesso tempo attività didattica a vari livelli, attraverso l’organizzazione di visite guidate, stage e tirocini.
«Noi operiamo per il materiale e il patrimonio della Biblioteca, che prevede visite guidate e quindi noi, facendone parte come Laboratorio di Restauro, gestiamo le visite guidate. Facciamo ancora parte del progetto di alternanza scuola-lavoro e, in tal percorso, dimostriamo alle scolaresche l’attività propria del laboratorio come “lavoro”, dunque apriamo le porte ad una futura alternativa di occupazione per i ragazzi.»
Ma come avviene effettivamente il restauro di un libro?
«Il processo dipende dalla tipologia del danno a cui ci troviamo di fronte. Se il danno prevede la presenza di gore d’acqua, muffe, o ancora carta acida o camminamento di insetti, allora è previsto il restauro per via umida e dunque tutte quelle procedure che prevedono anche il lavaggio delle carte.»
In tal caso, considerando le condizioni del volume, il primo passaggio prevede lo smontaggio dello stesso, tagliandone tutte le cuciture all’interno. Le singole pagine subiscono poi una serie di lavaggi che permettono di eliminare le sostanze di degrado. Questo procedimento permette la purificazioni dei fogli che verranno poi prelevati e posti su di un apposito telaio ad asciugare completamente.
«Oppure ci può essere anche un restauro che non prevede lo smontaggio del volume, poiché magari il libro presenta delle pagine strappate o ci sono lacune alle carte. In tal caso non vi è la necessità di smontare e si opera esclusivamente sulla carta che ha la necessità del restauro.»
Un tavolo di lavoro luminoso permette di evidenziare eventuali lacune, che verranno poi colmate con l’integrazione di carta da restauro (in particolare si utilizza la “carta giapponese”). Si eseguono, quindi, dei veri e propri rattoppi: i restauratori come esperti chirurghi eseguono una serie di interventi che portano alla guarigione dei volumi “infermi”.
Il libro viene, infine, ricucito: c’è un arcolaio dove ogni esperto provvede alla sua ricomposizione.
Il “Viaggio nel laboratorio di restauro” è senza dubbio un’iniziativa appassionante e formativa, aperta a tutti, che mira a far prendere consapevolezza del valore della carta stampata e dunque dell’importanza della sua tutela. Un’occasione unica e imperdibile per entrare in queste sale, dove ogni giorno, con impegno e dedizione, passione e tenacia, ai libri, ai volumi e ai manoscritti viene ridata nuova vita.
Vanessa Vaia