Proteste in piazza e sui social sono le reali protagoniste della società turca degli ultimi giorni: questa volta, l’indignazione è figlia di un disegno di legge presentato dal partito del presidente Erdoğan, che secondo le opposizioni e l’opinione comune depenalizzerebbe i casi di abuso sessuale su minori.

Il progetto, approvato in lettura preliminare tra giovedì e venerdì, prevede la possibilità per i maggiorenni accusati di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne di sposare la minore, evitando così la pena di reclusione prevista in questi casi.
Da quanto si apprende del testo della proposta, affinché sia possibile per l’uomo sposare la minorenne, è necessario che il rapporto sessuale sia avvenuto in maniera consensuale – esclusi dunque i casi di rapporti a seguito di minacce e, in generale, di coercizione fisica e psicologica.
La discussione relativa al disegno di legge, a seguito dei duri scontri di venerdì in Parlamento e su richiesta di Erdoğan, è stata rimandata a martedì 22 novembre al fine di dialogare con l’opposizione contraria al provvedimento, che se approvato, avendo valenza retroattiva, permetterà di riesaminare o sospendere sentenze e processi per abuso sessuale precedenti al 16 novembre.

Secondo i promotori dell’AKP, tale legge sarebbe una misura «temporanea» e non legalizzerebbe lo stupro, bensì disciplinerebbe secondo giustizia le numerose coppie formate da un maggiorenne e una minorenne – «Si tratta di cercare una soluzione a un problema concreto. Questo tipo di matrimoni esiste da secoli nella nostra società, dove sono i parenti a organizzare questo tipo di unioni, nell’ignoranza della legge», sostiene il ministro della Giustizia Bekir Bozdağ, cui si aggiunge il primo ministro Yıldırım denunciando l’esistenza di almeno tremila famiglie di questo tipo, nuclei dove i padri-mariti sono costretti in carcere senza reali colpe.
Da un punto di vista legale, in Turchia è difatti vietato ai minori di contrarre matrimonio e qualsiasi rapporto sessuale tra un adulto e un minorenne è considerato d’ufficio “abuso sessuale”.

Circa le proteste in atto, l’AKP è del parere che l’opposizione stia sfruttando questa occasione per acquisire consensi presso la cittadinanza – «I social media hanno creato una polemica ad arte, falsificando la notizia e distorcendo la realtà», ha dichiarato Bozdağ.

Tuttavia, il tratto su cui si concentrano le polemiche e le accuse di legalizzazione dello stupro appare tutt’altro che “falsificato e distorto”: è difatti poco chiaro come la giustizia si proponga di verificare che la minorenne non sia stata stuprata. Con quali strumenti, insomma, la giustizia intenda garantire che la testimonianza della presunta vittima non sia essa stessa viziata da costrizione.
Anche l’Associazione delle Donne e della Democrazia (KADEM), nel cui consiglio direttivo figura la figlia di Erdoğan, ha giudicato fallimentare la legge in quanto definisce canoni vaghi per verificare l’assenza di coercizione.

«Il partito Giustizia e Sviluppo sta facendo passare un testo che grazia coloro che sposano la bambina che hanno violentato» sottolinea Özgür Özel, deputato del Partito Popolare Repubblicano (CHP), e ancora dichiara: «L’abuso sessuale è un reato e in esso non c’è nessun consenso. Questo è quello che l’AKP non riesce a capire».

Sulla piattaforma change.org è stata lanciata una petizione per fermare l’approvazione del disegno di legge: l’elevato numero di adesioni denuncia tutto il dissenso nei confronti della proposta, percepita quale escamotage per evitare la reclusione a pedofili e stupratori. D’altronde, non è inverosimile il rischio che una legge simile possa aumentare il numero delle spose bambine e diffondere nella società l’insana convinzione che sia normale per un uomo adulto provare attrazione sessuale nei confronti di una minorenne.

Le misure tese ad “addolcire” le conseguenze previste per coloro accusati di abuso sessuale su minori non sono tuttavia nuove in Turchia. La Corte Costituzionale aveva difatti già deciso di ridimensionare l’accusa di pedofilia, stabilendo che gli abusi sui minori dai dodici ai quindici anni dovessero essere considerati “ordinari” e ciò perché dai dodici anni in poi l’adolescente ha, secondo sette giudici su sei, la capacità di comprendere le dinamiche di un rapporto sessuale e questo apre alla possibilità che tale rapporto possa essere consenziente.

A destare preoccupazioni è dunque la possibilità che il disegno di legge dell’AKP possa spianare la strada a “matrimoni riparatori” laddove il maggiorenne si sia macchiato di abuso sessuale e la minorenne venga costretta a dichiarare di essere stata consenziente – «lo stupro non può essere legittimato» grida il web.
L’esito della discussione di martedì, considerate le forti opposizioni, sarà dunque un ulteriore tassello per la svolta autoritaria turca: in caso di approvazione malgrado il dissenso e il rischio di assottigliare la tutela dei diritti umani risulterà evidente la volontà della nazione di Erdoğan di rendere la società ostaggio di un partito e di una cultura che sta dimostrando di bistrattare minoranze, libertà e parità tra sessi.

Rosa Ciglio

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