Il “Gorilla più triste” dello zoo di Fasano, Riù, è deceduto alcuni giorni fa a causa di problemi cardiaci, all’età di 52 anni. Riù era così popolare che lo Zoosafari lo considerava un VIP, un primate davvero importante per tutti i visitatori. La storia di Riù inizia nel lontano 1975, in Kenya, quando è stato catturato e portato via dal suo ambiente naturale. Successivamente è stato acquistato dal circo Medrano e nel 1994 è arrivato a Fasano.
Dopo aver vissuto diversi anni con il gorilla Pedro accanto, Riù aveva trovato conforto e compagnia, fino al 2008, anno in cui Pedro morì a causa di una malattia. Da allora Riù è rimasto solo e la sua solitudine ha commosso i visitatori dello Zoosafari, tanto che più di 200 mila persone hanno firmato una petizione dell’associazione di tutela animale Meta per cercare di migliorare le sue condizioni di vita. Tuttavia, però, il ritorno in natura non è mai stato un’opzione realistica per Riù, a causa del lungo periodo trascorso in cattività.
Nonostante gli oltre 600 metri quadrati messi a disposizione dallo zoosafari, Riù non ha vissuto la sua solitudine nel suo habitat. I gorilla, infatti, sono delle grandi scimmie antropomorfe e, così come noi, possiedono una spiccata socialità e delle strutture sociali complesse cruciali per il loro benessere. La dimensione del suo ambiente non può bastare a sostituire la compagnia e il supporto di altri gorilla. La solitudine può avere un impatto profondo sul benessere emotivo di queste creature intelligenti e sociali. È importante considerare non solo le dimensioni dell’habitat, ma anche la qualità della vita sociale e affettiva dei gorilla per garantire il loro benessere complessivo.
La triste storia del gorilla Riù ci ricorda, ancora una volta, gli animali selvatici non sono fatti per vivere in gabbia, per essere esposti al pubblico come attrazioni. Negli zoo, spesso vengono privati della loro libertà, del loro habitat naturale e delle interazioni sociali con i loro simili. È nostro dovere educarci sulle necessità e i diritti di questi esseri viventi e dire no agli zoo.
Dobbiamo quindi lottare per la conservazione delle specie minacciate e per la protezione degli animali selvatici nel loro ambiente naturale e promuovere la consapevolezza sulle condizioni in cui vivono gli animali negli zoo, come Riù, in modo da chiedere alternative più etiche e sostenibili per il loro benessere. Ricordiamoci di essere la voce di coloro che non possono parlare, di difendere i diritti degli animali e di dire no agli zoo. Solo così potremo contribuire a creare un mondo migliore per tutti gli esseri viventi sulla Terra.
Sara Spiniello