Libero Pensiero News ha deciso di cambiare aria: zaino in spalla, valigia pronta e treno al volo. La nuova meta per un viaggio all’insegna della cultura è stato lo storico capoluogo ligure. Terra di mare e culla di un cantautorato del tutto nostrano, Genova non perde occasione per distinguersi e accoglie i più curiosi con due accattivanti appuntamenti d’arte: Modigliani in mostra e l’Elliott Erwitt Kolor.
«La programmazione di Palazzo Ducale è sicuramente una delle punte di diamante della proposta artistico –culturale della città di Genova» esordisce il sindaco Marco Doria.
Difatti è Palazzo Ducale ad ospitare quest’esperienza intrisa di cultura che muove dai piani superiori al sottoportico. Sede del dogato della storica Repubblica, Palazzo Ducale rimane uno dei principali edifici del capoluogo ligure che affaccia sulle due delle note piazze genovesi: piazza de Ferrari e Matteotti.
Tappa d’obbligo.
Nell’appartamento del Doge, è ancora accessibile la mostra in onore del rinomato pittore livornese. Una trentina di dipinti in prestito da noti musei come il Musée National Picasso di Parigi e la Pinacoteca di Brera. Inaugurata il 16 marzo 2017, l’esposizione resterà aperta fino al 16 luglio 2017. L’iter artistico è stato allestito da MondoMostre Skira in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. Si presenta come un percorso a tappe che scandisce la tormentata vita dell’artista Modì, così affettuosamente chiamato nei pregiati salotti parigini dove amava dare scandalo, ricalcando l’ambivalenza tra il suo cognome e la pronuncia di maudit, in francese “maledetto”.
Il poeta maledetto, per l’appunto, viene descritto attraverso disegni, sperimentazioni, i difficili rapporti tra arte e mecenatismo, il suo interesse per la scultura, l’impossibilità di praticarla a causa della salute cagionevole e soprattutto attraverso gli attenti studi delle figure femminili e gli amori travagliati. Numerose furono le donne convinte e vinte dal suo fascino a posare per lui, ma inimitabili sono i ritratti di Beatrice Hastings e Hanka Zborowska, moglie del suo committente più proficuo. Immancabile poi, nella sua raccolta, Jeanne Hébeturne dalla quale avrà una figlia e che, profondamente segnata dalla prematura scomparsa del suo compagno, si suiciderà il giorno seguente la sua morte.
Numerose sono state le accuse che hanno buttato nell’ombra la sezione dedita al pittore e amico di Modì, Moïse Kisling: dopo la prima denuncia presentata dal collezionista Carlo Pepi, il catalogatore ufficiale del pittore polacco, Marc Ottavi, ha sollevato seri dubbi sui numeri 37, 38, 39 e 40 in catalogo. Fortunatamente la Fondazione Ducale è stata in grado di fornire tutta la documentazione necessaria per smentire tali affermazioni: è stato lo stesso figlio dell’artista, Jean Kisling, ad attribuire tali opere alla mano del padre.
«I disegni sono rivelatori […]dimostrano questa qualità innegabile di percepire il soggetto plasticamente come uno scultore» affermava Modigliani, consegnando alla storia una serie di indimenticabili capolavori a cavallo tra il mito e la realtà, tra la violenta passione ed un delicato tocco; a metà tra il magistralmente dipinto e l’idea di una marmorea scultura, echeggiante in quei bulbi nudi e vuoti in cerca di iride.
Resterà accessibile fino al 16 luglio 2017 anche l’Elliott Erwitt Kolor, prima grande panoramica a colori sugli scatti del celebre fotografo statunitense. Il grande risultato di un estenuante lavoro durato mesi che ha visto Erwitt riprendere, selezionare personalmente e rinvigorire cromaticamente le proprie fotografie.
L’esposizione prevede 135 scatti ripescati da due progetti a colori, Kolor e The Art of André S. Solidor. Il primo è la riproposta di vecchi negativi Kodak in bianco e nero; il secondo, una sequenza irriverente di un alter ego che non si nega all’obiettivo ma che riesce, in ogni occasione, a mantenere celata la propria essenza, pur indossando le più svariate identità.
Vengono esposte le note campagne pubblicitarie, da Parigi a Puerto Rico; gli scatti unici che parteciparono alla storia della Magnum Photos; i celebri ritratti di personaggi di grande spicco quali Marilyn Monroe, Fidel Castro, Che Guevara, Sophia Loren, Arnold Schwarzenegger e i provocatori autoritratti di André S. Solidor, a sostegno del titolo attribuitogli di fotografo della commedia umana.
Non viene tralasciato neanche il suo interesse per la filmografia. A fine percorso, proiettati per il pubblico, alcuni estratti dai due dei suoi più importanti documentari. Il primo, autoprodotto sulle Rangerettes del Kilgore College, si intitola “Beauty knows no pain“; il secondo, “The great pleasure hunt”, indaga gli anacronistici passatempi dei ricchi in eterna lotta con la noia.
La mostra, curata da Biba Giacchetti e allestita da Fabrizio Confalonieri, è stata promossa dalla Fondazione di Palazzo Ducale e sostenuta dal Comune di Genova; la rassegna si deve a Civita Mostre con la collaborazione di SudEst57.
Per conoscere tutte le novità in programma è consultabile il sito ufficiale di Palazzo Ducale.
Pamela Valerio