ROMA – Sono passati quasi 3 mesi da quell’ultimo giorno di febbraio, in quel di Dubai, dove Roger Federer vinceva la finale dell’ATP 500 col punteggio di 7-5 6-3 ai danni di un Novak Djokovic, in quell’occasione inferiore. Questa situazione non si presenta più. Da allora sono 21 le vittorie consecutive del serbo: Miami, Indian Wells, Montecarlo, ed ora anche gli Internazionali di Roma. Il serbo non si è fermato nemmeno per un pit-stop in questo 2015, mentre Nadal è ancora fermo ai box e Federer continua ad essere l’eterno secondo della stagione.
Già, ma Nadal non era il favorito una volta sulla terra rossa? Ma il maiorchino non ha più il tennis di un tempo, forse mancano le motivazioni, forse mancano i ritmi a cui lo spagnolo ci aveva abituato, avversari compresi. Per lui eliminazione ai quarti di finale, 7-6 6-2 a favore di uno Stan Wawrinka che ha disputato un ottimo torneo, conclusosi in semifinale contro lo svizzero Roger Federer. Peccato, perchè avremmo potuto rivedere un Nadal-Federer dopo molti mesi.
Dall’altra parte del tabellone fallisce anche Murray, che sul rosso quest’anno sembrava aver trovato la svolta. Lo scozzese, infatti, era reduce dalla vittoria al 1000 di Madrid dove ha sconfitto proprio il sopra citato Rafa Nadal, partendo da sfavorito del match. Tra lui e la terra battuta non c’è mai stato feeling, ma, Roland Garros escluso, per lo meno quest’anno l’ex vincitore di Wimbledon può vantare il suo primo Masters sul rosso.
Federer invece, ha aspettato Djokovic fino alla fine. E così ha fatto il serbo, e con lui tutta l’Italia, in attesa di un Federer non al 100% la cui partecipazione ai BNL Internazionali di Roma è stata in dubbio sino alla fine, Roger infatti è arrivato in Italia solo nella giornata di mercoledì, ma il suo tennis non è certo rimasto via. Finale da copione contro un Novak che ha sofferto solo (inaspettatamente) contro Almagro nella giornata di martedì.
Per Federer rimane il tabù Roma: insieme a Montecarlo infatti è l’unico sigillo mancante della bacheca dei trofei dello svizzero, che seppur ricca, è priva di un successo in terra italiana. Djokovic è apparso ingiocabile anche questa volta, per la ventunesima volta. Se tutto dovesse continuare così, forse staremmo assistendo ad un epocale cambiamento nella storia del tennis.
Ma a Djokovic manca un trofeo per entrare nell’Olimpo dei Campioni: il Roland Garros. Forse lo Slam parigino ci dirà, se Djokovic è pronto o meno, e per farlo, dovrà sconfiggere un Nadal che seppur acciaccato, ha vinto 7 volte questo titolo, ed un Federer che certamente non rimarrà a guardare.
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Raffaele Cianni