Contrariamente a quanto comunemente creduto, il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività non è una condizione che riguarda esclusivamente l’infanzia. La crescente consapevolezza sta sfatando il mito che si tratti di un disturbo collegato solamente ai bambini e che, pertanto, viene superato in toto quando si raggiunge la maturità.
Sempre più ricerche evidenziano come possa persistere o essere diagnosticato per la prima volta durante l’adolescenza o in età adulta, portando a un significativo aumento delle diagnosi ADHD in queste fasce d’età.
Cos’è l’ADHD
L’ADHD è un disturbo neuro-comportamentale caratterizzato da difficoltà nella regolazione dell’attenzione, iperattività e impulsività.
Spesso diagnosticato nell’infanzia, è stato tradizionalmente considerato una condizione che colpisce principalmente i bambini ma recenti studi e discussioni nel campo della psichiatria e della psicologia hanno evidenziato che non scompare necessariamente con l’età, ma può persistere o addirittura essere diagnosticato per la prima volta da adulti.
Sintomi che conducono alla diagnosi
I sintomi dell’ADHD negli adulti variano notevolmente e spesso si manifestano in modo diverso rispetto ai bambini.
I più comuni includono difficoltà a concentrarsi, a completare compiti, disorganizzazione, problemi nella gestione del tempo, e una tendenza a procrastinare.
Molte persone già maggiorenni sperimentano difficoltà nelle relazioni interpersonali e una sensazione costante di sottovalutazione delle proprie capacità. Una maggiore consapevolezza di queste caratteristiche sta conducendo ad un numero più alto di diagnosi che prima non venivano eseguite.
Adulti ADHD: come affrontare la quotidianità
La diagnosi di ADHD in età adulta può essere un momento di svolta significativo. Per molti, offre una spiegazione a lungo cercata per le sfide incontrate nel corso della crescita.
Fortunatamente, esistono molteplici strategie e risorse disponibili che aiutano a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita.
Possiamo parlare di terapie comportamentali, supporto psicologico, e talvolta trattamenti farmacologici. A tutto ciò si aggiungono la creazione di routine quotidiane, l’utilizzo di strumenti di organizzazione e la ricerca di sistemi di supporto che si rivelano essere di grande aiuto.
La crescente consapevolezza sta contribuendo a sfatare il mito che si tratti esclusivamente di una condizione infantile; con una diagnosi accurata e un approccio olistico al trattamento e al supporto, gli adulti con ADHD possono non solo affrontare le sfide legate al disturbo, ma anche sfruttare i punti di forza unici che spesso accompagnano questa condizione, come la creatività, la capacità di pensare fuori dagli schemi e l’energia dinamica.
Le difficoltà quotidiane
La quotidianità, che per molti è pura routine, può diventare un ostacolo dal punto di vista personale, professionale, sociale e relazionale per soggetti ADHD.
In ambito lavorativo, è particolarmente impegnativo rimanere concentrati su compiti monotoni o che richiedono un’attenzione prolungata.
Dall’esterno può essere percepita inefficienza e una scarsa valutazione delle prestazioni, nonostante il potenziale elevato che caratterizza questi soggetti.
La disorganizzazione e la difficoltà nel rispettare le scadenze complicano ulteriormente la situazione, influenzando negativamente la carriera e l’autostima.
Sul fronte personale e sociale, l’impulsività e le difficoltà di regolazione emotiva portano a conflitti o malintesi con amici e partner mentre la tendenza a dimenticare impegni o a procrastinare viene erroneamente interpretata come mancanza di interesse o di affidabilità.
Persino sul piano finanziario le cose non sono più facili: la gestione monetaria richiede maggiore organizzazione e controllo degli impulsi, così da imparare a gestire il budget con successo.