Lo scorso 9 dicembre, è cominciato l’iter in Commissione Affari Costituzionali delle proposte di legge circa la creazione di un Registro pubblico delle moschee e la creazione di un albo degli imam.
La prima è stata presentata da Daniela Santanché e altri parlamentari di FI e Lega Nord, la seconda invece da Elio Palmizio, parlamentare FI.
Le due proposte prendono le mosse da un “allarme sociale, pienamente giustificato”, citando il preambolo del testo della prima proposta. I deputati sostengono infatti che sia necessaria un’individuazione e una regolamentazione dei luoghi di culto attraverso la creazione di un Registro pubblico delle moschee. Le mozioni si inscrivono all’interno di un contesto internazionale teso, ricco di istruttorie, allarmismi e “sbarchi incontrollati”. La prima proposta cita la necessità di “contemperare i valori costituzionali di libertà religiosa e di culto con quelli della sicurezza e della pace sociale” e fa riferimento a come anche gli altri paesi europei si siano già mossi in questo senso, portando l’esempio di normative inglesi, spagnole, svedesi e rumene.
La seconda proposta, promossa da Elio Palmizio, riguarda invece la creazione di un albo per gli imam. I “responsabili dei luoghi di culto”, per potervisi iscrivere, devono risiedere in Italia da almeno cinque anni, non devono essere stati condannati per reati penali e non devono avere collegamenti con organizzazioni terroristiche. Tali criteri devono essere accertati dal Prefetto tramite gli organi di pubblica sicurezza; in mancanza di essi, lo stesso può richiedere la revoca dall’Albo al Ministero dell’Interno.
Durante l’esame del provvedimento, l’on. Cecconi del M5S ha dichiarato che «la proposta potrebbe creare discriminazioni a seconda dell’appartenenza ad una specifica confessione religiosa» e si chiede se tali forme di schedatura siano previste anche per altre confessioni; Fiano del PD, invece, ritiene opportuno che si chiariscano «i profili di legittimità costituzionale del testo della proposta», mentre Celeste Costantino di SEL “comprende le legittime preoccupazioni, ma si augura che i presentatori del provvedimento non strumentalizzino il delicato tema in discussione” dati gli allarmismi degli ultimi tempi e una certa convenienza a crearli di alcuni partiti.
Sabrina Carnemolla