La foresta dei Mashco Piro è a rischio per l'estrazione del legno
(Fonte: © Ministerio de Cultura de Perú)

I Mashco Piro, ritenuti il popolo incontattato più numeroso al mondo, vivono in un territorio ricco di risorse situato nell’Amazzonia peruviana, a rischio per via delle concessioni di taglio per il legno che da tempo stanno interessando l’area. Nelle scorse settimane, le organizzazioni The Federación Nativa del Río Madre de Dios y Afluentes (FENAMAD), Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana (AIDESEP) e Coordinadora de la Organizaciones Indígenas de la Cuenca Amazónica (COICA) si sono unite rilasciando una dichiarazione congiunta in cui viene sottolineata la «violazione sistemica dei diritti dei popoli indigeni» appoggiata dalla Forest Stewardship Council (FSC). All’organizzazione, infatti, è stato chiesto a gran voce di ritirare la certificazione rilasciata alla compagnia Canales Tahuamanu.

Quest’ultima è già attiva sul territorio dei Mashco Piro, in cui ha realizzato 200 km di strade che verranno utilizzate per l’estrazione del legno – le quali, da tradizione, rappresentano gli apripista allo sfruttamento massiccio dei territori della foresta amazzonica. Otto anni fa, il Governo del Perù ha denunciato l’abbattimento di alberi nell’area abitata dal popolo da parte dell’azienda. Eppure, ciò non è bastato a convincere la FSC a non concedere una certificazione alla compagnia per le sue “attività etiche”. Le organizzazioni amazzoniche hanno cercato il confronto con la Forest Stewardship Council in più occasioni, ma questo si è rivelato vano. E, così, nella loro dichiarazione congiunta hanno annunciato l’intenzione di boicottare in futuro «possibili spazi di dialogo».

Era il 2002 quando, in seguito alle campagne della FENAMAD, la Riserva Territoriale Madre de Dios ha visto luce. Realizzata dal Governo peruviano nell’intento di garantire un’area protetta per i Mashco Piro, questa tuttavia comprende solamente un terzo del territorio che l’organizzazione aveva reclamato. Molte delle zone in cui vive il popolo sono prive di tutela e in balia delle concessioni rilasciate per il taglio del legname. Quella ottenuta da Canales Tahuamanu è tra le più vaste e discusse: la progressiva distruzione della foresta, infatti, sta costringendo i Mashco Piro ad allontanarsi dal proprio territorio, con seri rischi per gli stessi.

Come affermato in precedenza, si tratta di un popolo incontattato. Ciò comporta la mancanza, per l’appunto, di rapporti con gli esterni. Sebbene comunità come queste rappresentino, da sempre, le “custodi” più esperte e attente alle aree che vivono (giocando un ruolo fondamentale contro la deforestazione), sono obbligate a fare i conti con violazioni dei loro diritti, discriminazioni e violenze che determinano un pericolo per le loro vite, oltre che per l’ambiente circostante. Se pensiamo ai Mashco Piro, l’impossibilità di coltivare e procurarsi le risorse necessarie al proprio sostentamento li spingono ad uscire dalla loro foresta, in direzione delle sponde dei fiumi.

Qui, si incontrano con la comunità degli Yine, un popolo contattato, esponendosi alla possibilità di incappare in epidemie che potrebbero portare ad esiti catastrofici per gli stessi Mashco Piro, i quali non presentano difese immunitarie per patologie comuni. Ciononostante, per il popolo – che riesce a comunicare con gli Yine, vista la parentela tra le lingue parlate – è possibile contare su questi ultimi per il reperimento di alimenti come yucca e banane dagli orti o di machete utili per la caccia e la raccolta. Diversi Yine, inoltre, hanno espresso il proprio appoggio nei confronti dei Mashco Piro, dando voce alla loro lotta.

Negli ultimi tempi, sono stati resi pubblici (da parte della FENAMAD), scatti che mostrano i Mashco Piro in territori circostanti la loro foresta, nei pressi di Monte Saldavo e Puerto Nuevo. Immagini che testimoniano chiaramente la presenza di un popolo che le aziende esportatrici di legno sembrano intenzionate a far rimanere nell’invisibilità. Nessuna segnalazione, infatti, è giunta da parte dei taglialegna impegnati nei lavori della Canales Tahuamanu. Mentre un membro degli Yine ha riferito di aver sentito dire a un Mashco Piro che «gli uomini vestiti di arancione (il colore delle tute dei taglialegna, ndr) sono persone cattive».

La compagnia si sta difendendo affidandosi ai tribunali: negli scorsi mesi, la Canales Tahuamnu ha addirittura portato a processo la FENAMAD, dopo che quest’ultima ha puntato il dito contro l’azienda e alla sua attività di prelevazione del legno in territori indigeni all’epoca della pandemia di Covid-19. L’organizzazione ha perso la causa ed è stata obbligata a sostenere pubblicamente il lavoro svolto dall’azienda. Le foto pubblicate dalla FENAMAD, ad ogni modo, hanno ottenuto un’eco mediatica internazionale portando la FSC ad ammettere, finalmente, di essere a conoscenza della presenza dei Mashco Piro e di aver ignorato gli appelli delle organizzazioni amazzoniche. La Forest Stewardship Council, tuttavia, non ha fatto alcun passo indietro rispetto alla sua certificazione.

Cindy Delfini

Cindy Delfini
Classe '97, Milano. Studio scienze Politiche, Economiche e Sociali, con un forte interesse verso i diritti civili. Sono appassionata di arte nelle sue diverse forme di espressione: musica, danza, cinema, serie TV, letteratura.

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