A poche settimane dall’inaugurazione della tanto discussa TAV di Afragola emergono non poche problematiche riguardanti questa “grande opera”.
La TAV di Afragola è stata inaugurata il 6 giugno di quest’anno, e già in quest’occasione non sono mancate le polemiche e le manifestazioni NO TAV, sfociate poi in scontri, che hanno posto alcuni dubbi sulla proprietà dei terreni e sulla legittimità del loro utilizzo in relazione anche a degli omicidi sospetti avvenuti nei giorni immediatamente precedenti.
Questa “grande opera” è costata 85 milioni di euro, ma ciò nonostante non sono poche le problematiche che si sono presentate a pochi giorni dall’avviamento della TAV.
Nella giornata di sabato, infatti, gli addetti alle pulizie della stazione La Porta Del Sud si sono trovati a dover fronteggiare le infiltrazioni d’acqua che penetravano nella stazione in seguito alla forte pioggia di quella giornata.
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Le infiltrazioni d’acqua, però, non sono l’unico problema che ha riscontrato la stazione TAV di Afragola.
Il sopralluogo dei carabinieri dei Nas, ordinato dai magistrati della Procura di Napoli Nord, ha infatti portato alla chiusura di alcune attività commerciali sprovviste di documenti e al sequestro del parcheggio adiacente alla stazione e fatto emergere le numerose mancanze di questa stazione, tra cui uscite di sicurezza a norma, kit per il pronto soccorso, defibrillatori e condizionatori di aria funzionanti.
Al momento non c’è alcuna certezza sulla presunta presenza di rifiuti tossici sepolti nel suolo sottostante la nuova stazione ferroviaria di Afragola.
Quest’ipotesi, però, non è così poco plausibile come si vuol far pensare.
Si ricordi che i terreni dove ora sorge la stazione TAV prima facevano parte del così detto “triangolo della morte”, presso il quale per anni la camorra ha gestito affari milionari con le multinazionali del Nord per smaltire rifiuti tossici a basso prezzo: bidoni pieni di amianto, di materiali di scarto di lavorazioni industriali di aziende chimiche e farmaceutiche.
Furono le stesse confessioni del boss Gaetano Vassallo, legato al clan dei Casalesi, a confermare l’uso di queste terre come discariche, che fruttarono alla camorra ben 27 milioni di euro nell’arco di tre anni.
“Nell’Agro Nolano ci sono problemi dagli anni ’80. Anche nel Triangolo della Morte, compreso tra Nola, Marigliano e Acerra, si muore di tumore. Qui ci sono discariche aperte inondate di rifiuti, nessun incendio, ma nella mia terra c’era una agricoltura fiorentissima. Ora, siamo stati violentati, ci hanno depauperati e stiamo facendo la stessa fine della Terra dei Fuochi, che ha più attenzione mediatica. Nessuna tv, invece, parla del Triangolo della Morte” spiegò Don Aniello Manganiello, conosciuto come prete di frontiera di Scampia ma originario di un piccolo comune nell’agro Nolano al giornale DIRE quando queste notizie ebbero un forte interessamento mediatico.
È in questi luoghi che, quindi, è sorta la nuova stazione TAV di Afragola e ciò porta a pensare che le numerose supposizioni della presenza di rifiuti tossici nel sottosuolo della stazione non siano un’ipotesi così azzardata.
Andrea Chiara Petrone