Napoli – Con i voti del centrosinistra è stata approvata la legge regionale sulla gestione del servizio idrico.

Mentre Oliviero del Pd illustrava il disegno di legge, firmato dal presidente della Giunta Vincenzo De Luca e dal suo vice con delega all’Ambiente, Bonavitacola, i comitati dei cittadini per l’acqua pubblica e i consiglieri del Movimento Cinque Stelle chiedevano a gran voce di rispettare la volontà dei cittadini campani  (alludendo al referendum del 2011 con cui hanno chiesto che l’acqua ritorni pubblica).
Allora Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania, visto il clima di tensione in aula, ha sospeso l’assemblea per ben quattro volte.
Poi, l’occupazione dell’aula da parte dei consiglieri del M5S insieme ad un gruppo di attivisti e intanto, velocemente, i lavori sono andati avanti e la legge sulla gestione delle acque è passata: ventisei articoli in venti minuti.

Per il degenero della situazione in aula e per l’approvazione stessa della legge, sono scattate immediatamente le critiche.

Stefano Caldoro, ex governatore della Regione Campania, afferma: “Oggi rissa in Consiglio regionale e caos istituzionale. Questa è la peggiore Campania”.

E ancora, il sindaco Luigi De Magistris: “Con queste leggi, che sono obbrobri giuridici, si sta sovvertendo la volontà popolare”.

Per il Movimento Cinque Stelle, invece, è il deputato Luigi Gallo a spiegarci la loro posizione in merito alla questione.

  • Perché il M5S si oppone alla legge “Salva Gori”?
    Perché con questa legge il governo campano decide di portare 122 milioni di bollette sui cittadini. C’è stato un golpe per riportare centinaia di milioni di debiti GORI sulle spalle dei cittadini che solo qualche giorno fa avevano vinto un ricorso al Tar contro la società privata. 

    In buona sostanza con questa legge si va contro una sentenza del TAR, il quale ha annullato 122 milioni di bollette perché illegittime oltre ad una sanatoria che renderebbe leciti gli aumenti tariffari.
    Il PD campano insieme a De Luca hanno cancellato totalmente ogni forma di rispetto verso i cittadini onesti che, con questa legge, saranno costretti a pagare un bene pubblico alla “Gori S.p.A”. La legge “Salva-Gori” è una scelta scellerata del PD che riversa sulle spalle dei cittadini onesti,i quali vivono già in una situazione economica disagiata. 

E conclude informando che la battaglia “anti-Gori” non è conclusa e che è viva la pretesa di una legge regionale che rispetti la volontà referendaria: “Il 28 novembre ci sarà una mobilitazione per  contrastare questa legge”.

Antonietta Lisbino

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