Il bonus dell’Irpef non ha, sostanzialmente, cambiato la pressione fiscale sulle famiglie, andando ad aumentare addirittura in media con l’aumento delle tasse sui consumi.
Secondo l’indagine del sindacato CISL il Bonus IRPEF da 80 euro ha finito per essere praticamente annullato dalla tassazione locale. Questi i dati emersi dal rapporto della sigla sindacale sul peso del Fisco in Italia. La tassazione locale “continua a crescere” secondo i CAF del sindacato, mentre la tassazione salariale resta comunque costante, anche se tende a “spostarsi dal reddito verso i consumi“.
“Nel complessivo la pressione fiscale cresce: quella sulle famiglie aumenta dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014”. Dunque, a beneficiare del bonus varato da Renzi sono state 8,6 milioni di famiglie italiane, un terzo del totale, per un importo medio di 683 euro.
“Crescono le addizionali (regionali e comunali, queste ultime soprattutto tra 2012 e 2013, in corrispondenza dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa) ed è reintrodotta la tassazione sulle prime case (dall’Imu 2012 alla Tasi 2014) la quale, in alcuni casi, significa aumento rispetto al passato. E a ciò non corrisponde una pari riduzione di quelle erariali”
Quanto al bonus, lo stesso avrebbe determinato una redistribuzione a favore delle famiglie dei lavoratori dipendenti. Il tutto è andato a scapito di pensionati, autonomi, e contribuenti generalmente a bassissimo reddito. Nel medio termine la Cisl calcola che “Il bonus e gli aumenti di detrazioni per familiari e per lavoro dipendente intervenuti dal 2010 sono stati, nel complesso delle famiglie, più che compensati dall’aumento dell’Iva, accise ed addizionali Irpef. Solo le famiglie dei lavoratori dipendenti conservano, in media, un piccolo beneficio“.
L’incidenza dell’Irpef è passata dal 20,35% al 19,3%, quella di Iva e accise dal 9% al 10,1%. In conclusione, la pressione fiscale sulle famiglie è aumentata dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014.
Per le fasce sociali più debole, quindi, la crisi (dati alla mano), sembrerebbe quindi tutt’altro che passata.
Pier Gaetano Fulco