Nel 1809, all’età di sessant’anni, J.W. Goethe pubblica Le affinità elettive, un meraviglioso romanzo d’amore che analizza le relazioni umane sottoponendole alle inevitabili leggi naturali della somiglianza e dell’opposizione.

Ma cosa sono queste affinità elettive?

“Sono legami  che fanno sì che perfetti estranei si capiscano a prima vista, che siano spiritualmente e psicologicamente affini, mentre persone che affondano le radici nello stesso terreno non si capiscono neppure parlando”

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René Magritte, Gli amanti, 1928, olio su tela

La trama del romanzo ruota attorno a quattro personaggi: Eduard, Charlotte, il Capitano e Ottilie. I primi due, che chiamaremo A e B (per dirla alla Goethe), vivono felicemente nella loro nuova casa fino a che le loro vite vengono sconvolte dall’entrata in scena del Capitano, il nostro fattore C. Quest’ultimo infatti viene accolto dai due protagonisti dopo aver perso il lavoro e mette in crisi l’equilibrio della coppia poichè Charlotte comincia a provare per lui una sorta di attrazione, che verrà ben definita con il dispiegarsi della trama del libro.

“Fu come se un colpo di fulmine si abbattesse su Charlotte. Il conte non si accorse di nulla, giacchè le donne, sempre abituate a controllarsi, anche nei casi più straordinari, mantengono una sorte di padronanza apparente. Ma già ella non udiva più ciò che diceva il conte… […] Charlotte era intimamente dilaniata. Stupita da se stessa non riusciva a spiccicare parola ma si accorgeva sin troppo bene. Finalmente arrivò il Capitano, ma con che occhi diversi lei vedeva ora l’amico! Con un inchino affrettato si voltò e corse giù ma già a metà strada le sgorgarono le lacrime dagli occhi e si abbandonò completamente al suo dolore, a una passione, una disperazione che solo pochi istanti prima non avrebbe neppure lontanamente supposto.”

Una sera, dopo cena, i tre si ritrovano in salotto. Eduard e il Capitano cominciano a discorrere di “fatti da uomini”, Charlotte prende un libro e legge, quando all’improvviso i due le si avvicinano chiedendo cosa stesse leggendo e lei:

“Ho sentito parlare di affinità e ho subito pensato ai miei affini ma mi accorgo che si sta parlando di cose completamente inanimate. Vorreste brevemente spiegarmi che cosa si intende per affinità?” rivolgendosi al capitano.

Egli, che non aspettava altro per dare prova delle sue conoscenze, subito si lancia nella dettagliata spiegazione dell’argomento:

“Il termine affinità si usa perché pare proprio che un legame venga preferito all’altro, venga scelto in luogo dell’altro; ma alla fine, forse, è solo una questione di circostanze. La circostanza crea legami così come crea ladri. […] Purtroppo conosco un sufficiente numero di casi in cui un legame intimo, apparentemente indissolubile, tra due creature è stato sciolto dal casuale aggiungersi a loro di una terza, e una di loro, prima così strettamente legata, è stata cacciata nel grande vuoto. L’attrazione, l’affinità, quest’ abbandonarsi, questo riunirsi a croce, dove quattro esseri sin qui legati a due a due, messi a contatto tra loro lasciano il precedente legame per contrarne uno nuovo. In questo lasciar andare e afferrare sembra davvero di vedere una determinazione superiore. Conferiamo a queste creature una sorta di volontà e di scelta, e giudichiamo perfettamente giustificata l’espressione tecnica di affinità elettive”

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Ebbene, poco dopo entra in scena il quarto personaggio, Ottilie, che inspiegabilmente attira le attenzioni del nostro Eduard. Ottilie è invitata a vivere nella tenuta dall’adorata zia Charlotte perchè quest’ultima era stata avvertita dalla scuola che la ragazza era troppo introversa e timida per un’educazione collegiale. Ad occupare la casa, a questo punto, sono in quattro e le forze naturali di affinità cominciano a manifestarsi. Eduard si tormenta, non vuole ammettere a se stesso ciò che prova per la dolce Ottilie, Charlotte lotta contro la travolgente forza che la spinge verso il Capitano; tutti e quattro i personaggi cercano di raccontarsi un’altra verità, si dicono che non sta succedendo nulla, che tutto continua come al solito. Ma ben presto Charlotte si accorge delle attenzioni del marito per la nipote e, quando il Capitano parte per un’offerta di lavoro, dice a Eduard di voler mandare Ottilie in un collegio fuori città per ritrovare la stabilità matrimoniale; Eduard è fuori di sè e decide di partire affinchè la moglie non allontani la ragazza dalla tenuta. Quando Charlotte scopre di essere incinta richiama il marito alla tenuta ma le affinità elettive hanno agito già in profondità: Eduard si rifiuta, lamentando il dolore per la lontananza dall’amata.

Eduard è il nostro romantico per eccellenza, ma è anche un fatalista tanto che parte per la guerra promettendosi che se non morirà vorrà dire che il suo destino è quello di vivere per stare con Ottilie. In effetti scampa alla guerra, e avvisa il Capitano del suo ritorno invitandolo a ritornare per persuadere Charlotte a rompere ufficialmente il matrimonio. Ottilie, intanto, è in crisi per il ritorno dell’uomo perchè sente che l’amore che prova non è giusto nei confronti della zia che l’ha accolta, e si confida con Charlotte:

«Se la tua decisione di rinunciare a Eduard», le rispose Charlotte, «è così ferma e irrevocabile, guardati soltanto dal pericolo di rivederlo»

Perchè la chimica, si sa, agisce solo su due corpi che si trovano fisicamente vicini. Ma la nostra Charlotte che è una razionale, evidentemente, non aveva messo in conto che si trovavano in un terreno ben più complicato di qualche legge naturale scientificamente spiegabile, il terreno dell’amore, irrazionale e senza confini. Ormai il matrimonio è disgregato e nemmeno la nascita di Otto, il figlio di Charlotte e Eduard, metterà le cose a posto. Tanto che la storia finirà in tragedia con la morte di Ottilie e quella di Eduard per via di una disgrazia capitata a Otto: durante una passeggiata con Ottilie, Otto annega nel laghetto e la ragazza si sente così responsabile da non mangiare più fino a consumarsi. Eduard che l’amava più di se stesso si lascia morire anch’egli.

Il talento di Goethe sta nell’aver affrontato per primo in un romanzo, e in modo eccellente, i movimenti di queste forze applicandoli a persone e creando un capolavoro della letteratura dell’Ottocento. Non è sorprendente perchè già il Werther e il Faust avevano riscosso incredibile successo ma la fortuna e la bellezza stanno nella novità dell’argomento e nella capacità di raccontarlo con l’andamento tipico del romanzo.

Maria Pisani

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