Sabato 15 ottobre si sarebbe consumata una pagina alquanto buia della militanza studentesca, un gruppo di attivisti dell’Unione degli Studenti Benevento avrebbe ricevuto aggressioni fisiche e verbali da parte dei “colleghi” del Collettivo Autonomo Studentesco.
Per fare chiarezza e ricostruire i fatti ci atteniamo al comunicato dell’organizzazione beneventana con tanto di registrazione audio dell’aggressione. Si apprende che intorno alle 21.15 circa ci sarebbe stata un primo agguato da parte di un gruppo di 15 militanti del CAS nei confronti di una ragazza dell’UdS nei pressi del Liceo Classico “Pietro Giannone”. La suddetta ragazza avrebbe ricevuto percosse e insulti pesanti da parte degli aggressori, e sarebbe riuscita a svincolarsi solo dopo reiterate minacce.
Un secondo militante minorenne dell’Unione degli Studenti poco dopo questa prima aggressione sarebbe stato percosso presso Piazza Risorgimento. La terza aggressione avrebbe invece avuto come “ring” piazza Vari; due ragazzi maggiorenni facenti parte dell’esecutivo dell’UdS benevento sarebbero stati inseguiti e minacciati dai membri del CAS. Si apprende infine che addirittura uno degli aggressori avrebbe suggerito alle vittime di “girare guardiati da quel momento in poi”. La diffusione dell’accaduto è stata repentina, anche grazie agli strumenti social. La causa scatenante della diatriba sarebbe stata un’accusa di fascismo da parte dei militanti dell’UdS ai membri del collettivo proprio tramite la piattaforma di Facebook.
Non essendoci ancora conferme dell’accaduto non si può semplicemente che condannare qualsiasi atteggiamento di repressione ideologica e politica. I contrasti tra il collettivo ed il sindacato si erano inaspriti dopo la manifestazione del 7 Ottobre quando, l’UdS aveva denunciato un impedimento ai loro interventi pubblici da parte dei militanti del CAS; versione poi smentita dallo stesso collettivo tramite una nota della proprio pagina Facebook.
L’esecutivo territoriale dell’UdS Benevento dichiara che il fine del comunicato sull’aggressione è ” quello di informare, di far sapere alla città e agli studenti che i soprusi vanno combattuti, specialmente se coadiuvati dalla violenza! Non si può fare politica difendendo i diritti degli studenti e delle studentesse rischiando di subire violente aggressioni di questo tipo.”
Sorprendente è il fatto che ancora oggi ci siano diatribe e contese all’interno delle città per una sorta di dominazione territoriale, senza considerare che la politica popolare dovrebbe essere libertà d’espressione e di manifestazione. Andrebbe fatta anche una riflessione doverosa sul come i social network, che dovrebbero unificare e connettere, creano spesso alterchi e fraintendimenti che sfociano in situazioni poco ortodosse, basti ricordare i tanti casi di cyberbullismo e di suicidi post insulti social che riempiono il panorama della cronaca italiana fin troppo spesso.
https://www.youtube.com/watch?v=lTsx_SU8pkg&feature=youtu.be
Manuel Masucci