Anche quest’anno si sono svolte le tanto discusse prove Invalsi. Gli studenti di seconde e quinte elementari, prime e terze medie e, infine, delle seconde superiori, sono stati chiamati a confrontarsi col test ministeriale. Ma cosa sono le famose prove Invalsi?

Sono dei test standardizzati, elaborati dal Ministero dell’Istruzione, per la valutazione dell’apprendimento degli studenti delle sopracitate classi, in italiano e matematica. A questo punto ci si interroga sulle finalità del test. Ufficialmente il Ministero ritiene questi test importanti affinché “Il Ministro conosca il livello di apprendimento e di preparazione degli studenti italiani su una scala macroeconomica, finalizzata a decidere quali interventi migliorativi attuare e ove attuarli“.

Dal canto loro genitori e insegnati sono alquanto preoccupati; i primi perché temono che le prove possano avere un’incidenza significativa sulle carriere scolastiche dei propri figli e che la valutazione finale complessiva da parte dei docenti nei confronti degli studenti possa essere “condizionata” non poco. Gli insegnanti invece temono che tali valutazioni nei confronti degli studenti siano il primo passo verso una differente retribuzione tra gli istituti, sulla base dei risultati emersi dai test. Altri ancora sostengono che tali differenze retributive possano emergere anche tra Regioni o Province. Puntuali le rassicurazioni governative: i test non influiranno in alcun modo nella carriera scolastica dei ragazzi, non potranno in alcun modo influire né sostituire l’operato del docente. Tantomeno hanno finalità di “classificazione” su scala economica. Semplicemente ci si allinea ad una politica scolastica Europea: in quasi tutti i paesi occidentali si convive con una politica valutativa all’interno delle scuole.

Detto ciò, quest’anno il Ministero aveva fatto sapere di aspettarsi uno svolgimento delle prove in un clima quantomeno “sereno”: come ampiamente previsto ciò non è accaduto. In moltissime scuole la prova è stata boicottata. Dopo lo fotopetizioni e i blitz dei giorni scorsi, giovedì si è avuto il boicottaggio vero e proprio: Su molti test (prove invalsi), sono apparse le scritte “Studenti, non numeri“, in altre scuole si è passato alla lettura di romanzi durante la prova. Altri ancora invece hanno consegnato le prove invalsi scarabocchiate o decorate con disegni quantomeno creativi. In attesa dei risultati del MIUR si può affermare che la posizione degli studenti sia stata quantomeno chiara per quel che riguarda il test: lo considerano dannoso e discriminatorio. Gli studenti vedono il test come una mera operazione per classificare e “schedare” ognuno, rendendo il percorso scolastico una semplice “ricezione di nozioni” al fine di svolgere il test stesso. Proprio gli studenti chiedono una valutazione narrativa, cioè una descrizione del voto ottenuto, al fine di poter colmare le proprie lacune nel percorso formativo. Sembra quindi non esserci, ancora una volta, un dialogo tra la gente comune e il Governo, che procede nelle proprie politiche in maniera sempre più autoritaria.

Il tanto atteso clima di serenità quindi non c’è stato, creando forti tensioni anche tra alunni e docenti. All’Istituto Magistrale Pasquale Villari di Napoli, per esempio, si è verificato uno spiacevole caso di intolleranza: una studentessa, I.V., durante il test ha chiesto al proprio docente di poter uscire dall’aula perché sentiva di stare per avere un malore. Il docente le ha però negato l’uscita e, poco dopo, la ragazza ha accusato l’annunciato malore, cadendo svenuta sul pavimento.

Ho chiesto al professore di uscire” – ci dice I.V – “Io sono soggetta ad avere frequentemente questo genere di malori e il docente lo sapeva. Tuttavia, con mia sorpresa, mi ha negato l’uscita, conscio dei miei problemi. Appena ho accusato il malore lui è uscito fuori dall’aula e, poco dopo ha preso il cellulare per chiamare un’ambulanza. Nel momento in cui ha visto che rinvenivo però, ha reputato opportuno bloccare l’arrivo dell’ambulanza stessa e continuare la prova“. Reputo opportuno” – conclude I.V. – “Che i test siano boicottati. Sono totalmente inutili, anzi dannosi. Inoltre hanno un costo e, dato che frequento un istituto scolastico che cade a pezzi e che avrebbe bisogno di una profonda opera di manutenzione, credo che questo denaro debba essere speso per il recupero dell’istituto, piuttosto che per questo test inutile.

Domenico Vitale

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