Dal suo debutto su Netflix lo scorso 23 Novembre, Mercoledì, titolo originale Wednesday, continua a far parlare di sé. Per ben sette settimane di fila la serie ha scalato le classifiche e ha battuto una serie di record. Fa infatti parte di una ristretta cerchia di serie TV ad aver superato i 5 miliardi di minuti visualizzati nelle prime settimane.
La serie ha tutte le carte in regola per essere un fenomeno mondiale e gli ingredienti giusti per essere apprezzata da grandi e piccini. Non mancano infatti il teen drama e il tema dell’inclusività, elementi immancabili della piattaforma di streaming, ai quali si aggiungono intrecci amorosi, un po’ di humor e quel tocco di crime mistery che non guasta mai. Ingredienti che, nell’insieme, hanno contribuito a influenzare il nostro modo di vedere il mondo e, perché no, la morte.
Mercoledì: fenomeno mondiale che sta cambiando il modo di vedere il mondo
La storica Famiglia Addams è presente nell’immaginario collettivo a partire dagli anni ’30 del secolo scorso, quando Charles Addams disegna le sue iconiche vignette presentando gli Addams come l’antagonista della tipica famiglia americana. Successivamente questa famiglia atipica e macabra, ma che proprio per i suoi aspetti più cupi e strambi suscita una certa simpatia, comincia a comparire sul piccolo schermo negli anni ’60 e sul grande schermo negli anni ’90, nella versione che probabilmente la maggior parte di noi conosce meglio. Pur rimanendo in parte fedele alle sue antenate, la versione della Famiglia Addams del XXI secolo è una proposta del tutto nuova.
Con un cast eccezionale, tra cui Catherine-Zeta Jones e Christina Ricci, vero e proprio easter egg della serie, e una regia da brividi con Tim Burton come sceneggiatore e regista di quattro degli otto episodi, la serie non è incentrata sulla tradizionale Famiglia Addams. Come è facilmente intuibile dal titolo, in Mercoledì il focus viene portato sulla figlia maggiore, che non è più la bambina delle versioni precedenti, bensì è un’adolescente che vive pertanto tutte le complicanze della propria età.
Non riuscendo a trovare il suo posto tra i coetanei, il liceo diventa per Mercoledì una vera e propria tortura, di certo non una di quelle che lei avrebbe apprezzato. È per questo che cambia numerosi licei fino ad arrivare alla Nevermore Academy, la scuola dei suoi genitori, luogo di incontro e rifugio per i “reietti” della società, ovvero persone emarginate per la loro eccentricità o per i loro poteri soprannaturali, come sirene, gorgoni, lupi mannari e tanto altro. È tra le mura della Nevermore che Mercoledì si trova faccia a faccia con gli spettri del passato della famiglia, ma anche con minacce presenti, come il difficile inserimento anche tra i reietti e soprattutto il mostro che miete continuamente vittime nella cittadina. Mentre scrive il suo romanzo giallo, Mercoledì non riesce a tenersi alla larga dal pericolo e, con il suo fedele alleato, Mano, e con il supporto dei suoi amici, arriverà a capo dei misteri che minacciano la scuola e non solo.
Tra intrecci che avvicinano sempre di più la storia a un teen mistery con tanto di soprannaturale, un classico di Netflix, tra atmosfere gotiche e un macabro sarcasmo, firma burtoniana, Mercoledì ci porta in un mondo diverso, quello dei reietti, mettendo in discussione tutto ciò che nella società contemporanea viene etichettato come “normalità” e influenzando notevolmente il nostro modo di vedere le cose.
Per avere un’idea dell’influenza della serie, non si può non menzionare il balletto inventato dalla Ortega e ispirato ai passetti della piccola Addams degli anni ’60, diventato iconico e virale. I pochi passi improvvisati sul set hanno riportato in auge una canzone di Lady Gaga di più di dieci anni fa, mentre bambini, adolescenti, adulti e anche celebrità si dilettano sui social più vari a imitare i passi della giovane e talentuosa attrice. I passi hanno fatto così rumore da essere riproposti dalla pattinatrice russa Kamila Valieva in occasione dei Campionati Nazionali 2022!
Se questo è uno degli aspetti “visibili” del fenomeno Mercoledì, è innegabile che la serie ci ha influenzato inconsciamente anche in altri modi. Senza rendercene conto ci si è arrivati a una “normalizzazione” di ciò che finora si criticava e di cui si aveva timore. Infatti, pur rifiutando ogni tipo di classificazione tra normale e anormale, è indiscutibile il cambio di prospettiva proposto dai registi, i quali portano volutamente in scena la differenza tra normale e bizzarro, proponendo una consapevole divisione della società tra i “Normali” e i “Reietti”, coloro da cui i primi si tengono alla larga per timori e pregiudizi radicati nella società fin dal Medioevo. Rispetto alle versioni precedenti, i membri della famiglia Addams non sono più gli unici personaggi fuori dagli schemi. Essi sono piuttosto solo alcuni tra i tanti personaggi freak della società moderna ed è forse questa la novità principale: se gli “strambi”, o meglio i reietti, sono tanti e non più una sola famiglia, questo vuol dire che la famiglia Addams non è poi così “anormale”. Il macabro, lo strambo, l’atipico, pur se ancora emarginato, assume sempre più le sembianze della tanto idolatrata normalità, mettendo in discussione il concetto stesso di “normalità”, attorno al quale i registri e gli sceneggiatori giocano di buon gusto.
Una sorta di normalizzazione riguarda anche una delle tematiche ricorrenti in tutte le versioni degli Addams: il rapporto con la morte. “Da quando mi avete abbandonata mi hanno inseguita, stregata, e hanno tentato di uccidermi”, afferma Mercoledì entusiasta e con un macabro sorriso stampato in viso mentre racconta ai suoi genitori della sua prima settimana alla Nervermore. Si potrebbe essere più felici?
Così come quando, entrata di soppiatto nella sala mortuaria, per nascondersi si stende in una cella mortuaria e quando Mano le dà il via libera, lei cosa fa? “Ancora 5 minuti” – chiede, quasi stesse stesa su un lettino alle Maldive a prendere il sole. Da questi esempi e da tanti altri piccoli accorgimenti si comprende che per Mercoledì la morte non è qualcosa da temere, non spaventa affatto, è piuttosto un aspetto della vita che intriga e di cui vale la pena saperne qualcosa in più, quasi fosse un’altra materia da studiare. È anche per questo che dinanzi alla morte di Rowan Mercoledì è sì disarmata, ma non per paura, piuttosto perché quella morte tragica dinanzi ai suoi occhi cela troppi misteri che lei sente di dover scoprire e svelare.
In momenti come questi è riconoscibile e particolarmente apprezzabile lo zampino di Burton. La morte è infatti un topos della produzione del regista ed egli stesso in un’intervista riguardo La Sposa Cadavere ha affermato quanto segue: “Ho avuto un’educazione puritana secondo cui la morte è una cosa tetra e spaventosa. Però tutti dobbiamo morire, e io mi sono sempre sentito più vicino alle culture in cui la morte è considerata un po’ di più come parte della vita”.
In Mercoledì Tim Burton riversa molto di sé e della propria esperienza personale, toccando forse proprio in questi attimi dei livelli elevati di spettacolo. Come la ragazza, il regista ha sempre ammesso di essersi sentito un emarginato nella società e nel contesto in cui è cresciuto e in cui vive, schivo, chiuso e solitario, come Mercoledì e gli altri personaggi nati dal suo genio creativo. In un’altra intervista Burton racconta un episodio della propria adolescenza che sembra aver ricreato nella scena del ballo: «Nel 1976 andai al ballo del mio liceo. Era lo stesso anno in cui uscì Carrie – Lo Sguardo di Satana al cinema e io, quella sera, mi sentivo come una versione maschile di Carrie. Quella sensazione di dover stare lì per forza ma di non sentirsi parte di quello che ti succedeva intorno… Quei sentimenti non ti lasciano, per quanto tu possa volerlo. Mercoledì ha il mio stesso sguardo sul mondo». E Carrie-Lo Sguardo di Satana deve essersi impiantato nella memoria del regista, tanto che sembra avergli reso omaggio nella scena del ballo quando il figlio del sindaco e i suoi amici fanno piovere sangue su tutti i ragazzi in pista. Nell’horror diretto da Brian De Palma e ispirato ad un romanzo di Stephen King, i reietti hanno vissuto una scena molto simile a quella della protagonista del film, oltre al riferimento al film sugli Addams del 1991 in cui proprio Mercoledì con suo fratello Pugsley versano sangue finto su tutti gli spettatori durante una recita scolastica.
Con tanti riferimenti alle versioni precedenti, ma anche tanti omaggi a film e registi di generi affini, i registri sono riusciti a lasciare lo spettatore col fiato sospeso fino all’ultimo secondo, lasciando aperte diverse domande: dove viene portato Tyler? Chi manda quegli SMS a Mercoledì? Uno stalker degno di -A di Pretty Little Liars, un suo amico, o un misterioso nemico? Mentre attendiamo la seconda stagione, Mercoledì continua a battere record, a scalare classifiche, ma soprattutto a ribaltare e mettere in discussione la visione accreditata fino a questo momento della società moderna.
Nunzia Tortorella
gradualmente i film sono entrati nelle nostre vite…