Centro nevralgico della Napoli metropolitana, Piazza Garibaldi costituisce il cuore dal quale diramano le linee ferroviarie della stazione centrale, della circumvesuviana, gli stazionamenti di autobus e taxi, circondati da alcuni tra i più grandi e storici alberghi della nostra città.

Piazza Garibaldi rappresenta la metafora ideale di Napoli: un mix di culture antiche e contemporanee, popolata da persone quanto mai assortite, caotica e in continua evoluzione. In quando punto di raccordo e di snodo, si intrecciano una piccola China town, diverse comunità africane e popolazioni dell’Est europeo, senza dimenticare il numero altissimo di passeggeri, studenti, turisti, lavoratori,che ne fanno la settima stazione italiana per flusso di viaggiatori.

La sua nascita, risalente al periodo successivo all’Unità d’Italia, arriva in concomitanza con la creazione di uno scalo ferroviario per la Strada dei Fossi, vale a dire l’attuale Corso Garibaldi. Aperta al pubblico solo nel 1867, i lavori per la sua costruzione furono avviati nel 1860, grazie al progetto dell’ingegnere francese Paul Amilhan e del collega italiano Nicola Breglia. Fino a quel momento, Napoli aveva goduto della presenza di due stazioni adiacenti, situate sempre lungo la Strada dei Fossi: la stazione della società Bayard, capolinea della ferrovia per Salerno, e la stazione della società Regia, capolinea della ferrovia per Roma. La nuova stazione, realizzata in stile neorinascimentale, rappresentava una tra le migliori opere dell’architettura postunitaria, con i suoi 3 padiglioni circondati da un giardino, al cui interno vi era la fontana della Sirena, oggi ospitata a Piazza Sannazzaro.

Con il passare del tempo, il suo nome ha subito diversi cambiamenti: dapprima battezzata come Piazza della Stazione o della Ferrovia, essa diventerà poi nel 1891 Piazza dell’Unità d’Italia, per volere dell’allora Commissario Regio, Giuseppe Saredo. Bisognerà attendere il 1904 per l’inaugurazione della statua di Giuseppe Garibaldi realizzata dall’artista Cesare Zocchi e situata al centro di quella che, da quel momento in poi, sarebbe diventata la sua omonima piazza, subendo l’ultimo e definitivo cambiamento. Il monumento e la dedica sono affini a quella che è la politica dei primi anni del regno sabaudo, connessa all’esaltazione dei fautori dell’Unità.

Se la storia del suo cambiamento formale è piuttosto breve, altrettanto non si può dire per quanto concerne la storia del suo ampliamento. La statua dell’eroe dei due mondi, originariamente situata in posizione centrale, oggi ci appare decentrata verso sinistra, proprio a causa della sua espansione architettonica. Al momento della sua nascita, la ferrovia contava sei binari. Con il passare degli anni, la sua capacità si dimostrò limitata e insufficiente per accogliere il traffico ferroviario della città di Napoli, che cresceva notevolmente.

Pertanto nel 1925, il numero dei binari crebbe ed essi furono sposati al fine di ottenere un piazzale interno più grande. Il piano regolatore elaborato nel 1939 prevedeva l’eliminazione della stazione, costituita allora soltanto da installazioni provvisorie di binari, e il suo spostamento verso la periferia est di Napoli. Ad impedire la messa in atto del piano fu lo scoppio della seconda Guerra Mondiale, che causò numerosi danni alla struttura, in quanto la sua copertura di ferro e vetro fu distrutta per ricavarne materiali bellici. Nel dopoguerra, perseguendo la politica all’insegna del risparmio, non furono intrapresi progetti di cambiamento, ma ci si adoperò per rendere la stazione meno provvisoria. Nel 1960, a conclusione dei lavori di Pierluigi Nervi, Bruno Zevi e di altri tra i migliori architetti italiani, l’aspetto della piazza somigliava a quello a noi oggi noto: fu infatti demolita la stazione centrale e riedificata un po’ più indietro, con il suo tetto a piramide e il suo grattacielo delle FF.SS, consentendo un allargamento della piazza e la ricostruzione dello scalo sotterraneo di Napoli Piazza Garibaldi, attivo dal 1925.

La riedificazione, in realtà, aveva l’obiettivo di migliorare il crescente traffico automobilistico: venne quindi costruita anche la proboscide, una pensilina che dal tetto della stazione più conosciuta di Napoli arrivava fino al centro di piazza Garibaldi, la cui funzione era quella di delimitare lo spazio riservato allo stazionamento di autobus e taxi, ma fu rimossa nel 2000.

Ancora oggi, la nostra stazione è oggetto del progetto di ristrutturazione dell’architetto e urbanista francese Dominique Perrault, che si è occupato anche della realizzazione della Galleria Commerciale. Il fine del progetto è quello di realizzare un’ampia via centrale che acceleri lo smaltimento del traffico, da sempre piaga che affligge la circolazione nei pressi di Piazza Garibaldi. È prevista inoltre la costruzione di vari punti di ristoro per i passeggeri, di ascensori, scale mobili, di un’area verde e di una zona walking ricoperta da un reticolo metallico, affine all’estrema avanguardia della struttura che prende forma.

Sonia Zeno

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