Allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro finisce 0-0 l’amichevole di lusso tra Italia e Germania. Tante occasioni da entrambe le parti ma nessuna delle due compagini riesce a sporcare il tabellino.
Dopo 4 mesi dall’ultima volta torna Italia-Germania. Da una parte la frustrazione e il rammarico di quel disgraziato quarto di finale da dover alleviare, dall’altra la voglia di sfatare il tabù di una nazionale che contro la rappresentativa del Bel paese non vince praticamente mai: 35 incontri, 15 vittorie per gli azzurri, 12 pareggi e 8 vittorie per i Teutonici (tutte in match amichevoli). Italia-Germania è sempre una gara dall’elevatissima carica agonistica e, ovviamente, entrambi gli schieramenti si sono approcciati alla partita come se fosse un impegno ufficiale a tutti gli effetti. Nessuna delle due compagini, però, è riuscita a prevalere sull’altra. Entrambi i tecnici hanno impostato la sfida come un banco di prova per i giovani alle prime apparizioni nelle rispettive rappresentative. Joachim Loew, infatti, ha optato per un 11 iniziale composto per lo più da under 23 quali Kimmich, Rudy, Goretzka, Gerhardt, Weigl e Leno, mentre Ventura ha proseguito con i test su Romagnoli, Rugani, Immobile e Belotti.
Nella prima frazione di gioco gli Azzurri, nonostante un approccio coraggioso alla gara, subiscono tanto le iniziative avversarie: Goretzka va più volte vicino alla rete impegnando Buffon in una serie di interventi decisivi e duetta bene con i propri compagni servendo loro degli ottimi palloni. Nel secondo tempo gli uomini di Ventura escono dal proprio guscio e prendono in mano le redini del gioco spingendo gli avversari a ritirarsi spesso nella propria metà campo. Immobile e Belotti, dopo i primi 45 minuti di rodaggio, iniziano ad esprimere al meglio il proprio gioco proponendosi in avanti con una certa pericolosità. Ottimi gli inserimenti del centravanti della Lazio che sfrutta bene i suggerimenti del numero 9 del Torino che dimostra tanta voglia di mettersi in mostra e di proporsi come punto fermo della Nazionale della gestione Ventura. È proprio l’ex Palermo a mettere in difficoltà Tah e Mustafi al 55′ incuneandosi tra i due e spingendoli a compiere un intervento al limite del calcio di rigore. Al 62′ viene annullato un gol per fuorigioco dubbio all’attaccante del Bayer Leverkusen Kevin Volland, subentrato a Goretzka due minuti prima. Al 70′, dopo aver fatto entrare Donnarumma al posto di Buffon e Astori al posto di Romagnoli, il Ct italiano gioca la carta Bernardeschi al posto di Eder. Appena entrato il 10 della Fiorentina si incarica di battere il calcio di punizione sui cui sviluppi Immobile, con un colpo di testa, riesce a trovare solo le braccia di Leno. Al 72′ è sempre Bernardeschi protagonista: ottima azione confezionata dalla ditta Belotti-Immobile con quest’ultimo che crossa un pallone rasoterra che trova a rimorchio proprio Bernardeschi il quale, però, non riesce a dare forza al suo tiro che finisce facile tra le braccia dell’estremo difensore tedesco. Approccio volenteroso ma troppo impreciso del classe ’94 di Carrara che comunque ha dei presupposti importantissimi per poter diventare un titolare inamovibile di questa formazione. All’82’ l’occasione più grande della partita: Belotti riceve un ottimo suggerimento sempre dall’esterno della Fiorentina e, con una giocata splendida in area, si libera della marcatura di Mustafi e lascia partire un destro che si stampa sul palo. La partita si chiude con un’occasione sprecata da Sansone, subentrato ad Immobile, che getta alle ortiche un ottimo contropiede portato avanti addirittura da Bonucci.
I due impegni degli Azzurri, prima con il Lichtenstein e poi con la Germania, hanno dato delle indicazioni importanti per il futuro della Selezione. I giovani chiamati a prendere parte alle fatiche della Nazionale stanno rispondendo bene e il progetto di Giampiero Ventura sta iniziando a prendere una sua forma. Confortante sapere di avere a disposizione una rosa versatile che consente di poter sfruttare più di una soluzione tattica, che sia 4-2-4, 3-4-3, 3-5-2 o 4-3-3, ma ancora più confortante è sapere di aver finalmente trovato una coppia di attaccanti che può dare del filo da torcere alle migliori squadre del mondo. E a brillare è, in particolar modo, Andrea Belotti, potenzialmente uno dei migliori numeri 9 dell’intero panorama calcistico internazionale che fa della forza fisica, della tecnica, degli inserimenti e dei giochi di sponda le proprie armi letali. E che Mario Balotelli a questo punto non sia più tanto sicuro di poter essere titolare nell’Italia, pur continuando a giocare bene come ha fatto nelle prime uscite con il suo Nizza…
Fonti immagini: Gazzettadellosport.it, Lastampa.it
Vincenzo Marotta