NAPOLI – Ancora un atto di vandalismo contro l’ex Asilo Filangieri, nei pressi di via San Gregorio Armeno, nel cuore del centro storico della città. Varie attrezzature e lavori artistici sono stati irrimediabilmente danneggiati.
L’avventura del Filangieri comincia 4 anni fa, quando un gruppo di artisti precari occupava lo storico edificio cinquecentesco, come protesta per il restauro e il successivo abbandono del palazzo stesso, che avrebbe dovuto essere la sede del Forum delle Culture 2014 (mai partito), un’occasione sprecata per la città partenopea. Da allora il Filangieri è diventato il punto di riferimento per chi ha tante idee e voglia di fare in campo artistico, ma ha pochi mezzi. Basta esporre le proprie idee, che siano esse teatrali, musicali o di qualsiasi campo delle sette arti, e il progetto viene preso in considerazione. Senza bisogno di raccomandazioni o conoscenze, come spesso accade.
Un centro culturale unico insomma, un punto di riferimento per tutta Napoli e provincia, un baluardo contro il degrado culturale di questi anni. Lo stesso sindaco De Magistris si è espresso a favore di tutte le strutture occupate, ritenute uno strumento importante di riqualificazione del territorio. Tuttavia c’è chi non la pensa così, additandoli quali luoghi d’illegalità.
Fin dai primi tempi i raid contro la struttura erano stati quasi una costante, e per queste erano stati fortificati gli accessi. Ultimamente tuttavia, gli “assalti notturni” sono diventati troppo frequenti e questo lascia pensare che non si tratti più solo di bravate da parte dei ragazzini del quartiere, ma di veri e propri atti intimidatori per scoraggiare chi, con dedizione, porta avanti questo progetto straordinario che è l’Asilo. In una zona dove ormai lo Stato ha delegato ad altri ogni progetto di recupero giovanile, di fermento culturale, di lotta alla criminalità (che non si combatte solo con le armi e con le indagini, ma anche e soprattutto con la formazione dei giovanissimi), una struttura come il Filangieri appare quantomeno fondamentale da tutelare.
È risaputo che lo Stato, da queste parti, non è quello che manda uomini armati in divisa, non è quello che piazza posti di blocco in giro, non è quello fatto di Prefetture, Questure e Caserme, non è la politica. Lo Stato, qui, è quello formato dalle associazioni culturali e dai centri sociali, dalle comunità di recupero, dalle associazioni che si preoccupano di salvaguardare i giovani, degli Alex Zanotelli e degli Ernesto Albanese. Lo Stato è quello senza armi e codice penale che ti insegna le cose belle della vita, a produrre e a divertirti, e non a pensare sempre e solo ai soldi e all’eccesso (e a desiderare cose di cui non si ha minimamente bisogno). Di questo “Stato di Uomini d’Amore” (e mi appello al buon Luciano De Crescenzo) il Filangieri costituisce una parte squisitamente significativa.
Domenico Vitale