È stata una lunga giornata di attesa quella che ha portato all’approvazione del primo pacchetto di riforme previsto dal terzo piano di aiuti salva-Grecia.
Alla fine il lasciapassare del parlamento ellenico è arrivato, nonostante i molti manifestanti contrari presenti al suo esterno, che hanno ribadito il loro “no” all’austerità con dimostrazioni anche violente, come testimonia l’ondata di arresti registratasi stamattina, 50 in manette.

Tsipras dunque concretizza la sua clamorosa svolta nelle trattative con l’Unione Europea, iniziata nella notte tra domenica e lunedì, e prossimamente verranno applicate le nuove misure di austerity.
I punti cardine del pacchetto sono la cancellazione delle agevolazioni fiscali per le isole, lo stop alle pensioni anticipate a partire dal 2022 e soprattutto un cospicuo incremento dell’Iva su beni di consumo basilari, quali pasta, pane e latte, dal 13% al 23%.

Non è bastata l’opposizione dell’ala più radicale di Syriza, quella che fa riferimento all’ex ministro dell’economia Yanis Varoufakis (l’idolo del momento) e Pangiotis Lazafanis, il responsabile dell’Energia.
Non sono bastate le dichiarazioni clementi del Fmi, che nella giornata di ieri aveva definito come “insostenibile” il debito greco. Dichiarazioni presto rivisitate nella notte di ieri dal direttore responsabile Christine Lagarde, che ha auspicato “una rigida tabella di marcia” per la Grecia.
I politologi di tutto il mondo avranno molto da riflettere di fronte alle volontà diametralmente opposte espresse dalla popolazione greca in questi giorni di fuoco: una fiera opposizione a nuove misure di austerity quando direttamente espresse nel referendum; un largo, larghissimo consenso quando espresse indirettamente, per mezzo di parlamentari democraticamente eletti.
I “ribelli” di Syriza sono stati appena una quarantina sui 149 seggi totali, e gli oppositori sono stati in totale 70. Ben più alto il numero dei sì, 229. Una vittoria schiacciante e silenziosa, con nessuno dei presenti che ha voluto azzardare un applauso.

La nazione greca si prepara a vivere i suoi momenti più terribili, e con una guida politica che probabilmente dovrà riformarsi snaturandosi completamente.
Prima del voto, Alexis Tsipras ha chiarito così, di fronte al parlamento riunito, le vicende degli ultimi drammatici giorni: “A chi pensa che io sia stato ricattato, come pensano tanti ed hanno scritto tanti media nel mondo, dico che nelle 17 ore di Bruxelles avevo di fronte tre alternative: o l’accordo, o il fallimento con tutte le conseguenze, o il piano Schaeuble per una moneta parallela. E fra le tre, ho fatto la scelta di responsabilità”.

Già da oggi in Europa si continuerà comunque a discutere sui prossimi pacchetti di riforme, e in particolare sull’eventualità di un prestito ponte da 7 miliardi per tutelare i pagamenti più imminenti.

Valerio Santori

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