“Più bella della poesia è stata la mia vita”
(Alda Merini)
Se ne annoverano tanti di pareri autorevoli e giudizi critici sulla scrittrice e poetessa Alda Merini, ma non è altrettanto facile definire la donna che si cela dietro i suoi versi e le sue frasi, capace di creare poesie immortali e opere in prosa considerabili capolavori di introspezione.
La vita di Alda Merini e il suo disturbo bipolare
Quando Alda Merini si definisce sensibile e piuttosto tendente alla malinconia, si riferisce alla sua infanzia, divisa tra gli stimoli culturali e il ruolo di moglie e madre che le preoccupazioni materne vogliono a tutti i costi infliggerle.
La scrittrice pubblica la sua prima poesia appena adolescente, ma deve subito fare i conti con il rifiuto e con altri problemi familiari che la portano ad un primo internamento. Alla giovane donna che si sta appena affacciando alla vita, viene diagnosticato un disturbo bipolare, ma sarà questa sofferenza non comune ad ispirare alla Merini versi, frasi e parole di un’intensità struggente e fuori dal comune. L’autrice riesce a vivere intensamente ogni emozione, in particolare l’amore, laddove tutto le sembra precluso: i forti sentimenti che sente sono additati come sbagliati e le cose più semplici le vengono negate.
Il manicomio e il suo diario personale
Negli anni la poetessa sarà ricoverata a più riprese, forse proprio perché fuori dal comune e non in grado di gestire il ruolo imposto alle donne dalla società. Tuttavia, oltre alle sue poesie, l’autrice regalerà ai suoi lettori L’altra verità. Diario di una diversa, il suo diario personale in cui racconta principalmente l’esperienza in manicomio. Allo stesso tempo, dà al lettore anche un’altra chiave di lettura dei suoi sentimenti e del modo che ha di viverli, come se in fondo sapesse che non è per forza sbagliato quello che tutti ritengono tale. In altre parole, “l’altra verità” è quella vissuta e immaginata dall’autrice stessa.
“Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini”
(Alda Merini, L’altra verità. Diario di una diversa)
Caffè sui Navigli
Come tutti i poeti che si rispettino, anche Alda Merini ha avuto le sue luci e le sue ombre. Se da un lato le sue ombre hanno portato la poetessa a scrivere intensamente opere ancora attuali, in cui vengono messi a nudo i sentimenti, le sue luci – ovvero i periodi di lucidità e spensieratezza – le hanno lasciato un’impronta culturale che va ricercata nello stile e in alcuni scritti molto positivi. Il periodo del “Caffè sui Navigli” a Milano le consentirà di mettersi in contatto con alcuni degli intellettuali e scrittori dell’epoca, tra cui nomi eminenti come Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale, da lei molto apprezzati.
Alda Merini, una donna sul palcoscenico
Una donna sul palcoscenico è il titolo di un documentario dedicato all’autrice, in cui lei stessa viene intervistata e parla di sé. Tuttavia, è noto a pochi che la poetessa, la quale negli ultimi anni dà un nuovo carattere mistico alle sue opere, si presta anche alla scena. Infatti, interpreta con Giovanni Nuti un brano musicale dal titolo Prima di venire, che comparirà come “traccia fantasma” – ovvero una traccia non indicata nella lista dei titoli – nell’album Una piccola ape furibonda.
Alda Merini contribuisce all’immagine di donna forte e non piegata dalla società patriarcale, con un coraggio immenso che le permette di sostenere la sua “verità” e non quella imposta dagli altri. La cultura di massa continua a trarre ispirazione dalla sua figura, che ella stessa definisce non bella ma “soltanto erotica”. Infatti, vari brani e anche cantanti come Milva fanno riferimento a testi delle sue opere. Non a caso, infatti, ha ricevuto una delle più alte onorificenze della Repubblica Italiana: quella di Dama di commenda dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana.
“Ci sono notti che non accadono mai”
(Alda Merini, Aforismi e magie)
Simona Esposito