Il 2023 è, purtroppo, un anno da dimenticare, soprattutto per quel che riguarda il clima in quanto è stato confermato come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura media di 14,98 °C, superando il precedente record dell’anno 2016. Le temperature globali del 2023 sono infatti state le temperature più alte mai registrate dagli inizi dei rilevamenti nel 1850.
Il riscaldamento globale sta accelerando a un ritmo insostenibile e si prevede che il Pianeta Terra supererà presto la soglia critica di 1,5°C, considerata molto pericolosa dagli scienziati. Inoltre, anche i mari e gli oceani, compreso il Mar Mediterraneo, hanno raggiunto temperature allarmanti e si sono resi più salati. Questi dati sono emersi da uno studio condotto da un team internazionale, che include l’INGV e l’ENEA, e pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Science”.
I dati raccolti rivelano una notevole preoccupazione riguardo all’aumento della temperatura degli oceani nel corso del 2023. Queste acque coprono il 70% del nostro pianeta e assorbono la maggior parte del calore generato dal riscaldamento globale. Secondo i calcoli effettuati dalla “NOAA” (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’incremento di temperatura è stimato intorno agli 8 ZettaJoule, mentre il calcolo dell’IAP-CAS (Istituto di Atmosfera Fisica, Accademia Cinese delle Scienze) indica un aumento di 15 ZettaJoule rispetto all’anno precedente. Questa tendenza è evidente nello strato compreso tra 0 e 2000 metri di profondità. Le acque oceaniche, in particolare nel Mar Mediterraneo, stiano subendo un processo di stratificazione a causa dell’aumento della temperatura.
Questo fenomeno provoca conseguenze negative sull’ecosistema marino, come la mancanza di ossigeno e la difficoltà di trasporto di calore e di anidride carbonica negli strati più profondi. Le acque oceaniche, sempre più calde, contribuiscono anche a un aumento di calore e di umidità nell’atmosfera, rendendo le tempeste più violente ed aumentando il rischio di inondazioni. Questa situazione ha un impatto significativo sulla vita marina e sulle comunità che dipendono dall’agricoltura, dalla pesca e dalle condizioni meteorologiche del Mar Mediterraneo.
Inoltre, il riscaldamento delle acque impedirà al Mediterraneo di svolgere un ruolo mitigatore nell’assimilazione dell’anidride carbonica, provocando un circolo vizioso negativo. Si sottolinea, inoltre, che il riscaldamento delle acque nel Mediterraneo è in costante aumento e ha raggiunto valori record nel 2023.
Gli esperti sono molto preoccupati non solo per questo dato isolato, ma anche per la costante tendenza al riscaldamento negli ultimi anni e per la differenza significativa rispetto alle medie storiche. La temperatura media dell’aria superficiale nel 2023 è stata anche 1,48 °C più alta rispetto all’era preindustriale, avvicinandosi pericolosamente alla soglia critica di 1,5 °C fissata dagli scienziati.
Questo riscaldamento rappresenta la principale minaccia esistenziale per l’umanità e mette a rischio la civiltà stessa. Nonostante l’obiettivo virtuoso di non superare i 2 °C fissato nell’Accordo di Parigi sul Clima, sembra ormai inevitabile che si raggiungerà un riscaldamento di 2.7 °C entro la fine del secolo. A causa delle costanti emissioni di CO2 e altri gas climalteranti, si prevede che entro gennaio o febbraio ci sarà un periodo di 12 mesi in cui il riscaldamento sarà di 1,5 °C rispetto all’era preindustriale, confermando così le previsioni catastrofiche per il futuro.
Secondo il “Copernicus Climate Change Service” (C3S), la temperatura media globale è salita a 14.98°C, superando di 0.17°C il record precedente del 2016. Questo aumento significativo ha superato anche il limite di 1.5°C stabilito dall’Accordo di Parigi. Ogni mese da giugno a dicembre del 2023 è stato più caldo rispetto agli anni precedenti, segnalando un aumento costante delle temperature a livello globale. Inoltre, le temperature superficiali dei mari sono state anomale, portando a ondate di calore marine molto estese.
L’Europa ha sperimentato un 2023 particolarmente caldo, con temperature sopra la media in 11 dei 12 mesi. Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto minimi record e le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera sono aumentate, intensificando l’effetto serra e accelerando ulteriormente il riscaldamento globale. Gli esperti hanno espresso preoccupazione per questi dati e hanno sottolineato l’urgente necessità di ridurre le emissioni e rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Tutto questo evidenzia la necessità di agire con urgenza per combattere il cambiamento climatico.
“Questo è stato un anno davvero eccezionale, dal punto di vista climatico, senza precedenti, anche se paragonato ad altri anni molto caldi”, ha affermato il direttore del centro Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea, Dottor Carlo Buontempo. Secondo i dati paleoclimatici ottenuti dalle analisi degli anelli degli alberi e delle bolle d’aria nei ghiacciai, il Dottor Buontempo ha potuto affermare, inoltre, che “il 2023 è stato molto probabilmente l’anno più caldo degli ultimi 100.000 anni“.
Sara Spiniello