Home Attualità Polonia e aborto: per Kaczyński, Czarny Protest a domicilio

Polonia e aborto: per Kaczyński, Czarny Protest a domicilio

Diversi manifestanti, uniti nel nome di Czarny protest, si sono radunati giovedì 13 ottobre sotto la casa di Kaczyński, leader di PiS. La protesta è stata raccontata “dal vivo” dal sito Gazeta.pl. A scatenarla sono state le parole rilasciate dal politico polacco in un’intervista all’agenzia di stampa PAP.

«Vogliamo che le donne partoriscano, anche se il bambino è gravemente malformato, affinché possa venire battezzato, seppellito e avere un nome», ha dichiarato il leader del partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS). In un tweet, il giornalista Tomasz Lis ha riportato l’affermazione aggiungendo: «Kobiety, szykujcie parasolki!!!» ossia “donne, preparate gli ombrelli!”. E così sembrano aver fatto.

Dopo il lunedì nero, lo sciopero che ha visto donne e uomini riversarsi per le strade delle città polacche, in molti avevano pensato che la questione fosse chiusa. Sembrava accantonata la proposta di legge che avrebbe reso l’aborto completamente illegale. E invece la questione dell’aborto torna ad essere discussa.

Qualcuno ha accusato Lis di aver citato le parole fuori contesto e di voler aizzare le femministe contro Kaczyński.

È vero che le parole di Kaczyński sono precedute e seguite da tentativi di apparire più morbido. Prima, il leader del PiS prende le distanze dalla proposta di Ordo Iuris che aveva scatenato la protesta del 3 ottobre, affermando addirittura che non avrebbe sostenuto la legge anche se non ci fosse stato alcuno sciopero – questa dichiarazione non può essere verificata. Aggiunge, poi, che lo Stato non può intervenire troppo nella vita delle persone.

Eppure Kaczyński, di fatto, rinnova le promesse di restringere il diritto all’aborto in Polonia, che già è limitato a tre casi limite: quando la vita della donna è a rischio, quando il feto ha gravi malformazioni e in caso di stupro.

In reazione alle parole di Kaczyński, i manifestanti si sono presentati sotto casa sua. Non solo, su Gazeta Wyborcza si parla della possibilità di un nuovo sciopero nazionale, previsto per il 24 ottobre. La data non sarebbe casuale: il 24 ottobre 1974 le donne islandesi indissero uno sciopero nazionale  che raggiunse il novanta per cento di partecipazione.  Le donne polacche hanno già dimostrato grande unità con le proteste sotto la pioggia del 3 ottobre. E finché il clima non cambia, hanno sempre pronto l’ombrello.

Luca Ventura

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