Congiuntamente all’estate, nel mese di giugno, Napoli dà il benvenuto ad una celebre kermesse: Napoli Teatro Festival. L’evento è nato nel 2008 e da allora, ogni anno, prende forma nella città partenopea nei caldi mesi di giugno e luglio. Il festival internazionale è, da un lato, un’occasione per offrire ai napoletani, e non solo, la fruizione di siti archeologici, spettacoli e mostre, mentre dall’altro offre agli artisti provenienti da ogni dove la possibilità di mettere in scena il proprio talento nei luoghi più suggestivi della città di Napoli e non solo. Per entrare a fondo nel cuore dell’evento è bene fare un passo indietro e muoversi alla riscoperta di un’edizione passata datata 2018.
L’edizione di Napoli Teatro Festival del 2018 prende avvio l’8 giugno per concludersi nel giorno 10 del mese successivo: un arco di tempo durante il quale si danno le più disparate forme d’arte: danza, letteratura, musica, recitazione ed altro ancora. L’edizione fissa, naturalmente, la prima tappa nel capoluogo partenopeo, in particolare all’interno del Museo Madre, dove vengono messi in mostra performances, spettacoli, film ed opere del regista napoletano Mario Martone, che nel 2014 si è fatto conoscere al pubblico più giovane guidando la regia del film ispirato alla vita e alle opere di Leopardi: “Il Giovane Favoloso”.
La kermesse Napoli Teatro Festival si articola in diverse sezioni, ognuna arricchita da personalità di spicco e talento. Per la sezione letteratura, merita una particola menzione l’opera messa in scena da Luca Zingaretti e Giuseppe Cesaro, intitolata: “Il cantico dei cantici e altre storie”. Si tratta di un appuntamento basato sulla lettura di testi come l’Infinito di Leopardi, riflessioni personali e commenti su opere d’arte come la Santa Teresa del Bernini. Con le spiccate doti istrioniche che lo caratterizzano, l’attore dà voce, sotto le note di un pianoforte a coda, al legame che intercorre tra la fede e l’individuo, un legame fatto di promesse, dubbi e amore. L’opera, di scena al Teatro Naturale di Pietrelcina, prende spunto dal passo biblico per offrire ai fruitori una riflessione sull’intimità peculiare del rapporto con la fede senza prescindere mai dalla poesia e dalle stelle.
Un altro degli appunti che il Napoli Teatro Festival dà ai suoi visitatori è al Duomo di Amalfi, tra odori marini e colori costieri: palcoscenico di musiche dense di emozioni. Protagonisti dell’appuntamento dal nome “Poeticanto tra note e versi” sono Enzo Gragnaniello & Solis String Quartet. Prendendo spunto dai poeti e musicisti come Jacques Brel, Tom Waits, Chico Buarque e Leonard Cohen, gli artisti combinano musica e parole per mettere in luce un linguaggio universale che ogni uomo porta dentro di sé: l’emozione e i sentimenti. Sorvolando sui limiti linguistici, la musica supera le distanze nello spazio e approda al Palazzo Reale di Napoli per offrirsi ai fans del gruppo musicale dei Foja. Nella cornice regale del palazzo, la band si impegna a dilettare gli ascoltatori con musiche in chiave acustica intrecciate a testi napoletani rivelatori dell’essenza napoletana.
Tra musica, cinema e letteratura, non può certamente mancare la danza all’interno del Napoli Teatro Festival. Il Teatro Trianon Viviani di Napoli ospita appassionati pronti a godere dei movimenti sinuosi ideati e interpretati da Ben Duke di Lost Dog in “Paradise Lost (lies unopened beside me)”, candidato allo Sky Academy Arts Award per la danza nel 2016 e vincitore del Rural Touring Award come miglior spettacolo innovativo. Con musiche di J.S.Bach e Strauss, l’artista porta sulle scene una versione rivisitata del poema epico di Milton. Nell’arco di 75 minuti, il ballerino sintetizza la storia che si muove dalla ribellione di Lucifero alla cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden; il tutto con l’intento di dare un riscontro nell’arte a chi nella vita ha perso il controllo di qualcosa che ha prodotto.
Napoli Teatro Festival pensa davvero a tutti e non lascia nessuno insoddisfatto. Per chi è troppo dinamico da stare seduto su una poltrona e lasciarsi trasportare dall’arte, la kermesse organizza laboratori che coinvolgono direttamente i partecipanti. Uno di essi è “Le Corps Sauvage” nel Parco Massimo Troisi di San Giovanni a Teduccio. Si tratta di una serie di incontri guidati da Gilles Coullet, protagonista al Festival con lo spettacolo “Wakan – la terra divorata”, che raduna bambini e adulti. Gli incontri sono finalizzati alla scoperta dell’energia vitale insita in ogni individuo mediante giochi, rilassamenti e contatti fisici. Un’esperienza che parte dal corpo, dalla voce e dall’ascolto per arrivare all’armonia dello spirito. Per chi invece preferisce sentire il mare in tempesta dentro di sé, Peppe Lanzetta organizza il progetto “Le risposte del mare”. Si tratta, anche qui, di una serie di incontri tra amanti del mare e della scrittura che vogliono disegnare le onde con parole sui bianchi fogli di carta e confrontarsi con gli altri. Un’idea davvero originale che alla fine si presenta come un mosaico della diversità, la stessa che fa del capoluogo campano e del suo Napoli Teatro Festival un intrattenimento straordinario per il corpo e per la mente.
Alessio Arvonio