Le "Anziane per il clima" portano la Svizzera alla Corte Europea
Fonte: de.wikipedia.org

Lo scorso 9 aprile, la Grande Camera della Corte Europea per i diritti umani (CEDU) ha emesso un verdetto storico in merito al caso “Verein KlimaSeniorinnen Schweiz and Others v. Switzerland”, una causa climatica lanciata dall’associazione Senior Women for Climate Protection Switzerland (Anziane per il clima svizzero) e da altri querelanti contro la Svizzera.

La Corte ha riconosciuto, infatti, il diritto alla protezione del clima come un diritto umano e ha stabilito che lo Stato Svizzero ha l’obbligo di adottare misure concrete per contrastare i cambiamenti climatici che minacciano il diritto alla vita delle persone. Una sentenza che ha delle implicazioni importanti per tutti i paesi europei, poiché sottolinea l’importanza di proteggere l’ambiente e i diritti umani. La decisione della CEDU potrebbe portare a cambiamenti nelle politiche ambientali e nelle pratiche di sviluppo in tutta Europa, con un maggiore focus sulla salvaguardia dei diritti delle persone e dell’ambiente.

La decisione è stata presa in risposta ad una denuncia presentata da un gruppo di anziane signore svizzere riunite in un’associazione chiamata “Anziane per il clima svizzero”. Nonostante non abbia conseguenze immediate, la sentenza potrebbe influenzare gli approcci adottati da altri tribunali internazionali e nazionali su casi di attivismo climatico. In sintesi, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che può esprimersi su casi riguardanti il cambiamento climatico, suggerendo che potrebbero aumentare le cause sul clima contro gli stati europei.

Tuttavia, non ha indicato come gli stati dovrebbero contrastare il cambiamento climatico, riconoscendo che non è di sua competenza fornire soluzioni politiche. Ha inoltre chiarito che accetterà con difficoltà ricorsi di singoli cittadini sul clima, ma sarà più permissiva con le associazioni. Ha ribadito che le cause devono essere intentate contro lo stato in cui vivono i ricorrenti e non contro stati diversi. Inoltre, non ha modificato la sua giurisprudenza su questo punto anche di fronte alle particolari caratteristiche del cambiamento climatico.

I tribunali internazionali, come la CEDU, rappresentano un’ultima risorsa per coloro che ritengono di aver subito una violazione dei propri diritti da parte degli stati e non hanno più vie di ricorso a livello nazionale. Possono presentare ricorsi sia singoli cittadini che stati stessi, ma questi possono essere rivolti solo contro gli stati e non contro individui. Questi Tribunali offrono la possibilità di ottenere giustizia e riparazione per le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha sede a Strasburgo, in Francia, ed è responsabile di stabilire quando viene violata la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Questo trattato è il più importante per il riconoscimento dei diritti umani, in particolare civili e politici, ed è stato redatto dopo la Seconda guerra mondiale. La Convenzione è stata creata all’interno del Consiglio d’Europa, un’organizzazione nata nel 1949 per promuovere la democrazia e i diritti umani, che oggi conta 46 stati membri, compresi i 27 dell’Unione Europea. Le decisioni della Corte sono vincolanti per gli stati condannati e influenzano gli orientamenti dei tribunali e delle autorità nazionali dei paesi firmatari della Convenzione, tra cui l’Italia.

La Convenzione europea dei diritti dell’uomo non contiene articoli specifici che riguardano l’ambiente, ma due articoli in particolare sono stati utilizzati in casi di inquinamento o altre problematiche ambientali. L’articolo 2, che sancisce il diritto alla vita, e l’articolo 8, che garantisce il rispetto della vita privata e familiare, sono stati interpretati dalla CEDU come inclusivi del diritto a vivere in un ambiente salubre, dignitoso e pacifico. Questa interpretazione estende il concetto di “domicilio” per includere anche l’ambiente in cui si vive.

Le ricorrenti dell’associazione “Anziane per il clima” avevano avanzato una causa contro lo stato svizzero accusandolo di non aver fatto abbastanza per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, in particolare l’aumento della frequenza delle ondate di calore che minacciano la salute delle donne anziane. Dopo che i tribunali svizzeri avevano respinto le loro richieste, le donne si erano rivolte alla CEDU chiedendo che la Svizzera si impegnasse maggiormente a mantenere l’aumento delle temperature medie globali al di sotto di 1,5 °C rispetto all’epoca pre-industriale, obiettivo fissato dall’Accordo sul clima di Parigi del 2015.

La Svizzera è stata giudicata inadempiente a questo dovere, perché non ha ancora quantificato come ridurrà le sue emissioni di gas serra nazionali e ha mancato di rispettare alcuni impegni passati in questo senso. La CEDU ha stabilito che gli stati membri devono raggiungere la neutralità carbonica entro i prossimi tre decenni.

La Corte ha ammesso come ricorrente legittima l’associazione “Anziane per il clima svizzero”, piuttosto che le quattro cittadine svizzere che avevano presentato lo stesso ricorso a titolo personale. Questo è significativo, in quanto nella questione del cambiamento climatico, l’elevato standard di danno richiesto per avanzare un ricorso è stato confermato per evitare una actio popularis. La sentenza potrebbe influenzare i tribunali e i governi di altri paesi firmatari della Convenzione.

La CEDU ha respinto altri due casi, tra cui quello di sei giovani portoghesi che avevano accusato 33 stati europei di violare i loro diritti umani non intervenendo abbastanza contro il cambiamento climatico. La Corte ha stabilito che i giovani non avevano il diritto di fare causa ad altri paesi diversi dal Portogallo e che dovevano esaurire tutte le loro possibilità di azione legale prima di rivolgersi alla Corte. La decisione potrebbe avere ripercussioni su futuri casi analoghi legati al cambiamento climatico.

Sara Spiniello

Sara Spiniello
Sono una ragazza solare e piena di energia, sempre pronta a sorridere e a diffondere positività. Sono profondamente innamorata degli animali e della natura, e cerco sempre di proteggerli e di prendermi cura di loro nel miglior modo possibile. Passare del tempo all'aria aperta, immersa nella natura ad ammirare la bellezza di ogni piccolo dettaglio che il mondo naturale ha da offrire mi fa sentire viva e mi infonde la tranquillità di cui ho bisogno nella frenesia della vita quotidiana. La tutela dell'ambiente è una delle mie priorità, e cerco di fare la mia parte nel ridurre l'impatto negativo sull'ecosistema. Sono attenta al riciclo, cerco di ridurre l'uso di plastica monouso e promuovo soluzioni sostenibili nella mia vita quotidiana. Da anni mi dedico al volontariato animalista, perché credo che aiutare sia una delle cose più gratificanti che si possano fare. Nel frattempo, lavoro anche presso uno studio legale e scrivo per questa redazione!

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