Bisognerebbe chiedere a Federica Sciarelli che fine abbia fatto il Presidente del Consiglio, l’avvocato del popolo Giuseppe Conte, perché tra la crisi diplomatica con la Francia e con Malta, di lui non si hanno notizie vere e che possano marcare una posizione politica. Ci si rende ben conto che il nostro avvocato è in altre faccende affacendato, ad esempio a seguire le indicazioni di illustri pensatori come Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Comunque, forse non è il caso di fare troppa ironia, visto che il tema è molto più grave di quanto si possa immaginare.
Un Giuseppe Conte assente
Giuseppe Conte non ha sicuramente un curriculum politico alle spalle che lo possa quantomeno aiutare nelle scelte da effettuare e scegliere i momenti per imporre la sua figura, che tutto sommato sarebbe anche normale, essendo il coordinatore di una squadra di Ministri che da queste prime settimane vanno a briglia sciolta.
La crisi con Malta, ad esempio, è la cartina di tornasole di quanto il Presidente non abbia alcuna autorevolezza politica sul Governo e su alcuni Ministri, come Matteo Salvini, il quale, giusto il tempo di divorare Luigi Di Maio, ha scelto di fare l’antipasto con il Presidente del Consiglio. Con Malta, Conte, non ha fatto sentire la sua voce, adombrato dalla forza mediatica del suo Ministro dell’Interno. Non ha nemmeno dimostrato abilità diplomatiche visto che pare non abbia contattato il Presidente Maltese, lasciando la questione nelle mani di Salvini e limitandosi a dire che era completamente d’accordo.
Insomma, il nostro Presidente del Consiglio si è reso complice politico del Ministro dell’Interno e ha giocato sulla pelle di 629 persone che non chiedevano altro che riparo e messa in stato di sicurezza, andare via, lontani dal proprio paese, dalla guerra e dalle torture, scappare via dalla povertà.
Sappiamo ora che Conte è l’avvocato del popolo, ma solo del popolo “italiano”, magari un popolo bianco e cattolico come piace al Ministro Fontana.
Un Presidente non autonomo
A Matteo Salvini il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte va più che bene, visto che può gestire le sue politiche in completa libertà, senza essere troppo disturbato dalla (non)presenza dell’avvocato.
Il non prendere una posizione politica caratterizzerà questo Presidente, il quale si trova di fronte ad un bivio: far valere il suo ruolo all’interno del dualismo politico di Salvini e Di Maio, causando molto probabilmente le sue dimissioni perché nessuno dei due sarebbe pronto ad accettarne l’autonomia necessaria per bloccare questa connessione eterodiretta, oppure definitivamente perdere la propria autorevolezza e passare come il burattino nelle mani dei due partner di governo.
Non ci sono altre strade, nel senso che, anche considerando un’azione politica diplomatica questa provocherebbe la distruzione di un equilibrio politico che si regge su un filo di lana. È più che evidente che i due partiti sono su posizioni alle volte contrastanti, ma il contesto politico è talmente complesso che rompere o mostrare incertezza provocherebbe un effetto domino che porterebbe sicuramente a nuove elezioni oppure ad un nuovo equilibrio politico, partorendo nuovi incarichi e nuove poltrone.
Allora Giuseppe Conte non può che restare obbligato ad accettare il contratto di governo firmato, destinato a sottostare alle pulsioni di destra della Lega e le pulsioni complottistiche del Movimento, il quale è costretto, dal canto suo, a restare dietro a Salvini, che corre più di tutti.
Eppure lo avevamo scritto il giorno del giuramento, quando proprio qui su Libero Pensiero avemmo a dire che questo Presidente del Consiglio avrebbe avuto vita difficile bloccato dai due “vice-primo ministro”. Le perplessità di Sergio Mattarella erano effettivamente legate al ruolo non completo che avrebbe avuto l’avvocato Giuseppe Conte.
Non ci sono soluzioni
Su questo tema dell’autonomia, non ci sono assolutamente soluzioni, pena sia le dimissioni di Conte, oppure addirittura la caduta del Governo. Prendiamo come esempio la crisi con Emmanuel Macron, seppure fondata ed a ragione perché la Francia con la chiusura delle frontiere non può urlare contro nessuno, Conte ha sentito il Presidente francese dopo giorni di dibattito serrato, dopo che Salvini (di nuovo) si è intestato la battaglia in Parlamento e nel Paese, prima contro Malta e poi contro la Francia.
Inevitabile, poi, la chiamata dell’inquilino dell’eliseo al Presidente Giuseppe Conte, in vista anche dell’appuntamento di venerdì, alla fine confermato da entrambi. Caso chiuso? Sicuramente, ma mentre Salvini continua a lanciare il pallone in avanti, i suoi partner restano indietro, lasciando una scia molto pericolosa sulla quale l’equilibrio stesso del Governo potrebbe spezzarsi.
E ancora, il caso del tetto del contante, non presente nel contratto, fa discutere il Movimento 5 Stelle, alfiere della battaglia contro il nero e l’illegalità quando al governo c’era Renzi e che incassato l’ennesimo colpo di Salvini, sull’utilizzo illimitato dei contanti. Su questo pare che Luigi Di Maio abbia detto qualcosa, spiegando che non essendo presente nell’accordo tra le due forze politiche, questo tema non sarà oggetto di discussione. Ma anche su questo l’avvocato Giuseppe Conte ha tenuto a dire la sua: niente.
Tutto da vedere, tutto da verificare. Si palesa il silenzio di Giuseppe Conte, che, ricordiamo, mentre la crisi dell’Aquarius si consumava, partiva per visitare i terremotati facendo no comment sulla crisi. Non c’è che dire, un avvio davvero perfetto.
Luca Mullanu
Continuate pure a denigrare, più denigrate e più aumenta il consenso, ancora non lo avete capito?
Denigrare: cercare di togliere malignamente il merito, la fama o il buon nome a una persona oppure il pregio o il valore a una cosa. Nel caso di Conte mi sembra impossibile visto il calibro.