Jürgen Klopp non sarà più l’allenatore del Borussia Dortmund. Lo avevano anticipato alcune indiscrezioni della Bild questa mattina, poi è arrivata la conferma nella conferenza delle 13.30, convocata in fretta e furia dalla società della Vestfalia. Dopo 7 anni, le strade di Klopp e del Borussia Dortmund si dividono. Lo stesso allenatore avrebbe caldeggiato Thomas Tuchel, attuale allenatore del Mainz, come suo sostituto ideale. Tra l’altro, fatto curioso, fu proprio l’esordiente Tuchel a rilevare la panchina dell’ei fu esordiente Klopp nel 2008, quando passò dal Mainz ad allenare il Borussia.
LA CONFERENZA STAMPA – “Klopp lascerà il nostro club alla fine di questa stagione”, ha dichiarato la dirigenza giallo nera, nella persona dell’a.d. Joachim Watzke, il quale ha ringraziato sentitamente l’allenatore per il lavoro svolto durante i 7 anni sulla panchina del Borussia, portandolo a vincere due volte la Bundesliga, 1 coppa di Germania e 3 supercoppe, e arrivando a giocarsi nuovamente una finale di Champions League dopo quasi vent’anni, insieme al particolare non trascurabile di aver dato un’identità ben precisa alla squadra e aver lanciato diversi giocatori ad altissimi livelli.
“Abbiamo parlato con Jürgen nei giorni scorsi e abbiamo preso la decisione di comune accordo di finire la nostra storia il 30 giugno prossimo” – ha proseguito Watzke – “Per noi è stato difficile, perché tra noi c’è un rapporto molto speciale. Possiamo dire con certezza che il popolo del Borussia sarà per sempre riconoscente a Klopp per tutto ciò che ha fatto”.
La decisione di lasciare la panchina del Westfalenstadion, quindi, pare che venga proprio dallo stesso tecnico di Stoccarda, il quale, nonostante avesse un contratto fino al 2018 a 4 milioni di euro l’anno, ne avrebbe chiesto la risoluzione alla dirigenza. In conferenza, Klopp ha motivato la sua scelta allontanandola dalle difficoltà di una stagione con pochi alti e molti bassi: “Lascio perché non mi sento più l’allenatore perfetto per il club”. Probabilmente, però, la brutta stagione dei gialloneri, lontani dalla qualificazione alle coppe europee, e alcune questioni relative al mercato, c’entrano eccome nella scelta dell’addio.
IL FUTURO – L’interrogativo che tutti si sono posti, prima ancora della notizia del suo addio alla panchina del Borussia, è questo : dove allenerà Klopp il prossimo anno? Il tecnico è uno tra i più corteggiati d’Europa, e molte big hanno drizzato le antenne. In Italia, senza dubbio, avranno accolto la notizia con estremo interesse il Napoli, in cerca di un sostituto di Benitez (la cui storia col club partenopeo sembra essere arrivata al capolinea), il Milan in cerca di un tecnico di spessore per tornare grande, e pure la Roma, indecisa se puntare ancora su Garcia dopo la stagione fallimentare o cercare qualcun altro.
Ma Klopp ha potenti estimatori pronti a puntare su di lui anche in Inghilterra e Francia. Potrebbe essere il candidato adatto a guidare il Manchester City del dopo Pellegrini, in crisi e sceso al quarto posto in poche giornate. Ma non mancano attestati di stima né dal Liverpool né dall’Arsenal, entrambe in una fase di riflessione sui propri tecnici. E poi l’incognita Psg. Le voci che vogliono Laurent Blanc lontano da Parigi si susseguono praticamente dall’inizio dell’anno, nonostante l’approdo ai quarti di Champions League, la vittoria della Coppa di Francia e il primato in campionato, in un testa a testa appassionante con il Lione. Klopp, in tal caso, potrebbe essere un nome eccellente, sempre che non si entri in un valzer internazionale delle panchine.
Come se non bastasse, lo stesso Klopp ha dichiarato di non avere intenzione di prendersi un anno sabbatico, come invece avevano ipotizzato le indiscrezioni della Bild. I motivi per essere corteggiato dalle grandi d’Europa, in fondo, ci sono tutti. Oltre le vittorie, che non guastano, oltre aver riportato il Borussia tra le big di Germania e del vecchio continente, oltre ad aver fatto esplodere giovani promesse e rilanciato giocatori in difficoltà, Klopp si è distinto per un gioco spettacolare con il suo Borussia, uno tra i migliori d’Europa, fatto di tanta corsa, assalti frontali o dalle fasce, possesso palla e tanti tiri. “Il mio calcio è heavy metal” dichiarò in un’intervista prima di Napoli – Borussia Dortmund un paio di anni fa, in piena contrapposizione alla “musica classica bella ma noiosa”, a cui aveva paragonato il gioco espresso dal Bayern Monaco del collega Guardiola. Non c’è da stupirsi che mezzo continente voglia divertirsi con il suo calcio veloce e scoppiettante.
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Michele Mannarella