Juventus e Napoli non sanno più vincere. L’Inter sta tornando ai livelli che la competono dopo circa tre stagioni da provinciale. Il Chievo sta dimostrando di essere una squadra solida e il Sassuolo di avere un organico adatto a consentirle di ambire ad un posto a metà classifica. Il resto è ordinaria amministrazione.
Questo è quanto è emerso dalla terza giornata di campionato di serie A. ancora tanta, troppa confusione da parte di quelle squadre che hanno rivoluzionato quasi del tutto il proprio organico. Prime fra tutte Juventus e Napoli.
Le compagini che fino all’anno scorso sono state protagoniste di accesissimi duelli per la vetta della classifica ora stanno portando avanti un progetto totalmente nuovo che presuppone pazienza. Rispetto alle prime due partite qualche spiraglio di luce si è visto. I bianconeri di Torino hanno capito che Cuadrado e Alex Sandro possono essere fondamentali per la buona riuscita dell’annata. Dybala può diventare, per qualità di base, il nuovo Tevez (e qui sì che ci vuole tanta pazienza, il ragazzo è molto giovane). Hernanes, per quello che si è visto allo Stadium, ha fatto capire di volersi ritagliare un ruolo fondamentale. Gli ingredienti ci sono, ora sta a mister Allegri, che tanto bene ha fatto l’anno scorso nel modificare il modulo strutturale della squadra, riuscire ad amalgamarli per bene, con il tatticismo e la sapienza che lo contraddistinguono. È normale che dovrebbe prima allontanarsi da Torino la nube di sfortuna che sta mettendo fuori gioco molti giocatori: Marchisio out un altro mese.
I Partenopei fino ad ora sembrano una copia esatta della squadra allenata da Benitez. Creano facilmente gioco in attacco, grazie, soprattutto, ad un Insigne in forma smagliante che regala assists e si inventa gol incredibili, e a un Gabbiadini che sembra aver superato i malumori del precampionato. Il centrocampo coniuga la qualità di Valdifiori e la quantità di Allan. La nota stonata è, come sempre, la difesa. La differenza con la scorsa stagione, però, è data dal fatto che questa coppia Chiriches-Albiol sembra poter fare meglio dei vari Koulibaly e Britos. Le sbavature ci sono ma non sono gravi amnesie come quelle della gestione Benitez. Anche in questo caso la tifoseria non può far altro che dare fiducia e attendere i risultati di un progetto totalmente nuovo del tecnico Sarri.
Piacevolissima sorpresa di questo campionato è il Sassuolo di Di Francesco. Esprime un gioco fresco, veloce, complici di questo i ricambi di buona qualità per ogni ruolo (vedi Falcinelli e Politano, due dei protagonisti della scorsa serie B). Uno straordinario Floro Flores da tre gol in tre partite (l’anno scorso ne ha segnati 2 in 29) non sta facendo accusare la mancanza di Domenico Berardi che dovrebbe rientrare solamente tra una decina di giorni.
Dulcis in fundo c’è l’Inter di Mancini. Finalmente un derby giocato a livelli più o meno alti, grazie agli investimenti di mercato operati sia dai nerazzurri che dai rossoneri. Nella stracittadina Milanese ha prevalso la squadra più forte, più organizzata. Murillo, come ogni partita, inizia con uno svarione che fa sudare freddo i tifosi dell’Inter, ma dopo è un muro. La sua esplosività, la sua forza nelle gambe gli consentono di recuperare qualsiasi avversario e di fermarlo. Felipe Melo non è più quel mediocre e impulsivo centrocampista visto dal 2009 al 2011 a Torino, ma un giocatore maturo, che sa gestire il gioco e ha personalità. E poi c’è Stevan Jovetic. Lui è il vero giocatore in più di questa Inter, quello che può cacciare la giocata di classe all’improvviso, quello che fa sempre la cosa giusta al momento giusto, e con un Icardi in forma la squadra allenata da Mancini può seriamente iniziare a sognare traguardi importanti.
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Vincenzo Marotta