Giusto il tempo di fare il punto della situazione sui Patti tra Governo ed istituzioni locali che interessano la Campania e Napoli e ripartire: questa la sintesi della visita di ieri nel capoluogo effettuata dal Ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti. La giornata è stata l’occasione per trarre anche alcune indicazioni politiche, in seguito agli incontri avuti dal membro del Governo Gentiloni con Vincenzo De Luca e Luigi De Magistris.
La prima tappa della full immersion negli affari campani di De Vincenti è stato Palazzo Santa Lucia: il Ministro si è incontrato col Presidente De Luca e ha fatto il punto su tutti i capitoli di spesa riguardanti la Campania che sono nell’agenda del Patto per il Sud, siglato qualche mese fa. Si è trattato di approfondire lo stato del conseguimento degli obiettivi infrastrutturali e gestionali previsti nell’importante piano di finanziamenti erogati da Roma, che per la sola Campania arrivano a toccare la cifra mostruosa di 9 miliardi di euro, di cui 3 da investire a Napoli.
Al termine del vertice, ecco il primo dato politico da trarre: si può affermare che, in linea generale, tra Governo e Regione ci sia una certa sintonia, al netto di qualche incomprensione che però attiene specificamente alla questione della sanità. Quest’ultima è rimasta comunque da parte nel colloquio di ieri e nella stessa conferenza stampa congiunta, dove era evidente la soddisfazione di De Luca per il consenso ricevuto da De Vincenti sulle modalità di spesa delle ingenti risorse a disposizione.
Seconda valutazione politica: De Vincenti ha incontrato De Luca da solo. Non era presente in Regione il sindaco di Napoli De Magistris che è, bisogna ricordarlo, anche a capo del secondo ente locale regionale per importanza, la Città metropolitana. L’assenza di De Magistris ha avuto un doppio significato, uno dal punto di vista del Governatore campano e uno da quello del Ministro.
Nel primo senso, appare evidente che l’incomunicabilità tra i due uomini alla guida di Regione e Comune/Città metropolitana sia ancora elevata. I due non riescono a trovare punti di convergenza su praticamente nessuna delle materie che li vedrebbe coinvolti in collaborazione istituzionale. In questo senso, galeotta fu Bagnoli e la cabina di regia, in cui De Luca si è sempre posto come alfiere del Governo e del commissariamento, mai digerito dal sindaco. Ecco dunque perché non avrebbe avuto senso organizzare un vertice trilaterale: per De Luca, il dialogo politico con De Magistris non rappresenta ancora una priorità, fermo restando che molte delle politiche di spesa regionali previste nel Patto per il Sud, come detto, avranno incidenza diretta nel capoluogo.
Nel secondo senso, si può ritenere che lo stesso Ministro De Vincenti abbia avuto l’interesse politico a tenere separati gli incontri in Regione e in Comune per un motivo: il Governo ha necessità di ricucire uno strappo con De Magistris che, per una serie di ragioni (ideologiche, talvolta demagogiche) rischia di sottrarre progressivamente consensi all’azione dell’esecutivo, non soltanto in Campania. L’incontro a quattrocchi, che si è tenuto peraltro in Prefettura e non a Palazzo San Giacomo, è stata l’occasione per verificare, da parte di De Vincenti, quali margini operativi ci siano per riavvicinarsi all’ex magistrato, il teorico della “città ribelle” (come recita il titolo del suo ultimo libro).
Le risposte, per il Ministro, sono state sia positive che negative. Di positivo c’è che De Magistris, in Prefettura, ha riconosciuto il valore dell’impegno del Governo sul Patto per Napoli: il sindaco ha parlato di «un livello di cooperazione istituzionale importante», con riferimento allo stesso Patto e all’operatività del cosiddetto Bando periferie.
Meno buoni, invece, sono stati i riscontri su altri temi, a cominciare da Bagnoli. De Vincenti ha provato a tendere una mano al Comune, invitando ancora una volta De Magistris a prendere parte alla cabina di regia, in vista dei prossimi appuntamenti istituzionali che si fisseranno a partire dalla fine delle caratterizzazioni dei suoli (che continuano secondo il cronoprogramma, a detta del Ministro). Lo scopo sarebbe quello di condividere insieme gli interventi di bonifica e quelli successivi, per ricostituire un tavolo decisionale unitario sul futuro dell’area ex Italsider.
Non la pensa così De Magistris, che della linea dura su Bagnoli fa un cavallo di battaglia della propria azione politica. Il sindaco ha declinato l’invito a partecipare alla cabina di regia, riconoscendo però come sia interessato «a proseguire il dialogo su Bagnoli, che la bonifica integrale su cui il Governo si è impegnato prosegua e che il piano di rigenerazione urbana sia condiviso tra le istituzioni che hanno competenza quali Comune di Napoli, Governo e Regione per le sue competenze». La sensazione è che finché la questione Bagnoli non arriverà allo snodo decisivo, dopo la bonifica, con la fase della programmazione degli interventi concreti di trasformazione dell’area, difficilmente il Comune si smuoverà dal suo isolamento istituzionale.
Altro punto dolente delle relazioni tra Comune e Governo, non risolto dal sindaco e dal Ministro, è quello relativo al pignoramento delle risorse del Comune per circa 100 milioni di euro, in seguito all’accertamento delle pendenze post terremoto dell’80. La vicenda si era momentaneamente assestata sull’accordo trovato tra Palazzo San Giacomo ed il consorzio Cr8 per la copertura di almeno 70 milioni di euro di debito. Tuttavia, il “dissanguamento”, insostenibile per le casse di un Comune sempre sull’orlo del predissesto, aveva già da settimane portato De Magistris a chiedere l’aiuto del Governo, per risolvere in maniera equa la questione.
Aiuto che, al di là dell’interessamento ufficiale ribadito da De Vincenti ieri, per ora non arriva, bloccando, secondo De Magistris, l’operatività di bilancio del Comune. Che la questione sia particolarmente sentita, lo testimonia una nuova dichiarazione polemica rilasciata dal sindaco di Napoli: «sul Cr8 non sono arrivati fatti, né sugli Enti locali dove la risposta finora è sempre stata insoddisfacente. Vediamo se ci saranno atti di giustizia tra tutti i Comuni d’Italia o registreremo atteggiamenti da figli e figliastri. Misureremo il livello di cooperazione dai fatti. Il clima che noi auspichiamo è lo stesso che vale per il patto per Napoli».
In giornata è arrivata anche la risposta, piuttosto stizzita, di De Vincenti: «È con stupore che apprendo da agenzie di stampa le ultime sortite di de Magistris (…) gli ricordo quanto già detto ieri (…) il pignoramento è questione che riguarda esclusivamente il Comune di Napoli, quindi il sindaco dovrebbe semplicemente essere grato al governo per l’interessamento che sta mostrando sulla questione».
Ludovico Maremonti