Quaranta giovani di Baronissi, grazie ad un’iniziativa che vede protagonisti comune, licei e Forum dei Giovani, sono partiti per Roma per visitare il Maxxi (Museo Nazionale delle arti del XXI secolo).
Sono stati accuratamente selezionati da scuole e Forum dei giovani i 40 ragazzi di Baronissi che oggi si sono recati a Roma per visitare il Maxxi grazie all’iniziativa promossa dall’associazione Fonderie Culturali. Ad accompagnarli gli assessori Migliore e Siniscalco, i consiglieri comunali Coppola, Negri, De Caro e Pasquile e il vicepresidente del consiglio, Melchiorre.
Il direttore della sezione sviluppo, ricerca ed educazione del museo, Alessio Rosati, che ha accolto i ragazzi in visita nella capitale, non ha perso occasione per rimarcare l’importanza di tale incontro analizzandone l’aspetto formativo e di accrescimento del bagaglio culturale dei ragazzi andando a sollecitarne anche la creatività. L’incontro è stato funzionale anche per avviare una collaborazione tra il museo F.R.A.C. (Fondo Regionale d’Arte Contemporanea), sito a Baronissi, e lo stesso Maxxi per stimolare l’educazione all’arte contemporanea.
Il comune di Baronissi ha donato alla biblioteca del museo Romano i cataloghi del F.R.A.C., mentre il Maxxi ha donato al museo Campano le circa 100 pubblicazioni prodotte.
Nel pomeriggio i giovani hanno visitato Montecitorio per assistere ai lavori parlamentari.
Sull’evento si è pronunciata il presidente del Forum dei Giovani di Baronissi, Maria Chiara Barrella, che ha così commentato la visita dei 40 ragazzi a Roma:” Seguire una seduta della Camera è un’occasione per accrescere, in noi giovani, senso civico e vicinanza alle istituzioni. Il Maxxi è un museo unico- ha proseguito il presidente- al cui interno sono presenti opere che lasciano davvero senza parole. Un luogo dove è possibile apprezzare l’arte e l’architettura a 360 gradi. Meravigliosa è anche la struttura progettata dall’architetto Zaha Hadid, disegnata per stupire i visitatori. Il museo è studiato nei minimi particolari, e trovo che sia un peccato che sia così poco apprezzato da noi italiani”.
Vincenzo Marotta