Sta incuriosendo parecchio e suscitando un moto d’opinione positiva la recente iniziativa di un gruppo di cittadini, casoriani e non, chiamata TerraNostra.

L’ex deposito militare di via Boccaccio, nei pressi della stazione ferroviaria, è un’area ampia quasi 5 ettari che contiene due cisterne-serbatoio risalenti all’epoca della Guerra Fredda. Il Comune di Casoria, che detiene il possesso dell’area, ha di recente strutturato un progetto di riqualificazione da 3 milioni di euro da presentare alla Regione Campania, per ottenere l’accesso ai fondi europei. Del resto, le casse comunali sono vuote ed una spesa così ingente insostenibile.

11225238_798153246959097_4517882968891604451_oMa nell’attesa che un simile scenario prenda forma e consistenza, ecco sopraggiungere TerraNostra. Stanno spopolando le immagini e le foto di questi ragazzi che, armati di pazienza e forza di volontà, hanno occupato l’area col fine di ripulirla, strutturarla, ed offrirla alla cittadinanza per la libera condivisione. Risulta a tal proposito interessante la precisa volontà di spogliare il progetto di qualsiasi rappresentanza politica o associativa: TerraNostra è, in quest’ottica, la denominazione universale utilizzata per indicare un bene comune, una risorsa della collettività, e non un movimento o una sigla con fini propagandistici.

Sul terreno i lavori proseguono e vanno avanti nell’entusiasmo che cresce; sarà necessario un carotaggio che consenta di verificare lo stato di salute dell’area, per scongiurare ogni possibile rischio, ma la fiducia è alta e le buone intenzioni non mancano. Già si ipotizza la messa a punto di un orto sociale (se le verifiche tecniche dovessero andare a buon fine), con l’autocoltivazione di prodotti naturali di vario tipo, la creazione di un’area ricreativa (come un parco) e tutto quanto le disponibilità porranno in essere, per schierarsi fattivamente contro le politiche di cementificazione e speculazione edilizia, per contrastare il biocidio posto in atto da anni nella Terra dei Fuochi, per rigenerare un tessuto urbanistico e sociale all’altezza delle aspettative e delle esigenze della popolazione.

11041237_797152010392554_1626951889262109331_oIl Comune non si è mostrato insensibile nei confronti dell’iniziativa, ma restano tuttavia legittimi dubbi sulle effettive tempistiche per avviare un qualsiasi progetto, particolarmente alla luce delle elezioni amministrative sempre più vicine, e sulla reale volontà di mettere in campo un intervento di tale portata in maniera efficiente e risolutiva. Al momento, dunque, TerraNostra si configura come una reale prospettiva di riappropriazione degli spazi urbani dimenticati e di un nuovo modo di interpretare il rapporto fra città e cittadino: un rapporto più simbiotico ed emotivo, lontano dalle solite manovre di facciata che celano opportunismo ed autocelebrazione.

L’invito che da tutti i ragazzi di TerraNostra viene rivolto alla cittadinanza è quello di aggregarsi, presenziare e partecipare alle attività del gruppo, avviando insieme un percorso di riscoperta comunitaria sotto le insegne condivise dell’uguaglianza e dei diritti. Un percorso già sperimentato con successo dalle nostre parti, come nel caso dell’ex OPG occupato “Je So’ Pazzo” e del complesso di Santa Maria Maddalena ad Aversa.

Per seguire le attività e gli appuntamenti e restare aggiornati, è possibile collegarsi alla pagina facebook Terranostra occupata.

Emanuele Tanzilli

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