Spensi l’ultima sigaretta della mia serata, davanti al Palazzo Reale in Dam Square. Il Palazzo, monumentale e imponente, difende la storia della piazza centrale di Amsterdam, traversata da migliaia di persone di ogni etnia e religione.
La storia d’Olanda è inseparabile, infatti, dallo sviluppo economico e sociale che ha contraddistinto Amsterdam ed ha influenzato tutti i Paesi Bassi.
Camminavo piano, cercando di districarmi tra le urla della folla e qualche poliziotto della KMAR, Koninklike Marechaussee, ovvero la guardia reale, la polizia militare che risponde direttamente alla famiglia reale olandese.
Lo sfarzo, il colpo d’occhio che lascia Amsterdam negli occhi di chiunque sia arrivato a passeggiare come me tra i canali, viuzze, vicoli o sulla sponda dell’Amstel, è quello di una città che ha saputo costruire la propria fortuna sfruttando al massimo una delle poche risorse che si trovano in Olanda: il mare.
Di fatto, lo sviluppo e la storia dell’attività mercantile è considerabile come il cuore pulsante di tutta l’organizzazione che in secoli si è riuscita a stabilire il proprio dominio e la propria rispettabilità in tutta Europa. Il colonialismo, oltretutto, è servito da appoggio logistico ed economico nel corso degli anni, non solo per contraddistinguere la potenza navale, ma anche per sottolineare la grande influenza che il porto di Amsterdam ha avuto e continua ad avere per il proprio Paese. Rotterdam, dopo che è stata ricostruita alla fine della guerra, ospita tutt’ora il più grande e tecnologicamente avanzato porto d’Europa, facendo così fluire i grande traffici commerciali per diverse reti di collegamento in tutta l’Olanda.
Ma, soprattutto, è stata la grande capacità di adattamento del popolo olandese insieme ad un visibile e tangibile lavoro di integrazione e coesione sociale, che hanno portato alla storia della città di Amsterdam le sue più grandi fortune, riuscendo a costruire un vero e proprio polo multietnico, in cui l’unica lingua che contasse era quella del denaro.
Sulla bandiera della città splendono le tre “X“, che qualcuno simpaticamente ha denominato Sesso, Droga e Rock’n Roll, ma che assunsero un significato diverso quando, con mia grande fortuna, riuscii ad imbucarmi dietro una comitiva di italiani e ad ascoltare la paziente guida che tentava di spiegare come quelle tre “X” bianche su banda verticale nera rappresentassero le croci di Sant’Andrea, che fu crocifisso su una croce proprio con quella forma.
Per la tradizione popolare rappresentano le tre grandi catastrofi che si possono abbattere sulla città: il fuoco, l’acqua e la peste. Anche i colori, del resto, rimangono fedeli a questa teoria, con il nero a rappresentare la peste, il rosso il fuoco ed il bianco il fiume.
Tuttavia, Amsterdam è stato il fulcro per lo sviluppo economico e sociale di tutti i Paesi Bassi, riuscendo a far diventare l’Olanda uno dei punti di riferimento commerciale ed economico in Europa; portando in auge il pensiero liberale e immettendosi con naturalezza in quel capitalismo che ha fatto la fortuna e la miseria di molte popolazioni europee.
Niccolò Inturrisi