Paolo Gentiloni è il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. Non proprio un volto nuovo di quella stagione del cambia verso a cui la retorica ci ha “abituati”. Dopo l’incontro che ha portato ad una risoluzione con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva l’incarico “con riserva”. Gentiloni, quindi, il punto d’incontro tra Renzi e Mattarella dopo le dimissioni dell’ex Sindaco di Firenze.
Deputato del Partito Democratico, Paolo Gentiloni fa parte della Commissione Esteri. Giornalista professionista, ha lavorato presso il Comune di Roma come portavoce del Sindaco e assessore al Turismo e al Giubileo negli anni ’90. Nel 2001 è stato presidente della commissione di vigilanza Rai e ministro delle Comunicazioni nel biennio 2006-2008. Ed è proprio qui che scattano le critiche, Paolo Gentiloni è stato il padre del DDL Gentiloni, disse di lui Marco Travaglio: “chi dovrebbe smantellare il conflitto d’interessi e il trust ne discute col presidente dell’azienda che incarna il conflitto d’interessi e il trust”.
Nel mese di ottobre del 2006 il Consiglio dei ministri ha approvato il suo disegno di legge, il testo ha superato, nonostante tutto, il vaglio della maggioranza, affrontando anche dure critiche di opposto orientamento, dall’Unione fu giudicato come un “coraggioso ribaltamento delle storture dell’attuale situazione”. Il DDL Gentiloni venne recepito come un “regalo a Silvio Berlusconi” secondo le dichiarazioni di Marco Travaglio. Ma il nuovo ministro degli Esteri è stato pesantemente criticato anche per la sua proposta di regolamentazione della comunicazione su internet, che nel primo testo avrebbe costrtto a gran parte dei siti internet a registrazioni e adempimenti amministrativi. Capito l’errore fu lo stesso Gentiloni a ritirare la proposta e ad ammettere le proprie colpe.
Politico cattolico, spesso vicino alle posizioni moderate del centrosinistra, esponente storico della Margherita, dunque all’ex leader Francesco Rutelli, con il quale ha lavorato a lungo nella capiale. Renziano purissimo, nel 2014 ha sostenuto attivamente la scalata di Matteo Renzi al governo.
Luca Mullanu