Presso l’aula occupata LP situata a via Porta di Massa dell’Università degli Studi Federico II, gli studenti hanno organizzato il secondo convegno che segue l’iniziativa dello sciopero sociale del 14 Novembre, in merito ad alcuni temi di rilevanza primordiale: valutazione e merito.
Partendo con un’introduzione al libro della docente Valeria Pinto, “Valutare e Punire”, l’incontro ha visto partecipi la professoressa Marcella Raiola del coordinamento precari della scuola e il docente e filosofo Giuseppe Ferraro.
Il convegno ha affrontato il tema delle nuove metodologie di formazione, subordinate agli apparati economici messi a disposizione dai governi vigenti. Con il nuovo premier Renzi, è nato un processo di trasformazione del mercato del lavoro e soprattutto si è avuta un’accelerazione delle riforme, che hanno avuto consensi da una classe dirigente ma non dalla componente sociale.
Gli studenti hanno espresso la voglia di stimolare un senso di coesione che leghi la teoria alla prassi, come scritto dalla Pinto. Attraverso la sua riflessione riusciamo a scorgere che la “valutazione” in sé è un concetto che non proviene dalle università, bensì è uno strumento che provoca la nascita di criteri di merito e demerito, sfociando inevitabilmente nella creazione di disuguaglianze sociali, e nella competizione non costruttiva. In questo senso la meritocrazia diviene un privilegio, che tende a far passare pochi prescelti come migliori, e per altro lato provoca emarginazione culturale, isolamento dal sistema formativo stesso ai coloro i quali non sono appunto “l’eccellenza”.
I criteri di valutazione divengono un paradosso grazie all’ANVUR, ossia un dispositivo universitario che incorpora la pressione sociale perché agisce in nome di valutatore dei valutatori (secondo criteri sconosciuti). Tutto ciò va a scapito della libertà della ricerca e dell’espressività dei docenti.
In seguito la docente Raiola specifica i caratteri delle famose prove INVALSI: dequalificano i profili degli studenti e degli insegnanti proiettandoli nello scenario del mondo del lavoro, sviando la cultura fine a se stessa, in un meccanismo intento a sviscerare il profitto dai saperi.
Tali questionari standard che vengono “somministrati” agli studenti come sperimentazione dal 2006 sono ad oggi “vincolanti e totalizzanti”. Espropriano i docenti dalle prerogative etimologiche e dall’impostazione didattica, mentre gli studenti vengono meno alla competenza critica e di scelta nell’esposizione dei concetti. La professoressa prosegue sostenendo che queste prove sono come “un tradimento allo studente perché non si può crescere attraverso la valutazione numerica, ma attraverso il dibattito politicizzato; mentre queste prove hanno il peccato mortale di standardizzare.”
Marcella Raiola conclude il suo intervento ricordando che la soggettività della componente studentesca non è un ostacolo, e che ad oggi la scuola è sede di caporalato e violenza in quanto si respira neutralità, mentre la presa di coscienza ideologica viene sistematicamente manganellata.
In seguito l’intervento del filosofo Ferraro: “Noi le cose le sappiamo perché le viviamo sul corpo. Dobbiamo avere il coraggio di manifestarci col corpo, ma non seguendo un discorso prettamente materiale. Dobbiamo recuperare lo strumento per contrastare chi ci contrasta. L’intimità è espressione di un mondo che ci appare clandestino, e noi dobbiamo sforzarci a rendere quest’intimità non pubblica, bensì politica. Ad oggi viviamo con la precarietà, diventata lo statuto di una categoria esistenziale. Per abbattere questo senso di precarietà dobbiamo ritrovare il rapporto di relazioni tra le varie componenti sociali. Nella Buona Scuola di Renzi viene citato Don Milani, ma quella di Don Milani non era una scuola che mirava al profitto e all’inserimento nell’ambito lavorativo, non era una scuola a tempo pieno, bensì una scuola piena di tempo.”
Gli studenti della Federico II termineranno il ciclo di convegni 17 Dicembre con Massimo Di Dato, Assise cittadina per Bagnoli, D.Ciko e G.Palermo, del Comitato NO TRIV Irpinia e Vito Capriello, Comitato No Inceneritore Giugliano trattando la questione Sblocca Italia.
Alessandra Mincone