Sono passati due mesi dal post in cui assolveva i terroristi dell’Isis dichiarando di condividerne l’obiettivo politico, e oggi Alessandro Di Battista ci ritorna. Tutto un equivoco, dice: quando scrisse quelle parole non pensava all’ISIS ma pensava in realtà ad Hamas. Un errore di battitura che i cattivi e infingardi giornalisti trasformarono in un caso. L’ammissione, pregna di polemica e tutt’altro che accompagnata da quella giusta vergogna che ci si aspetterebbe da persone normali, avviene in uno scambio di opinioni tra il deputato grillino e una militante dentro un gazebo allestito per il confronto tra elettori ed eletti del Mo’ Vi Mento nella festa pentastellata del Circo Massimo. La ragazza chiede conto al deputato del post scritto ad agosto sul blog di Beppe Grillo (il titolo era: Isis: che fare?), a suo giudizio sbagliato soprattutto per i tempi in cui è stato scritto.
Mi sovviene tuttavia un dubbio: perché mai Di Battista in un post sul blog del suo sponsor e capo politico intitolato “Isis: che fare?”, che tratta l’argomento ISIS, in un periodo nel quale questo è problematica fondamentale della discussione politica, dovrebbe mettersi a parlare di Hamas? E perché un errore di battitura non è stato corretto appena dopo essere stato fatto notare? Perché la smentita avviene a bassa voce in un gazebo, e non subito quando la polemica era giustamente esplosa?
La mia risposta, perfettamente opinabile ci mancherebbe, è che sia un maldestro modo di pararsi il culo e dare contro a chi diffonde una notizia, perfettamente veritiera, di un suo post nel quale definiva il terrorismo come “l’unica arma rimasta a chi si ribella” e dove sembrava in questo modo giustificare la violenza di quelli che oggi definisce dei violenti tagliagole armati dall’occidente contro Assad.
“La prossima volta specificherò meglio” conclude Dibba. Sperando che la prossima volta non parli dell’ANAS per parlare di Hamas.
Rifobenni
e allora?Contenti quegli idioti amici suoi contenti tutti.Che fosse un decerebrato e parassita della società noi lo si sapeva