«Sono le 22:37 del 4 maggio 2023, abbracciatevi forte perché dopo 33 anni il Napoli è Campione D’Italia per la terza volta nella sua storia.» Così Francesco Repice, alla fine della partita Udinese-Napoli, commentò la vittoria dello scudetto del Napoli, che mise fine all’attesa del popolo partenopeo: un’attesa lunga ben 33 anni, che però è servita ad assistere ad un Napoli stellare, capace anche di giocarsi per la prima volta della sua storia un quarto di finale di Champions League. Se gli scudetti vinti dovessero essere pagati sportivamente parlando, il Napoli in questa stagione ha pagato il prezzo più alto della storia del calcio italiano: nessuna squadra campione in carica ha fatto peggio del Napoli nell’anno successivo alla vittoria del campionato. Decimo posto, tre allenatori, un presidente più avvilito del solito e dei giocatori completamenti in balia della sfiducia più totale: il bel gioco del Napoli di Spalletti è un ricordo sbiadito e quello che si è visto quest’anno è, calcisticamente parlando, un dramma. In questa stagione il Napoli non è riuscito a qualificarsi nemmeno alle competizioni europee, benché il posizionamento dell’Italia nel ranking europeo consentisse di beneficiare di nove posizioni per accedere a tutte le competizioni europee.
Si parla già di rinascita
E così, la rinascita tanto citata dai tifosi del Napoli in questi giorni ha un nome e un cognome: Antonio Conte. Classe 1969, centrocampista con grandi risultati giocando nella Juventus per ben 13 stagioni tra il 1991 e il 2004, vincendo cinque scudetti e una Champions League. Da calciatore si è sempre distinto per tenacia e grinta, tratti che poi ha donato alla sua figura di allenatore. Dopo un po’ di gavetta tra Siena, Arezzo, Bari e Atalanta approda nel 2011 alla Juventus, che arrivava da due settimi posti consecutivi. Nei tre anni sulla panchina dei bianconeri, riesce a vincere tre scudetti, raggiungendo anche il record dei 102 in una singola stagione. Dopo la Juventus allena la nazionale fermandosi ai quarti di finale, nell’Europeo del 2016, contro la Germania, soltanto ai calci di rigore. Nello stesso anno approda al Chelsea dove conquista la Premier League. Dopo la conquista della FA Cup nel 2018, i rapporti logorati con la società lo spingono a lasciare i Blues. Approda l’anno successivo all’Inter, dove in soli due anni – nonostante alcuni momenti poco brillanti – riporta lo scudetto a Milano sponda nerazzurra. Dopo l’Inter, torna in Inghilterra dove allena il Tottenham: qui la sua avventura non sarà felicissima guadagnandosi solo la qualificazione (facendo un mezzo miracolo) in Champions League. A marzo 2023 la sua esperienza londinese si chiuderà.
Oggi allenatore del Napoli con una trattativa iniziata almeno da ottobre 2023, dopo l’esonero di Rudi Garcia, con il presidente De Laurentiis che provò a trovare un salvagente di lusso per la stagione della sua squadra. Il palmares di Antonio Conte parla da solo, è un vincente, mette tanta dedizione nel suo lavoro e si affida al lavoro sul campo, il lavoro duro. Come Conte stesso afferma, il lavoro paga sempre. Di lavoro se ne potrà fare tanto dato che il Napoli non parteciperà alle competizioni europee e quindi Conte avrà a disposizione tutta la settimana per allenare il suo gruppo. L’entusiasmo in città per l’arrivo dell’allenatore salentino è tanto, c’è la voglia di cancellare una stagione disastrosa e la consapevolezza di poter fare un gran campionato al fianco di un grande allenatore.
Conte-De Laurentiis: i fantasmi sono dietro l’angolo
Da quando fa parte del mondo del calcio, Aurelio De Laurentiis ha sempre rimarcato questo suo carattere sopra le righe, avendo problemi durante questi anni non solo con calciatori e staff dirigenziale, ma anche con allenatori. Il rischio è che due caratteri forti come quello di Conte e del presidente del Napoli possano ben presto scontrarsi. Il contratto è stato firmato, evidentemente in questo momento le vedute tra i due sono simili, ma vista la loro ambizione e determinazione nella ricerca del successo e nelle loro solide capacità di leadership il rapporto si potrebbe presto incrinare. Fatto sta che, ad oggi, De Laurentiis è riuscito ad accaparrarsi un allenatore indiscutibile dal punto di vista del lavoro e dei risultati e il presidente ha sempre mostrato grandi capacità nel portare alla sua squadra componenti eccellenti del calcio mondiale una su tutte: Carlo Ancelotti.
Il Napoli di Conte
Conte arriva a Napoli con la promessa che venga fatto un mercato eccellente e mirato che aumenti il livello tecnico della squadra. Con la probabile cessione di Osimhen, valutato 130 milioni di euro dal club partenopeo, il Napoli avrebbe un cospicuo tesoretto per accontentare l’allenatore salentino, anche perché dopo svariati anni di 4-3-3 il Napoli quasi sicuramente cambierà modulo e per farlo serviranno pedine calzanti al progetto Conte. Il modulo che verrà prevalentemente utilizzato sarà il 3-5-2, tra l’altro inaugurato dal tecnico – destino vuole – durante Napoli-Juventus 3-3 del 2011: in quella gara il Napoli conduceva per 3 a 1, ma grazie al cambio modulo in corsa la Juventus pareggiò la partita e da quel momento in poi il 3-5-2 fece le fortune non solo della Juventus ma anche di Antonio Conte. Possibilmente verrà impiegato anche il 3-4-3, utilizzato dall’allenatore del Napoli nella sua esperienza londinese con il Chelsea, che consentirebbe di sfruttare al meglio le caratteristiche di Kvaratskhelia, qualora decida effettivamente di non trasferirsi al PSG. È presto per delineare con certezza l’assetto tattico del Napoli edizione 2024/2025: c’è ancora un mercato da fare in casa Napoli e Conte è arrivato in città solo mercoledì 5 giugno. Ma ipotizzando che venga utilizzato come modulo il 3-5-2 e tenendo conto dei rumors di mercato legati al Napoli oggi gli azzurri giocherebbe con questa formazione: Meret; Rrhamani, Buongiorno, Natan; Politano, Folorunsho, Lobotka, Anguissa, Olivera; Kvaratskhelia, Lukaku.
Claudio Napolitano