Il fatto di attualità è la dichiarazione shock del leader del Movimento Cinque Stelle in merito alla probabile inutilità della diagnosi precoce per i tumori al seno, sponsorizzata dall’oncologo Umberto Veronesi. Secondo il comico, che in una seconda intervista preciserà di non aver voluto mettere in discussione la validità delle mammografie, ci sarebbe infatti un conflitto d’interessi che porterebbe persone come Veronesi a fare cattiva informazione per poter avere sovvenzioni alle sue fondazioni da parte di chi produce i mammografi (la General Elettric).
Lo stile del capo del Movimento è sempre quello di ventilare ipotesi, buttare l’esca, accendere una miccia alla scia di complottismo di bassa e bassissima lega che si occuperà di trasformare ogni condizionale in un indicativo. Accuse lanciate senza prove, senza neanche conoscere l’argomento di cui si parla, fondate su teorie alternative (magari fondate su basi concrete) lette qua e là senza alcun approfondimento ma al solo scopo di trovare una nuova casta da abbattere, un nuovo complotto da smascherare.
Le bufale fanno parte del bagaglio politico dei pentastellati, il mezzo di propaganda più efficace contro avversari politici, giornalisti, personaggi pubblici. Tuttavia, rispetto alle classiche e innocue (almeno per il comune cittadino) bufale politiche, le bufale scientifiche sfruttate politicamente dal M5S risultano assai più pericolose.
Forse non tutti sanno che Beppe Grillo, quando ancora il Movimento Cinque Stelle era lontano dall’essere concepito, già si divertiva a usare la cosiddetta scienza alternativa per i suoi show ad effetto. Nel 1998, in “Apocalisse morbida”, dichiarò senza mezzi termini che l’AIDS altro non fosse che una grande bufala, la più grande del secolo. Grillo negò l’esistenza del virus HIV, trasmissibile e capace di danneggiare il sistema immunitario e favorire così l’insorgenza di patologie che possono causare la morte.
Nello stesso spettacolo, Grillo cominciò la sua crociata contro la diagnosi precoce, definita – allora come oggi – pericolosa: la tesi è sempre quella di una disinformazione volta a far credere alle persone che le mammografie siano in grado di ridurre o eliminare il rischio di cancro. Tuttavia è nota ai più la differenza che corre tra gli strumenti di prevenzione primaria e gli strumenti che sono invece in grado di riconoscere tempestivamente il tumore al fine di assicurare più possibilità di successo alle cure.
È vero, ed è noto, che una mammografia non riduce il rischio che tumore al seno, ma aiuta a smascherarlo e dunque a prenderlo per tempo, riducendo il rischio di espansioni e metastasi.
Secondo un report dell’IARC (presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità), la diagnosi precoce (mammografia, tomografia, risonanza magnetica, etc.) è una delle principali concause del calo di mortalità per cancro osservato negli ultimi anni.
Dopo l’AIDS e il cancro, Beppe Grillo si è anche preoccupato di definire inutile la vaccinazione, senza la quale si sarebbero comunque estinte epidemie come difterite e poliomenite, e di osannare il metodo Di Bella, che sarebbe un’infallibile cura contro il cancro osteggiata dalla comunità scientifica ufficiale. Anche in questi casi, l’ignoranza e la vaghezza con cui vengono trattati gli argomenti non assolvono Grillo, né quando ne parlava dal palco di show comici né tanto meno quando ne parla in qualità di capo di una forza politica e parlamentare con un consenso al 20%.
Le grottesche mistificazioni, se proferite da un personaggio come Grillo (diffuse e distorte dal suo emblematico seguito), diventano terrorismo mediatico in grado di delegittimare la scienza medica e i suoi strumenti e, quindi, di ridurne il positivo impatto. Al tempo stesso, qualsiasi teoria alternativa che venga sfruttata dal capocomico finisce per essere triturata dalla macchina complottista, rischiando così di essere bollata come bufala e di finire nel dimenticatoio.
rifobenni