Pesticidi
fonte: pixabay.com

Il modo di dire “Non vederci più dalla fame” si traghetta dal vocabolario comune ad azione di denuncia passando per la fotografia. Ogni giorno, difficilmente famelici convitati guardano al di là del piatto che mangiano, lì dove giacciono bambini malformati o mai nati, uomini e donne con patologie cutanee, disabilità motorie e cognitive: sono i membri delle comunità rurali del Sud America. Il tutto per la fame dello stomaco o di denaro altrui. È questa la prima triste fotografia di Pablo Ernesto Piovano, scattata su una realtà spesso ignorata dai media.

L’artista è un uomo di origine argentina nato a Buenos Aires, il 7 settembre 1981.
Dall’età di 18 anni lavora come fotografo documentarista. Collabora con diversi media internazionali come Geo, Stern, Liberation, L’Expresso, Bloomberg e altri.
Ha ricevuto prestigiosi premi come il premio Henri Nannen (2018), il premio Greenpeace (2018) il premio Philip Jones Griffiths Foundation (2017), il premio Manuel Rivera Ortiz Foundation (2016) tra gli altri.
È stato selezionato dal World Press Photo come uno dei 6 talenti del Sud America nel 2018.
Il suo lavoro è stato esposto nei musei e nei festival più riconosciuti in Europa.
È autore del libro “The human cost of agrotoxics” pubblicato in Germania da Kehrer Verlag nel 2017.

Quest’ultimo è nato dopo aver percorso, per tre anni, 15mila chilometri nel Paese natale, scoprendo e documentando la drammatica condizione di chi è, direttamente o non, entrato in contatto con i pesticidi, subendone le più deleterie conseguenze. Il libro è stato pubblicato in Europa e Stati Uniti, ma l’augurio dell’autore è che possa avere larga diffusione dove il problema ha la sua principale origine, e dove spera possa scuotere la coscienza politica: l’Argentina. Qui, infatti, l’80% della terra coltivabile è occupata da colture a ogm come la soia, geneticamente modificata e abbinata all’utilizzo del diserbante Roundup (glisofosfato). Un prodotto, quest’ultimo, che da oltre vent’anni circola in modo incontrollato in un Paese dalle norme sempre più permissive, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha classificato come “probabilmente cancerogeno” per l’essere umano.

In Argentina, infatti, un terzo della popolazione subisce o ha subito gli effetti negativi degli agrochimici. È questo che Pablo Piovano vuole denunciare, prima attraverso le pagine visive del suo libro e poi con le diverse mostre allestite nel mondo. I protagonisti delle sue fotografie sono lavoratori, bambini e abitanti di comunità rurali immortalati nella loro lotta alla resistenza o riversi nella propria sofferenza: malattie congenite, tumori in età pediatrica, disabilità mentali, epilessia, alterazioni al sistema endocrino, disturbi respiratori e della pelle.

Tra le vittime vi è Fabian Tomasi, amico e destinatario del libro di Piovano. L’uomo, per oltre 20 anni, ha lavorato in una azienda che forniva pesticidi e al momento soffre di una grave forma di neuropatia e atrofia muscolare. La sua sofferenza lo costringe in un corpo bloccato, ma la sua voce si leva contro i soprusi del governo e delle aziende capitalistiche. A lui si uniscono Jessica, 11 anni, colpita da una patologia ai tendini che le impedisce di stare eretta; Lucas di 5 anni ammalato di ittiosi che gli procura desquamazioni cutanee; Fabian, 8 anni, affetta da idrocefalia e da un grave ritardo cognitivo. Le fotografie sono in bianco e nero, colori forse non causali, ma intesi a indicare rispettivamente la speranza di riscrivere il futuro sul nero dell’indifferenza.

Alessio Arvonio

Alessio Arvonio
Classe 1993, laureato in lettere moderne e specializzato in filologia moderna alla Federico II di Napoli. Il mio corpo e la mia anima non vanno spesso d'accordo. A quest'ultima devo la necessità di scrivere, filosofare, guardare il cielo e sognare. In attesa di altre cose, vivo.

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