WWF: buone e cattive notizie del 2021 per ambiente e clima
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Si è soliti iniziare l’anno con una lista di buoni propositi in cui vengono segnate attività, obiettivi da raggiungere entro fine anno o che almeno si auspica di finire, il 2021 iniziò con una lunga lista di buoni propositi per cercare di salvare il pianeta dalla crisi climatica: la COP26 a Glasgow, transizione ecologica, ripresa green nel PNRR, XIII Convegno Nazionale sulla biodiversità, tenere fede agli accordi di Parigi, accordo globale sulla plastica. Ma come voleva dimostrasi poco è stato fatto di questa lista, quasi nulla è stato portato a termine. Il WWF ha tracciato un bilancio di ciò che è andato male nel 2021 e che quindi bisogna recuperare nel 2022.

Il 2021 è stato l’anno che ha visto il cambiamento climatico agire nel modo più violento possibile sul nostro pianeta. Le ondate di calore estreme nei periodi estivi sono aumentate. A Siracusa la temperatura è arrivata a toccare i 49 gradi, mentre in Canada si sono toccati i 50 gradi. Gli incendi in Grecia e Turchia sono stati classificati come i peggiori negli ultimi. La Siberia ha visto sparire 1,5 milioni di ettari di foresta mentre la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 22%. Secondo lo IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, negli ultimi dieci anni si sono estinte 160 specie. Il mar Mediterraneo è stato preso d’assalto dall’industria ittica: il 75% degli stock ittici è infatti sovrasfruttato. Inoltre le temperature del mare registrano un aumento del 20% in più rispetto alla media globale e, come se non bastasse, durante la pandemia è stato registrato un aumento di plastica monouso dispersa nel mare.

Durante la COP26 i leader dei Paesi presenti hanno deciso di diminuire le aspettative che si avevano sulle decisioni da prendere per fermare la crisi climatica e che avrebbero creato un punto di svolta per il nostro pianeta: ci sono stati pochi progressi sull’eliminazione dell’uso del carbone, dove bisogna accontentarsi di una piccola riduzione nell’utilizzo. Per il WWF anche sul fronte delle limitazioni delle emissioni di CO2 per restare nella soglia di 1,5° non sono stati ottenuti grandi risultati. In Italia il PNRR ha visto investire solo lo 0,5% per i progetti di transizione ecologica rispetto alla cifra concessa per tutto il piano. Ma non finisce qui. La discussione sulla legge nazionale sull’agricoltura biologica insieme al Piano d’Azione Nazionale (PAN), che dovrebbe definire gli obiettivi per ridurre i rischi dei pesticidi sull’ambiente e la salute, è ancora in stallo. Anche sulla Plastic tax ci sono dei ritardi: l’imposta di 45 centesimi di euro per ogni chilo di plastica venduto entrerà in vigore solo nel 2023.

Secondo un rapporto del WWF realizzato in collaborazione con il team “Intelligence Unit” della rivista The Economist, la pandemia ha fatto crescere la consapevolezza e l’interesse sulle tematiche ambientali, infatti qualcosa di positivo è venuto fuori dal 2021. Il Portogallo ha detto addio al carbone con nove anni di anticipo rispetto ai piani originali unendosi al Belgio, Austria e Svezia. Grazie a Costa Rica, Danimarca, Francia, Groenlandia, Irlanda, Svezia, Galles e la provincia canadese del Quebec, California e Nuova Zelanda nasce la Beyond Oil & Gas Alliance (BOGA) per ridurre l’estrazione di petrolio e gas ed. Questa è la prima alleanza tra Paesi per ridurre a zero l’uso dei combustibili fossili. Durante il vertice ONU sui sistemi alimentari (UNFSS – UN Food Systems Summit), tenutosi a New York a settembre, sono state fornite strategie nazionali e globali per una trasformazione dei sistemi alimentari, i quali sono responsabili dell’80% della deforestazione mondiale e dell’80% della perdita di biodiversità; qui il WWF ha presentato un piano per una transizione ecologica del settore alimentare.

Queste notizie positive possono farci tirare un sospiro di sollievo. I primi passi contro la crisi climatica sono stati fatti, ma, come è ovvio, non possono bastare. Le crisi ambientali del 2021 (e degli anni precedenti) devono diventare priorità per i governi di tutto il mondo. Non c’è più tempo da perdere. Salvaguardare la natura è tutelare la società umana.

Gaia Russo

Gaia Russo
Eterna bambina con la sindrome di Peter Pan. Amante dei viaggi, della natura, della lettura, della musica, dell'arte, delle serie tv e del cinema. Mi piace scoprire cose nuove, mi piace parlare con gli altri per sapere le loro storie ed opinioni, mi piace osservare e pensare. Studio lingue e letterature inglese e cinese all'università di Napoli "L'Orientale".

1 commento

  1. Io e i miei amici abbiamo deciso di convertire tutto quello che potevamo a fonti di energia alternative. E dopo un anno di questo esperimento, abbiamo scoperto che è molto redditizio. Abbiamo installato pannelli solari nel cortile e installato un sistema di allarme ajax con sensori di movimento in tutta la casa. I sensori spengono automaticamente la luce se non ci sono persone nella stanza. Risparmiamo da 5 a 10 euro al mese. Naturalmente una tale costruzione nel cortile sembra incredibilmente futuristica, ma la cosa principale che capiamo che abbiamo bisogno di proteggere la natura e l’ambiente

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