Il ministro del’Istruzione Giannini il 7 Settembre, nella prima tappa del tour Panorama d’Italia a Salerno, viene contestata duramente dai oppositori della legge 107.
Al presidio fuori Palazzo della città, oggi detto Salone dei Marmi, hanno partecipato i rappresentanti delle realtà
scolastiche che continuano ad opporsi alla riforma della scuola del governo Renzi, meglio conosciuta come “Buona Scuola”. A partire dai COBAS fortemente contrariati per la così detta “deportazione degli insegnanti”, una definizione che la stessa ministra ha criticato fortemente definendola “inopportuna perchè ricorda periodi bui della nostra storia”, un’ effettiva dispersione degli insegnanti in tutta Italia mascherata come una deprecarizzazione dal governo e vissuta con difficoltà dai tantissimi docenti costretti a lasciare le famiglie per lavorare a chilometri dalle proprie case; fino ad arrivare ai movimenti studenteschi come l‘Unione degli Studenti e il Collettivo Studentesco Cavese (CSC) che rispondono a tono alle parole della Giannini che ha definito la “sua” riforma la migliore del Governo dopo il Jobs Act, riforma con la quale il ministro all’Istruzione dichiara di aver debbellato la “supplentite” e di aver ridato stabilità alla scuola pubblica.
La mobilitazione è stata immediata alla notizia dell’arrivo della Giannini a Salerno ed il fronte fra studenti e docenti è stato compatto. Ancora una volta i rappresentanti delle componenti che costituiscono le basi della vita scolastica si sono compattati nelle contestazioni alla legge 107 che, a quasi un anno dalla sua entrata in vigore, divide ancora le masse.
Abbiamo raccolto le dichiarazioni di Fabio Trezza, rappresentante del CSC, e di Luigi Cannavacciuolo, coordinatore regionale dell’Unione degli Studenti. Fabio dichiara che la mobilitazione è stata immediata poiché “non avremmo potuto permettere che a pochi chilometri dalla nostra città si promuovesse il successo della riforma senza che noi, che la contrastiamo da ormai due anni sul territorio, testimoniassimo le gravi conseguenze del suo operato sul mondo dell’istruzione. Abbiamo parlato di alternanza scuola-lavoro ,contributo volontario, INVALSI e di tutti gli strumenti con i quali il governo Renzi sta indirizzando l’ istruzione pubblica verso un percorso di sfruttamento, nozionismo e diseguaglianze sociali.“
Luigi Cannavacciuolo invece non ci sta alle passerelle della Giannini per propagandare i risultati della riforma e dichiara : «Le parole della Giannini non ci sorprendono, dato che da tempo denunciamo ed organizziamo il dissenso al disegno complessivo del Governo Renzi: con la precarizzazione totale e l’annulamento dei diritti dei lavoratori, con la privatizzazione de facto della scuola, la subordinazione alle logiche di mercato e la sua ristrutturazione in chiave autoritaria, la riforma Costituzionale abbinata all’Italicum rappresentano soltanto il traguardo di questo processo, portato avanti in maniera antidemocratica, annullando e reprimendo il dissenso. A noi tutto questo non va bene e dal primo giorno di scuola metteremo in campo azioni in tutta la Regione e in tutt’Italia per lanciare la nostra consultazione nazionale “Stiamo Diritti- Students’ (R)evolution”, perchè ci siamo stancati di non essere ascoltati e di non avere potere decisionale all’interno delle nostre scuola. Vogliamo scrivere un nuovo statuto delle studentesse e degli studenti che rimetta al centro i bisogni, i desideri,le aspettative e i diritti di cui abbiamo bisogno per emanciparci, autodeterminarci ed essere protagonisti all’interno delle nostre città e nei luoghi di formazione. Lanceremo fin da subito il 7 Ottobre, la data in cui scenderemo in piazza in tutto il Paese, per riuscire a determinare il contenuto delle deleghe in bianco che il Governo, per confermare il suo carattere antidemocratico e chiuso al confronto con i soggetti che vivono quotidianamente la scuola, si è conferito nella Buona Scuola. Il nostro sarà un NO ampio, volto a boicottare il sistema malato e antidemocratico di privatizzazione messo in atto dall’attuale governo.»
La Giannini non ha replicato direttamente alle accuse dei partecipanti al presidio, ma è stata sicuramente travolta dall’onda delle proteste, una in particolare, che ben rappresenta il dissenso popolare, era scritta su uno dei tanti striscioni presenti: “LA BUONA SCUOLA SIAMO NOI”