Il gruppo Espresso vende due testate: LaCittà, salernitana, e ilCentro, abruzzese. I giornalisti sono stati in sciopero nei due giorni che hanno seguito la cessione, un caso al centro di una questione non solo territoriale.

Una nota pubblicata il 7 Settembre dai redattori de LaCittà provava a rispondere ai quesiti dei lettori. Il gruppo l’Espresso ha fatto una scelta di marketing, esplicitata ancor di più dalle parole utilizzate nel comunicato ufficiale: «Gruppo Espresso comunica che sono stati definiti gli accordi per le cessioni dei quotidiani “il Centro” e “la Città di Salerno”. La nuova editrice de “il Centro” farà capo agli imprenditori Luigi Pierangeli, Cristiano Artoni, Alberto Leonardis e Luigi Palmerini; la nuova editrice de “la Città di Salerno” farà invece capo alla società So.Ge.P.Im S.r.l., holding della famiglia Lombardi-Scarlato. Le operazioni si inseriscono nel piano di deconsolidamento teso a garantire il rispetto delle soglie di tiratura previste dalla normativa in vigore, nella prospettiva della futura integrazione con la Stampa ed Il Secolo XIX. Il passaggio avrà efficacia, una volta esperite le procedure previste dalla legge e dai contratti collettivi, entro il 31 ottobre 2016. […]»

Ciò che proprio non si spiega è come mai siano stati in pochi a mostrare solidarietà nei confronti dei colleghi. Stiamo parlando di 13 giornalisti salernitani, un part-time e 5 poligrafici/amministrativi. L’Ordine dei Giornalisti Campania dichiara di vigilare “costantemente sull’attività delle nuove proprietà che dovranno garantire l’autonomia delle testate, i posti di lavoro a redattori e collaboratori e il pieno rispetto del contratto giornalistico” in una nota ufficiale. Il parlamentare Gianni Melilla, Sinistra Italiana, ispirato dal caso, ha presentato un’interrogazione al governo. IlVelino riporta le parole di Melilla: «E’ necessario – insiste Melilla – che si sviluppi subito un confronto tra il gruppo Espresso Repubblica e le organizzazioni sindacali e condividere il progetto industriale, le garanzie professionali ed occupazionali e la salvaguardia del presidio informativo rappresentato da questi due quotidiani in Abruzzo e a Salerno. Le Istituzioni nazionali e locali – conclude Melilla – devono garantire che un patrimonio prezioso di professionalità, cultura e libertà non venga distrutto per scelte economico-aziendali». Anche il Psi e la Cisl esprimono la propria solidarietà.

Il mestiere del giornalista è complesso e pieno di ostacoli, non del tutto accettato e rispettato, nemmeno nel secolo delle telecomunicazioni e dell’informazione. Lo diceva Max Weber nel 1919: «La vita del giornalista è in ogni senso un puro azzardo, e si svolge in condizioni che mettono alla prova la propria sicurezza interiore, come assai raramente accade in altre situazioni. Le esperienze spesso amare nella vita professionale forse non sono nemmeno la cosa peggiore. E’ infatti proprio dai giornalisti di successo che vengono pretese prove interiori particolarmente difficili. Non è affatto una cosa da poco frequentare i saloni dei potenti della terra su un piano di apparente parità e spesso essere generalmente adulati perché temuti, sapendo al tempo stesso che, non appena si è fuori dalla porta, il padrone di casa dovrà forse giustificarsi in modo particolare con i suoi ospiti per la sua frequentazione con i “cafoni della stampa”».

Da parte di una giovane aspirante, la piena solidarietà ai colleghi che da anni contribuiscono ad accrescere la cultura del mio territorio.

Sara C. Santoriello

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