Ancora una volta si torna a parlare di Jorit, lo street artist italo-belga, nativo di Quarto, in provincia di Napoli, che ama incantare con i suoi murales, considerati vere e proprie opere d’arte. Quello che inizia per gioco, con segni, schizzi, scarabocchi da bambino, diventa non solo la sua passione, non solo il suo lavoro ma anche la chiave per farsi conoscere dal mondo intero, e farsi apprezzare.
Ogni opera di Jorit lascia senza parole per la genialità, per la freschezza, per la bravura, per il realismo, per la maestosità. Tra tutti, uno dei più belli è considerato il San Gennaro a Forcella, che rappresenta non con la solita stilizzazione del santo patrono di Napoli ma con un volto “comune”, di un uomo comune; sempre a Napoli ha realizzato un altro capolavoro raffigurando Martin Luther King. Bello, riconosciuto ed importante è anche il murale dedicato a Nelson Mandela, non a Napoli ma a Firenze, così come ha realizzato a Firenze quello dedicato ad Antonio Gramsci. Insomma sono davvero tanti i capolavori di Jorit. Ogni sua opera racchiude il desiderio di trasmettere dei messaggi, come lui stesso ha affermato in un’intervista rilasciata per Rai Cultura nel 2022: “Vorrei che la mia arte comunicasse un’idea di giustizia sociale, di vera meritocrazia, che nasce dalla parità delle condizioni di partenza per tutti“, dichiarando successivamente i suoi “maestri ideali” e fonte di ispirazione: “I miei maestri ideali sono Banksy, un artista ma anche una persona che ha il coraggio di prendere posizione nel mondo, Caravaggio, ma anche i muralisti messicani come Diego Rivera”. Insomma, sono volti parlanti i suoi murales, che altro non esprimono che i desideri di un giovane artista uniti a quelli di un popolo, il popolo di una stessa tribù, quella umana. Infatti tratto distintivo di ogni volto raffigurato è il segno di appartenenza a una tribú, imitazione di quelli tipici degli indigeni. Desiderio principale è dunque abbattere ogni barriera, e ricordare l’uguaglianza fra tutti gli individui di questo mondo.
Ma questa volta l’artista si è superato, nel vero senso della parola. Con il nuovo murale, realizzato nel Centro Direzionale di Napoli, Jorit intende battere e superare i suoi stessi record. L’opera rappresentante tre grandi personalità e pietre miliari di Napoli, tre punti di riferimento della cultura e del popolo partenopeo (Maradona, Massimo Troisi e Pino Daniele) è il murale più alto del mondo. Il pittore dei grandi volti stavolta ha voluto esagerare; il grattacielo infatti si estende per un’altezza di 122 metri, ed è l’ex Torre Enel. Con questo lavoro Jorit supera se stesso, perché proprio nel 2019 aveva realizzato il murale più alto – per allora – sempre a Napoli, sempre nel Centro Direzionale, in occasione delle Universiadi.
Stavolta, invece, ha scelto tre anime in grado di rappresentare al meglio la cultura napoletana, tutte e tre scomparse ma ancora vive nel cuore, nelle menti, nelle strade di Napoli: Massimo Troisi, Pino Daniele e Diego Armando Maradona. E ad accompagnare, o meglio, a precedere i tre volti c’è stata la stesura dell’intera poesia di Totò – nome con cui meglio conosciamo Antonio de Curtis – ‘A Livella, simbolo anch’essa di abbattimento delle barriere e di uguaglianza. L’obiettivo del maestoso murale è quello di riuscire a essere visto da ogni punto della città, grazie alla sua immensa altezza; inoltre, e non da meno, senz’altro il murale riuscirà a raggiungere un maggior numero di turisti.
La human tribe di Jorit, insomma, con il suo stile iperrealistico sa cogliere l’essenza di un volto, di un’anima, di un popolo, e riunirli tutti in una sola immagine: è questo il suo tratto distintivo. E quest’ultimo lavoro, intriso di tre forti personalità cuore dello spirito partenopeo, promette di farsi ammirare e apprezzare in tutto il mondo.
Annamaria Biancardi