Si intende per Romanticismo quel filone culturale e letterario che interessò l’Europa a partire dalla fine del XVIII secolo fino alla metà del XIX, arrivando a coinvolgere ogni forma di arte, incluso il pensiero umano.
Prende nome dal termine inglese romantic (da romance, «romanzato») che stava ad indicare, nel XVII secolo, l’elemento surreale nel genere letterario dei romanzi cavallereschi dove l’intreccio fantastico veniva calato in contesti storici non del tutto verosimili. Con il tempo si fece strada anche il concetto di «pittoresco» riferitosi non all’ambientazione irreale delle vicende narrate ma piuttosto alla tipologia di sentimenti descritti: sentimenti forti e totalizzanti, in netta contrapposizione con l’impostazione razionale e idealizzata del Neoclassicismo.
Il Romanticismo trae la propria essenza dal movimento tedesco dello Sturm und Drang («tempesta e impeto») e si riversa, principalmente, nei toni forti di una letteratura infuocata e nelle pennellate decise di una pittura istintiva e sensuale.
In Germania
Un binomio fondamentale del Romanticismo vede ai propri estremi le figure dell’uomo e della natura. Cambia la prospettiva d’approccio a tale rapporto: la natura è rappresentanza del divino in terra e, dunque, capace di suscitare grandi emozioni, dall’ammirazione alla repulsione (come notoriamente esprime l’opera di Leopardi). Nel momento in cui l’uomo riesce a cogliere parte della smisurata bellezza della natura circostante, si compie il processo di sublimazione (teorizzato dal filosofo Edmund Burke) dei sentimenti, possibile solo attraverso gli occhi e il cuore dell’anima sensibile che osserva.
I paesaggi sono, infatti, i protagonisti indiscussi nella pittura dell’artista tedesco Caspar David Friedrich: secondo la sua teoria, l’artista è lo strumento necessario per far sì che, attraverso la contemplazione, l’uomo riconosca e si ricongiunga con la natura, aggiungendo il sentimento del sublime alla visione classica di pura osservazione estetica.
In Inghilterra
In Inghilterra presero piede tre correnti artistiche: la corrente visionaria-onirica rappresentata al meglio da William Blake, la corrente del sublime a cui fa capo William Turner e la corrente pittoresca il cui maggior esponente resta John Constable.
Blake nasce dalla scuola del pittore svizzero Johann Heinrich Füssli, riproponendo con la propria arte disegni di tetre visioni e sogni ancestrali. Successivamente, il focus della sua pittura si sposta su celebri episodi tratti da grandi classici della letteratura allegorica, come la Divina Commedia dantesca e il Paradiso Perduto di John Milton.
Nell’opera di Turner si assapora una diversa sfumatura del concetto di sublime, suscitata dal tumultuoso riversarsi, in terra, di fenomeni catastrofici: l’ampio utilizzo di linee circolari-ellissoidali nella zona centrale del dipinto evocano la paralizzante dinamicità di una sciagura, donando un moderno effetto di sfumatura graduale.
La corrente pittoresca, infine, si basava sulla compresenza di due caratteristiche principali, la varietà e un piacevole disordine naturale. Constable, autore di numerosi paesaggi mitici chiaramente ispirati alla campagna inglese, propone come insospettabile elemento di disordine il cambiamento degli agenti atmosferici. Toni pastello, accompagnati da linee morbide e luci soffuse, per un inevitabile abbandono al senso di nostalgia.
In Francia
Dalle terre d’oltralpe nasce la coscienza battagliera di nazione: quello francese è un Romanticismo eccentrico, carico, “fiammeggiante”. Celebre il dipinto di Eugène Delacroix, “La Libertà che guida il popolo”, dove il senso di libertà e identità nazionale cavalca gli eventi storici contemporanei capitanando orde di uomini in uno schema piramidale ereditato dalla lezione di Da Vinci. Altra illustre opera che riprende la struttura a punta è “La Zattera di Medusa” di Théodore Géricault, nata dall’episodio del naufragio della fregata francese Méduse. Dunque, Géricault, abbandonati gli stilemi del Neoclassicismo, abbraccia il tormentato percorso dei sentimenti e della riflessione sull’effimera condizione umana, ribadendo l’essenza di un romanticismo distintosi per i colpi sferrati alle basi di verità secolari e, ormai, passate.
In Italia
Indiscusso, in Italia, è il predominio di un romanticismo storico che si riversa nella letteratura (cui noto esempio è fornito da I Promessi Sposi di Manzoni), tanto quanto nell’arte e, in particolar modo, nella pittura di Francesco Hayez.
I suoi dipinti tradiscono una certa propensione a circostanze di stampo medievale così come un’attenta premura all’elemento mitologico; la sua poetica abbraccia gli ideali romantici ma la sua mano li rende attraverso un’ottica accademica e classica.
Il caso di Hayez e della sua duplice natura traduce il dicotomico dubbio dell’Ottocento italiano in fatto d’arte che si risolve nella determinazione storica. La storia aveva, infatti, una sola possibile chiusa: l’idea di un’Italia unita, suggellata dall’intramontabile musica di Giuseppe Verdi e dalla chiara allusione al tricolore italiano presente nella quarta versione de “Il Bacio” (dove il mantello verde dell’uomo, la sua calzamaglia rossa e lo scialle bianco dell’amata creano un abile intreccio cromatico).
Pamela Valerio