Negli ultimi giorni, in Germania, sono andate in scena le marce anti-islamiche di PEGIDA, un movimento formatosi nell’ottobre 2014, e le risposte istituzionali. Per comprendere meglio il fenomeno, è bene fissare alcuni punti.
PEGIDA è l’acronimo di Patriotische Europäer Gegen die Islamisierung Des Abendlandes, che è traducibile con “patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente”, ed il movimento ha origine a Dresda, capitale della Sassonia, Länder della ex Germania Est.
Ho tradotto Abendland con Occidente, ma sarebbe più corretto dire che il termine (con l’aggettivo Christliches, cioè cristiano) indica più strettamente l’Impero Romano d’Occidente, includendo anche la Germania ma escludendo l’America. Il termine, letteralmente Terra della Sera – cioè dove il Sole tramonta, o meglio “se occidit” – si contrappone per antinomia alla Morgenland, la Terra del Giorno islamica.
Posti questi riferimenti, si può dedurre che la difesa dell’Europa orientale-ortodossa sia demandata agli eredi della Seconda Roma (Costantinopoli), cioè alla Terza Roma – Mosca, ove governa quel Putin già minacciato dall’ISIS che sembra essersi collocato in contrapposizione all’Islam, soprattutto nei territori russi, slavi o ortodossi.
PEGIDA è nata come movimento spontaneo di poche decine di persone, a Dresda, da un’idea del pubblicitario Lutz Bachmann, e si riunisce settimanalmente nelle strade della città sassone. Nelle città nelle quali è attivo, PEGIDA assume nomi diversi: BOGIDA a Bonn, DÜGIDA a Düsseldorf, KOGIDA a Köln (Colonia), FRAGIDA a Francoforte sul Meno, BÄRGIDA a Berlino; in tutti i casi, la locuzione “patrioti europei” viene sostituita dalla città, che nelle intenzioni si pone contro l’islamizzazione. Un “noi” che si oppone a un “loro”, come già sperimentato con fascismo, nazismo, americani e sovietici ed anche nelle mediacrazie di Berlusconi, Grillo e Renzi.
Non è casuale la nascita a Dresda: la città si trova in una regione nella quale le destre, dopo quarant’anni di socialismo, hanno in pianta stabile la maggioranza dei voti, e le condizioni di vita a 25 anni dalla riunificazione non sono ancora agli stessi livelli di quelle dei Länder dell’Ovest. Questo spiega anche, in parte, la forte presenza dei neonazisti e la nascita, nel 2013, di quell’Alternative für Deutschland, formazione di destra che ha costretto la CDU alla Große-Koalition con la SPD sia al Bundestag che in Sassonia.
Cosa vuole, concretamente, PEGIDA? Alle origini il movimento si è opposto all’invio di armi ai peshmerga curdi. Il manifesto di PEGIDA contiene 19 punti: diritto di asilo per rifugiati di guerra e perseguitati politici; dovere di integrarsi secondo la Legge Fondamentale tedesca; un piano abitativo decentralizzato per i rifugiati; la creazione di una agenzia centrale per i rifugiati, per ripartire giustamente i rifugiati tra i paesi dell’Unione Europea; regole sull’immigrazione più stringenti; incremento dei fondi alla polizia; tolleranza zero contro i clandestini; opposizione alle ideologie politiche misogine e violente, ma non ai musulmani integrati; supporto all’autodeterminazione sessuale; protezione della cultura tedesca giudaico-cristiana; opposizione all’esportazione di armi a gruppi radicali e non autorizzati; opposizione al principio “società parallele/legislazioni parallele”; opposizione al gender mainstreaming ed al politicamente corretto; opposizione ad ogni radicalismo; opposizione ai discorsi di odio, di qualsiasi religione.
A PEGIDA sono legate partecipazioni delle Burschenschaften, confraternite universitarie liberali e nazionaliste legate all’idea di Fichte di una Germania basata su lingua, pensiero e cultura comuni, di hooligans, di alcuni soggetti noti alle forze dell’ordine del NPD e, soprattutto, di un numero considerevole di semplici cittadini che non trovano ascolto nelle istituzioni. Tra coloro i quali si oppongono a PEGIDA, invece, si contano Angela Merkel, la Linke, i Verdi, la comunità ebraica tedesca, il clero luterano di Amburgo, il clero cattolico di Colonia, la Volkswagen di Dresda, la municipalità di Berlino, la Bild, gli ex cancellieri Schmidt e Schröder e personaggi del mondo dello spettacolo.
A voler essere estremamente sintetici, dunque, cos’è PEGIDA? Un movimento [1] in franchising [2] fondato da un esperto di marketing [3] e pregiudicato [4], che si oppone a tutto [5] e si organizza tramite internet [6], xenofobo [7] e populista [8], “né di destra né di sinistra” come d’altronde raffigurato dal cartello in apertura sul NYT e sul Guardian [9], nazionalista e/o territorialista (usa simboli sassoni) [10], vicino all’estrema destra [11] ma con l’aggiunta di una punta di femminismo. Un ibrido tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega di Salvini, una ricetta che in Germania sembra non funzionare, ma che in Italia sbancherebbe senza dubbio.
Simone Moricca
Note
1, 2, 3, 4, 5, 6, 9, 11: v. Movimento Cinque Stelle
7, 10: v. Lega Nord
8: v. entrambi
Foto © Bündnis 90/Die Grünen Nordrhein-Westfalen / Flickr / CC BY-SA 2.0