Mentre il Natale si avvicina implacabile, lunedì 7 dicembre ha riaperto San Gregorio Armeno, la tradizionale via dedicata all’arte presepiale che ben rappresenta l’identità della città napoletana.
Così la Campania passa dalla zona rossa alla zona arancione e le botteghe dei maestri artigiani del presepe riaprono timidamente i battenti, a poco più di due settimane dal Natale.
La Fiera di Natale quest’anno sarà molto particolare e dedicata ad una scomparsa importante per i partenopei, quella di Diego Armando Maradona venuto a mancare lo scorso 25 novembre. Alla cerimonia di apertura ha preso parte anche Hugo, fratello di Maradona. Per i napoletani e per i maestri dell’arte presepiale è stata una scelta doverosa quella di dedicare un pensiero a Maradona, da sempre nei cuori del popolo partenopeo.
La cerimonia si è tenuta nel pieno rispetto delle normative anti-Covid19: mancava l’entusiasmo per inaugurazioni particolari, ma la morte di Maradona non poteva passare in sordina. E così si è istituito anche il “Maradona Day” che sarà celebrato ogni 10 maggio a San Gregorio Armeno con i familiari di Diego.
La tradizione dell’arte presepiale di San Gregorio Armeno ha un’origine remota: in epoca classica esisteva un tempio dedicato a Cerere, alla quale i cittadini offrivano statuine in terracotta commissionate ai laboratori. Dal 1700 le botteghe di artigiani iniziarono a fabbricare solo statuine per il presepe napoletano. Via San Gregorio Armeno è accessibile solitamente tutto l’anno e nei periodi più tranquilli è possibile vedere gli artigiani all’opera.
Quello di quest’anno sarà sicuramente un Natale particolare, e se da un lato gli artigiani del presepe tentano di mantenere viva la tradizione, è chiaro che sarà difficile ricreare l’atmosfera degli anni passati.
Primo perché, come già da diversi mesi, bisogna rinunciare al turismo, agli stranieri e addirittura ai visitatori italiani e campani: almeno per il momento saranno solo i napoletani a poter visitare la strada dei pastori, off limits per i visitatori fuori comune e fuori Provincia.
Secondo nel rispetto di tutte le precauzioni necessarie saranno ammesse poche persone per volta nella famosa strada e quindi l’immagine che si prospetta è bel lontana da quella via tanto affollata, da non riuscire a passare e da costringere ad organizzare un “senso unico pedonale”.
Questo è un altro duro colpo: sono gli incassi dei due mesi precedenti al Natale che permettono di tenere aperti i negozi tutto l’anno ed è ormai ben chiaro che bisogna arrendersi ad un crollo importante.
E se anche le botteghe si erano date all’e-commerce, facendo delle strade deserte l’opportunità per reinventarsi, è ormai chiaro che il calo delle vendite è fin troppo drastico. In tempi fatti di rinunce e sacrifici, si era pensato di avvalersi del web per aprire agli acquisti online, per fare in modo che il Natale arrivasse fino a casa.
L’arte presepiale, però, ben poco si adatta ai canali digitali. Non parliamo di un maglioncino o di uno strumento elettronico, i pastori sono pezzi unici, opere d’arte fatte di dettagli e passione. È artigianato che si fa con le mani e chi acquista vuole toccare, confrontare. Appare chiaro, dunque, che il canale online presenta problematiche irrisolvibili.
Perché il lavoro dell’artigiano è da vivere anche nel momento di creazione, in quegli aneddoti che raccontano come e perché un pezzo nasce proprio in quel modo.
Per Napoli il presepe non è un semplice addobbo natalizio, ma è storia e cultura, un oggetto di unione e famiglia. Sono sculture d’arte che prendono forma, da vivere e toccare, riconoscendole come uniche al mondo.
Vanessa Vaia