Le questioni relative agli aeroporti del Mezzogiorno continuano a riempire le agende politiche locali e ad animare vivaci dibattiti tra i titolari delle istituzioni coinvolte.

Stavolta sono il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca i protagonisti di un’aspra polemica sul futuro degli scali di Napoli Capodichino e di quello di Pontecagnano.

Tutto parte quando la Regione Campania acquista l’aeroporto di Pontecagnano, anche conosciuto come “Costa d’Amalfi”, per 2 milioni di euro dalla società che lo aveva in gestione: una gestione ormai fallimentare, avviata verso la chiusura dello scalo. È chiaro che, con l’Aeroporto Internazionale di Napoli a 70 km, il piccolo “Costa d’Amalfi”, che con i suoi 1600 metri circa di pista d’atterraggio non può accogliere medi charter, né tantomeno voli internazionali, è stato finora relegato in una posizione di forte subalternità. Del resto, Capodichino ha registrato in questi ultimi anni un incremento considerevole del traffico di passeggeri, arrivato a sfiorare i 7 milioni di persone in transito e un giro d’affari di 86 milioni euro, con un utile netto di 12 milioni e mezzo circa. Cifre importanti, che hanno incoraggiato l’elaborazione di un Masterplan per i prossimi esercizi che, a fronte di investimenti totalmente autofinanziati dalla Gesac (società gestore dello scalo) che comporteranno auspicabilmente l’aumento dei passeggeri a circa 8 milioni, ha consentito persino di fare piani di “espansione aziendale”: è di qualche settimana fa, infatti, la notizia che la Gesac sarebbe stata in prima fila per la fusione con gli Aeroporti di Puglia, incoraggiata anche dal Presidente della Regione Emiliano, in sinergia con il suo omologo campano e col consenso del sindaco di Napoli De Magistris (il Comune di Napoli è azionista di minoranza dell’Aeroporto di Capodichino). Insomma, in pochi potevano preventivare la manovra di Vincenzo De Luca per far acquisire nuova dignità al piccolo scalo di Salerno.

Sembra che il Presidente della Regione Campania sia fortemente convinto delle potenzialità del “Costa d’Amalfi” e che abbia deciso di impegnarsi in prima persona nel suo sviluppo: da qui, l’acquisizione dello scalo e l’avvio di studi e piani di fattibilità di una sua progressiva espansione per aumentare la capacità ricettiva. Si tratta di interventi che prevedono l’ampliamento della citata pista d’atterraggio, la creazione di parcheggi, infrastrutture, fino all’esproprio di terreni agricoli considerati strategici per la nuova sistemazione dell’area. Un lavoro che si preannuncia lungo, in ogni caso: gli iter burocratici sono ancora in fase embrionale. Tra l’altro, ci sono le autorizzazioni dei vari enti interessati che dovranno essere acquisite per dare il via libera all’ambizioso progetto: si tratta, tra gli altri, di ENAV, Ministero delle Infrastrutture Ministero dell’Ambiente (che ha già provveduto alla raccolta di pareri in materia, per la verità non tutti positivi sotto il profilo dell’impatto ambientale); inoltre, bisognerà fare chiarezza sui finanzaiamenti da percepire per la realizzazione delle opere. C’è comubnque da registrare un interessamento di massima di Gesac alla gestione del nuovo scalo, tuttavia sempre alla condizione che Capodichino mantenga la sua “supremazia”, che duqnue il nuovo scalo di Salerno non “pesti i piedi” a Napoli e infine che la gestione dell’eventuale duopolio Napoli – Salerno sia comunque affidata alla stessa Gesac, che giustamente rivendica i risultati estremamamente positivi ottenuti da Capodichino.

Tuttavia, il nodo principale della questione è sicuramente il rapporto del nascituro aeroporto con il gigante napoletano. De Luca ha sottolineato, nei giorni scorsi, come il benefico, progressivo aumento del traffico turistico in Campania sia probabilmente insostenibile per la sola Napoli: in sostanza, secondo il Presidente Capodichino non ce la farà da solo a gestire tutti i passeggeri e i voli e avrà bisogno di una mano. Poiché la Costiera amalfitana e il Cilento sono tra le mete preferite da chi atterra a Napoli, tanto varrebe dirottare una parte del traffico aereo proprio su Salerno. Da qui origina un capitolo importante della questione “Costa d’Amalfi”.

De Magistris, però, non ci sta. Sulla scorta delle polemiche dei giorni scorsi riguardanti i 3 milioni di euro spesi dalla Regione per finanziare le “Luci d’Artista” di Salerno, il primo cittadino napoletano accusa De Luca di voler favorire proprio Salerno nell’agenza politico – economica regionale, a scapito di Napoli. Nel corso di una diretta video ieri nella redazione di Repubblica, il sindaco ha avvertito che non si consentiranno operazioni in stile Malpensa – Linate o come quella che tempo fa ha riguardato l’aeroporto commerciale di Grazzanise: <<L’aeroporto della Campania è Capodichino, Napoli non può entrare in concorrenza con Salerno, sarebbe un errore politico e uno sperpero di denaro pubblico (…) Non ci sono problemi di saturazione a Napoli. Il “Costa d’Amalfi” va bene se serve a rafforzare l’aeroportualità campana, in particolari momenti dell’anno, come hub turistico>>. De Magistris intende quindi continuare a dare a Salerno un ruolo subalterno e solo sussidiario, quasi part time, in tema di traffico aereo.

Chiaramente non si è fatta attendere la risposta di De Luca, che a margine di un incontro con gli industriali salernitani ha aggiunto alle dichiarazioni di qualche giorno fa (<<È necessario far decollare lo scalo di Salerno. Per questo la Regione l’ha acquistato, in modo tale da poter decidere cosa fare. Abbiamo avuto dei colloqui con Gesac, vediamo se è possibile costruire una joint-venture con Capodichino. Si potranno portare così 4 milioni di passeggeri nell’arco di 5-7 anni>>) parole al vetriolo contro l’eterno rivale De Magistris: <<Basta con le polemiche inutili sollevate dal pulcinellismo. Siamo impegnati ovunque, anche a Napoli, perché Napoli è patrimonio nazionale. Se solo ci fosse un po’ più di concretezza operativa>>.

Ludovico Maremonti

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